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I titoli di Piazza Affari in balia delle onde

Pubblicato 07.05.2020, 16:09
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Alcuni titoli di Piazza Affari ancora in grosse difficoltà nel mettere in piedi un convincente rialzo o nel frenare i ribassi.

UniCredit (MI:CRDI) è ad un passo dal minimo storico (6.42 euro) e la rottura del successivo supporto a 6.20 euro (in chiusura) spianerà la strada a nuovi affondi con un primo target in area 5.80 euro.

La strada per avviare un recupero stabile è quanto mai irta: il titolo bancario deve infatti riportarsi quanto meno in area 9.10 euro e da lì proseguire il recupero. Per avere un'indicazione di recupero più forte, nel medio periodo, serve la riconquista di quota 10.20 euro, una soglia che la momento appare molto distante.

Il titolo in 6 mesi ha ceduto il 35%, -58% in 2 anni, -78% in 5 anni e -95% dal 2000 ad oggi.

Banco Bpm (MI:BAMI) continua a perdere terreno intravedendo così il minimo storico a 1.05 euro. La netta flessione subita negli ultimi mesi ha posti seri interrogativi sulle capacità del titolo bancario di risalire la china almeno fino in area 1.50 euro. Se gli affondi dovessero protrarsi fino al di sotto di area 1.0 euro ci sarà molto probabilmente spazio per un ulteriore calo con obiettivo minimo a 0.968 euro in prima battuta (0.9385 euro secondo target).

Indicazioni di forza (medio/lungo periodo) giungeranno a seguito del superamento di quota 1.59 euro in chiusura di seduta e con tenuta settimanale.

Il titolo in 6 mesi ha ceduto il 37%, -58% in 2 anni, -89% in 5 anni e -99.2% dal 2000 ad oggi.Altro titolo bancario in difficoltà è Bper Banca che potrebbe raggiungere il minimo storio a 2.07 euro (al momento il titolo è a quota 2.108 euro). Chiusure di seduta al di sotto di 2.04 euro faranno scattare nuovi segnali negativi (breve/medio periodo) e favorire un approfondimento in direzione di quota 1.975 euro in prima battuta.

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Primi segnali di ripresa oltre 4.10 euro in chiusura per il test a 4.52 euro in prima battuta (2° target area 4.77 euro). Dal 2000 ad oggi il titolo ha ceduto l'85%.

Il titolo Telecom Italia (MI:TLIT) è inserito in un profondo canale ribassita che dura da oltre 20 anni e continua a mostrare tutte le sue difficoltà nel mettere in piedi un convincente e duraturo rialzo. Lo scenario grafico è ancora molto incerto; le quotazioni dovranno portarsi al di sopra di 0.3880 euro (in chiusura e con tenuta settimanale) almeno per dare qualche piccolo e probabile segnale di vitalità anche se ciò non cambierà lo scenario grafico negativo di breve e medio termine. Le prime resistenze strategiche sono ancora abbastanza lontane di cui la prima è posizionata a 0.4400 euro, obiettivo che almeno per il momento appare un miraggio.

Molto più probabile è un ulteriore affondo fino a 0.3280 euro.Prestare attenzione alle false partenze. Il titolo dal 2000 ad oggi ha ceduto oltre 90 punti percentuali.

Situazione di grande precarietà per il titolo Leonardo (MI:LDOF) che si muove pericolosamente al di sotto di quota 6.0 euro. Le prospettive del titolo risultano moto incerte e in caso di discese (in chiusura) al di sotto di 5.83 euro si profilerebbe all'orizzonte l'ipotesi di un affondo in direzione di area 5.58 euro in prima battuta.

Un concreto miglioramento dello scenario grafico arriverebbe solo a seguito del superamento di 6.50 euro in chiusura.

Il titolo Mediaset (MI:MS), snobbato dal Mercato (crollo dei volumi) continua a perdere terreno e c'è da segnalare il forte calo dei volumi con il rischio che i corsi possano proseguire la discesa fino al successivo target a 1.67 euro (2° target 1.52 euro).

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Segnali di forza nel breve solo oltre la prima resistenza strategica posizionata a quota 2.09 euro (in chiusura e con tenuta di almeno 2 settimane ed aumento significativo dei volumi, almeno oltre 10 milioni) per il test in area 2.22 euro. Ancora molto lontano il titolo dalla reale resistenza strategica di medio periodo a 3.05 euro, obbiettivo al momento abbastanza arduo. Il titolo in 20 anni ha ceduto oltre 91 punti percentuali.

Il titolo Saras (MI:SRS) si trova saldamente inserito in un canale ribassista che dopo una falsa partenza ha portato i corsi in area 0.80 euro. Se i corsi dovessero stabilizzarsi al di sotto di quota 0.7795 euro, sarebbe molto probabile assistere ad un approfondimento in direzione di 0.75 euro in prima battuta, supporto fondamentale che avrà il gravoso compito di impedire alle quotazioni di raggiungere 0.6980 euro.

Le prospettive di breve/medio periodo tornerebbero positive solo a seguito del superamento di quota 1.00 euro (in chiusura di seduta). Attenzione alla volatilità. Il titolo ha ceduto oltre il 70% dal 2006 (debutto) ad oggi.

Ancora in difficoltà il titolo del lusso Aeffe (MI:AEF) il cui futuro grafico del titolo ruota attorno al supporto in area 0,975 euro, livello che dovrà impedire ulteriori e pesanti affondi.

Verso l'alto è necessario che i corsi superino la resistenza a 1,14 euro (in chiusura) per dare un primo e timido segnale di una probabile ripresa. La prima vera resistenza strategica è posizionata a quota 1.27 euro..

Il cedimento di quota 0.9600 euro (in particolar modo in chiusura di seduta) invece sarà preludio ad un affondo con un primo obiettivo a 0.9200 euro, supporto fondamentale di breve/medio periodo.

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Attenzione alle false partenze, volumi molto bassi. Aeffe è il secondo peggior titolo (esclusi titoli aim) per performance % degli ultimi 12 mesi.

Il titolo ha ceduto in soli 12 mesi il 65% sul listino di Piazza Affari, -50% nel 2020 e -70% in soli 2 anni.

Emak SpA (MI:EM) (società a capo di uno dei maggiori gruppi a livello globale nei settori dell’outdoor power equipment, delle pompe e del water jetting, e dei relativi componenti ed accessori) continua a perdere terreno spingendosi fino a 0.585 euro. Il titolo è stato protagonista di un costante rialzo dai primi di agosto 2016 fino a maggio 2017, passando da area 0.700 a oltre 2.0 euro.

In questo scenario di grossa incertezza è necessario che i prezzi rimangano oltre quota 0.6000 euro per evitare un ulteriore scivolone fino a 0.5580 euro in prima battuta. Primi e timidi segnali di risveglio oltre 0.6480 euro in chiusura e con tenuta settimanale e significativo aumento dei volumi ma i reali segnali di ripresa (breve/medio periodo) giungerenno solo oltre 1.0 euro in chiusura. Il titolo dal 2000 ad oggi ha ceduto circa 15 punti percentuali.

Il titolo Sogefi (MI:SGFI) continua a non convincere nonostante un lieve recupero nel mese scorso. I corsi dovranno trovare la forza di portarsi al di sopra di 1.05 euro altrimenti ci saranno buone possibilità di raggiungere area 0.77 euro in prima battuta.

Recuperi fino a quota 1.00 euro manterranno inalterate le prospettive negative di breve/medio periodo, solo oltre tale riferimento (in chiusura e con tenuta settimanale) verranno generati i primi e timidi segnali di risveglio per il test a 1.24 euro in prima battuta.

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Situazione ancora incerta per il titolo FNM (MI:FNMI) che non riesce a stabilizzarsi al di sopra di quota 0.4550 euro condizione necessaria per far scattare i primi e timidi segnali di ripresa. C'è forte volatlità sul titolo pronto ad annullare anche rialzi di 5,6 punti percentuali. Monitoare il supporto di 0.4150 la cui rottura farà scattare ulteriori segnali di allarme.

Non ci sono ancora segnali di risveglio neanche per un rimbalzo tecnico. Solo oltre 0.4550 euro (in chiusura e con tenuta settimanale) e con volumi molto superiori rispetto a quelli attuali è possibile un rimbalzo verso quota 0.500 euro in prima battuta.

Il titolo dal 2000 ad oggi ha ceduto circa 33 punti percentuali.

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Buon giorno Sig. leggo sempre i suoi articoli e vedo che ormai un punto fisso, sempre presente è Telecom. Non fa prima a scrivere che sconsiglia vivamente a tutti l'acquisto di questo titolo?
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