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I tori del gas naturale sperano nel vero freddo, si riduce il fascino delle scorte

Pubblicato 25.01.2019, 09:26

L’indicatore statistico preferito dai tori del gas naturale in inverno - i livelli bassi delle scorte - sta rapidamente svanendo.

L’aggiornamento settimanale sulle scorte e la domanda della U.S. Energy Information Administration ieri ha rivelato che il gas nelle caverne sotterranee ammonta a 33 miliardi di piedi cubici in più rispetto all’anno scorso, con un deficit di soli 305 miliardi di piedi cubici rispetto alla media quinquennale.

La stagione fredda 2018/19 cominciata con l’autunno il 23 settembre ha visto tra le più basse scorte di gas pre-invernali. I dati iniziali sulle scorte mostravano un deficit di oltre 600 miliardi di piedi cubici rispetto alla media quinquennale.

Malgrado le compagnie abbiano aggiunto più gas alle scorte negli ultimi quattro mesi rispetto a quanto ne hanno usato, l’utilizzo della scorsa settimana di 163 miliardi di piedi cubici ha superato le aspettative degli analisti di 145 miliardi di piedi cubici per il riscaldamento.

La prossima settimana di freddo sarà da seguire con attenzione

E chi era long sui future Henry Hub sul NYMEX con consegna a febbraio e a marzo potrebbe rafforzare la propria posizione la prossima settimana, in quanto le regioni del Midwest e quelle orientali si preparano ad un’altra ondata di gelo che potrebbe fare registrare una maggiore domanda per il riscaldamento rispetto a quella dell’ultima ondata di freddo di domenica e martedì scorsi.

Dan Myers, esperto del rapporto scorte-domanda di gas dell’agenzia di Houston Gelber & Associates, afferma che le impennate di fine inverno potrebbero comportare riduzioni maggiori del previsto delle scorte a gennaio, facendo restare i future Henry Hub sopra i 3 dollari malgrado i fondamentali poco entusiasmanti. Aggiunge Myers:

“La prossima settimana sarà quella da seguire con attenzione in quanto ci sarà l’arrivo del freddo estremo che spingerà sostanzialmente al rialzo la domanda a febbraio”.

“Il mercato ha ignorato il rischio facendo scendere il sovrapprezzo invernale all’inizio della settimana, ma sarà difficile continuare ad ignorarlo se le scorte cominceranno a ridursi più rapidamente del normale e se ci sarà altro freddo in vista”.

Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute del DTN a New York, si dice d’accordo, affermando che le previsioni sul gas per il riscaldamento saranno superiori al normale nelle prossime settimane, con l’80% degli Stati Uniti orientali che vedranno temperature inferiori alla norma.

Anche la volatilità potrebbe far parte del mix

Natural Gas 300-Min Chart

Ma dopo la prossima settimana Chirichella mette in guardia dal potenziale ritorno della volatilità - la stessa che ha portato i prezzi del gas ad oscillare fino al 20% al giorno negli ultimi due mesi - se il clima dovesse continuare ad esser mutevole. Spiega Chirichella:

“Le previsioni su 8-14 giorni, ad esempio, sono meno incoraggianti di quelle a breve termine. E questo indica un ritorno alla normale domanda per il riscaldamento”.

“Ma con più della metà della stagione invernale per il riscaldamento ormai passata, dovrà persistere il freddo per un periodo prolungato affinché i prezzi comincino una forte impennata al rialzo”.

Negli scambi di ieri, il contratto dei future Henry Hub con consegna a febbraio è schizzato del 4% a 3,099 dollari per milione di BTU, dopo un clamoroso tonfo del 15% nelle quattro sedute precedenti che ha lasciato il contratto spot al minimo di due settimane di 2,98 dollari martedì. Il gas con consegna a marzo, intanto, resta a poco meno di 3 dollari per mmBtu.

Scott Shelton, broker dei future energetici e commentatore di ICAP a Durham, in Nord Carolina, spiega che il contratto Henry Hub di marzo è probabilmente scambiato al “valore giusto”, ma che secondo lui il contratto di febbraio è scambiato ad un prezzo inferiore al suo valore dato il persistere della possibilità di un clima poco clemente il mese prossimo.

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