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Il balzo del Pil Usa porta il Usd ai massimi del 2006

Pubblicato 24.12.2014, 07:27

Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014

Il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che in base alle sue stime definitive il PIL degli USA è aumentato nel terzo trimestre del 2014 del 5%. Si è trattato del più forte aumento da undici anni. La precedente stima aveva indicato un aumento del 3,9%. Gli economisti avevano atteso una revisione a +4,3%. Del dato migliore delle attese ne ha beneficiato il green back; la valuta americana ha mostrato i muscoli nei confronti delle principali valute; infatti dalla lettura del Dollar Index, l’indice che misura la forza del dollaro contro un basket composto dalle principali valute è balzato sopra quota 90 punti a 90,095, il livello maggiore del secondo trimestre del 2006. Minimo invece dall’agosto del 2012 sotto la soglia degli 1,22 usd per il cambio con un euro indebolito dalle questioni greche. La corsa del dollaro iniziata nella prima settimana del mese di maggio non è finita; questo per diversi ordini di motivi che potrebbero palesarsi nei prossimi mesi del 2015, ed in particolare lo spread tra la politica monetaria statunitense e quella delle altre due maggiori economie, quella europea e giapponese, è destinata ad allargarsi: la Bce già a partire da gennaio potrebbe ricorrere all’acquisto di titoli di Stato e la recente consultazione elettorale in Giappone rafforza l’Abenomics, il mix monetario-fiscale ultra-espansivo che nelle intenzioni dovrebbe metter fine alla deflazione del Sol Levante. Sempre dal punto di vista macro economico, il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che gli ordini di beni durevoli (Durable Goods Orders) sono calati a novembre dello 0,7%. Gli economisti avevano previsto un aumento del 2,7%. Il dato di ottobre è stato rivisto leggermente al ribasso, da +0,4% a +0,3%. Escluso il settore dei trasporti gli ordini di beni durevoli sono calati a novembre dello 0,4%. Gli esperti avevano atteso una crescita dell'1%. Il dato del mese precedente è stato rivisto da -0,9% a -1%. Mentre, la lettura finale della fiducia dei consumatori statunitensi, calcolata dall’Università del Michigan, si è attestata a 93,6 punti rispetto ai 93,8 punti della precedente rilevazione. Il dato è leggermente migliore delle attese degli analisti che indicavano 93,5 punti. Dal punto di vista tecnico – grafico, notiamo che sul giornaliero della coppia più tradata in assoluto continuano a giungere segnali circa la sostanziale ripresa dei trend primari per quello che riguarda sia il mercato valutario che azionario. Quindi anche per quanto riguarda la seduta appena trascorsa tutto si muove secondo “copione”, ovvero la major continua a muoversi al ribasso, ieri dopo aver toccato un massimo a 1,2245 le contrattazioni si sono spinte fino a 1,2164. Con questo scenario la strada da seguire resta sempre ribassista, ovviamente cercheremo di approfittare delle fasi di deprezzamento della coppia non appena si presentano possibili pull back oppure in prossimità dei prossimi supporti tecnici che verranno raggiunti nelle prossime sedute. Eur/Usd

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