La Federal Reserve nell’arco degli ultimi anni ha rapidamente cambiato idea sull’inflazione; inizialmente annunciava fosse transitoria e successivamente, scontrandosi con la realtà, ha ammesso che era un problema da risolvere.
Fino ad ora cosa ha fatto per combattere il carovita? Poco e nulla. Ha spinto i tassi base a +0,75%. Ciò ha effettivamente fatto registrare una contrazione del suo bilancio; a metà aprile dopo aver raggiunto il picco di quasi 9,000 trilioni di USD, il bilancio è sceso a 8,939 trilioni di dollari, registrando una lieve contrazione (trainata più che altro dal roll-off di 15 miliardi di Titoli garantiti da ipoteca).
Al 18 maggio, il bilancio è tornato a salire di 67 miliardi registrando 8,946 trilioni di USD.
Come il grafico mostra, il bilancio ha subito un rallentamento, ma di fondo, non c’è un’evidente contrazione, il che vuol dire che la Fed è ancora impegnata in un allentamento delle politiche monetarie piuttosto modesto.
La Fed è riluttante?
Almeno all’apparenza, la banca centrale USA sembrerebbe piuttosto restia ad una riduzione di bilancio significativa. Perché? La Fed ha dichiarato che consentirà “l’uscita” dal bilancio fino a 30 miliardi di USD per i titoli statunitensi e 17,5 miliardi di dollari in titoli garantiti da ipoteca, nei mesi di giugno, luglio ed agosto. Per un totale di 45 miliardi al mese.
Solo nel mese di settembre il ritmo potrebbe salire a 95 miliardi al mese. Una movenza piuttosto lenta che tradotta in anni significa che la Fed ne impiegherebbe 7,8 prima che il bilancio si contragga raggiungendo i livelli pre-pandemia. Senza contare che lo stesso è ancora gonfio dei tre QE precedenti.
Perché questa volta dovrebbe essere diverso? Perché la Fed dovrebbe ridurre seriamente il suo bilancio questa volta? In fondo il FOMC stesso non ha dato precise indicazioni in merito limitandosi ad affermare che: “Nel tempo, il Comitato intende mantenere le partecipazioni in titoli negli importi necessari per attuare la politica monetaria in modo efficiente ed efficace nel suo ampio regime di riserve”.
La Fed risulta perciò riluttante nella lotta all’inflazione o quanto meno la sua politica è decisamente meno aggressiva di quanto si pensasse.
La ripercussione sui mercati
Nonostante tutti i discorsi su quanto sia risoluta e determinata la Fed a combattere l'inflazione, continuano essi stessi a creare più inflazione. Ebbene, se i mercati sono così deboli nonostante gli sforzi per sostenerli con un allentamento quantitativo, quanto saranno più deboli quando la Fed inizierà effettivamente a minare i mercati con un inasprimento quantitativo?