Il Bitcoin sta per registrare il peggiore selloff settimanale da metà maggio. La cripto con la maggiore capitalizzazione a livello mondiale è attualmente scambiata al di sopra del minimo della giornata, sotto i 56.000, spostandosi di quasi il 20% dal massimo storico del 10 novembre, sopra i 68.000 dollari. Potrebbe essere diretto verso il minimo dal 20 ottobre.
Dopo un rally prolungato sulle aspettative, gli investitori ora stanno mandando il token in selloff dopo la notizia secondo cui i “creditori della borsa di cripto crollata Mt Gox potrebbero liquidare i loro pagamenti”.
Il rialzo di oggi potrebbe indicare che il selloff è finito, offrendo un’occasione di acquisto al ribasso? Crediamo di no in base agli indicatori tecnici.
BTC sta rimbalzando oggi dopo aver completato un pennant, ribassista dopo il calo di quasi il 16% in sole cinque sedute.
Il pennant potrebbe non soddisfare i tecnici puristi, tuttavia.
Primo, ricordiamoci che il Bitcoin non è un asset tradizionale. Di conseguenza, richiede delle regole proprie. Nonostante non ci sia ancora una teoria delle criptovalute, l’esperienza del volatile Bitcoin ci ha permesso di crearci un’opinione riguardo alla psicologia di trading in atto per gli asset non tradizionali.
Ecco le prove a supporto della nostra tesi sul pennant negli ultimi scambi:
- Un pennant richiede un brusco movimento in linea retta. Circa il 16% in cinque sedute soddisfa questo requisito.
- Il volume precedente è stato alto, mentre il volume degli scambi nel range si è ridotto, per poi risalire al breakout: il classico comportamento per un vero pennant.
- Il pennant si è sviluppato proprio sul livello del precedente minimo a 57.612 dollari, registrato il 28 ottobre. Il livello tecnico crea le condizioni per una lotta tra tori ed orsi, generando il pennant.
- Il pennant si è sviluppato quando la DMA su 50 si è messa in pari col prezzo per la prima volta dopo aver superato la media mobile il 1° ottobre.
- Infine, il pattern di continuazione si è formato proprio al bottom del canale ascendente.
Gli ultimi due punti ribadiscono il punto 3: quando l’asset raggiunge un prezzo oggetto di contesa, tende poi ad un range, un’interruzione del trend sottostante. Considerato che la natura del pattern è di continuazione, ci aspettiamo che il breakout sia nella stessa direzione del trend precedente. Come abbiamo detto, crediamo che possa essere già successo negli scambi di ieri.
Tuttavia, anche se dovesse arrivare un altro ribasso, a questo punto sarà considerato temporaneo. La formazione di picco e minimo discendenti è per il breve termine. Sul grafico settimanale, il trend in salita resta ovviamente in salita.
Ora misuriamo la mossa prima del pennant, dal momento che dovrebbe ripetersi dall’altro lato. Dall’apice dell’attività del 15 novembre al bottom della mossa del 19 novembre c’è un “lasso” di 10.650 dollari. Una replica di questa mossa porterebbe la moneta digitale sotto i 48.000 dollari.
Se lo slancio dovesse portare il Bitcoin a quel livello, il token violerebbe anche il canale discendente più lento (giallo). Ma non siamo ancora a quel punto. Fino a quando non sarà infranto quel livello, ci aspettiamo che il bottom del canale ascendente mantenga il trend in salita.
Strategie di trading
I trader conservatori non dovrebbero entrare in un trade contrario al trend del lungo termine.
I trader moderati dovrebbero attendere che il prezzo scenda al di sotto del canale ascendente più veloce (verde) e forse attendere un prezzo più vicino al pattern per ridurre l’esposizione.
I trader aggressivi potrebbero andare short in qualsiasi momento, a patto che possano gestire un ritorno al pennant. Di conseguenza, un piano di trading coerente è essenziale. Ecco un esempio:
Esempio di trade
- Entrata: 58.000 dollari
- Stop-Loss: 60.000 dollari
- Rischio: 2.000 dollari
- Target: 52.000
- Ricompensa: 6.000 dollari
- Rapporto di rischio-ricompensa: 1:3