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Il Brasile incoraggia domanda di carry, divergono i rischi di TRY e RUB

Pubblicato 26.06.2014, 13:41

Forex News and Events

I deboli dati economici dagli Stati Uniti fanno aumentare la popolarità delle operazioni di carry-trade, perché si prevede che le condizioni di liquidità a buon mercato, sostenute dalla Fed, permarranno più a lungo. Fra le valute dei mercati emergenti, il real brasiliano è certamente una delle divise preferite per i lunghi nelle operazioni di carry-trade, non solo perché la Banca Centrale del Brasile (BCB) si prepara alla normalizzazione della Fed operando dall’anno scorso rialzi del tasso d’interesse, ma anche perché la banca si è impegnata a sostenere il real direttamente. Il real passa di mano ai massimi del mese contro l’USD, dopo che la banca centrale si è impegnata a sostenere la valuta almeno fino al 31 dicembre, offrendo swap per un valore di 200 milioni di dollari americani per ogni giorno lavorativo. La determinazione del Brasile nel combattere l’inflazione superiore all’obiettivo fissato (6,37% a/a a maggio rispetto all’obiettivo del 4,5% a/a +/- 2%) fa aumentare la propensione per il BRL di chi opera con il carry e, cosa ancor più importante, frena il rischio di volatilità nel caso di un’inversione dei flussi dei capitali internazionali. In effetti, il Selic, tasso di riferimento brasiliano, è almeno il doppio rispetto a quello fissato dagli altri paesi latino-americani. Non è un segreto per gli amanti del carry-trade: il BRL è la valuta su cui puntare.

Le opportunità su TRY e RUB richiedono nervi saldi

Il clima favorevole al carry-trade beneficia la lira turca (TRY) e il rublo (RUB), perché entrambe le valute offrono rendimenti interessanti visti i tassi più elevati applicati sull’onda di varie questioni interne e/o interne di natura politica e geopolitica. Gli spread sul carry offrono una motivazione per andare lunghi su TRY e RUB (contro USD, CHF, JPY ed EUR), ma il rischio che ci si assume investendo su queste divise è piuttosto elevato a causa delle incertezze attuali. Alla fine, lo spread sul carry rappresenta solo una piccola parte dei rendimenti di queste operazioni, la cosa più importante è fare in modo che la strategia di esposizione sui lunghi non cancelli i guadagni durante fasi inevitabili di liquidazioni di carry.

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Il motivo per cui analizziamo TRY e RUB nello stesso paragrafo è il recente sviluppo simile di rischio e tasso delle due valute. Le banche centrali di entrambi i paesi sono intervenute a sorpresa con un intervento importante sui tassi nel 2014, dopo che le valute si erano deprezzate a livelli insostenibili per effetto di numerosi fattori interni ed esterni. Oggi, tuttavia, il quadro rischio/rendimento diverge parzialmente a causa dell’escalation delle tensioni in Iraq.

In Turchia, il partito al potere AKP vuole proseguire, in un modo o nell’altro, sulla via di tassi d’interesse più bassi (forse la banca centrale obbedisce proprio per evitare conflitti politici con il partito al governo). Ciò rappresenta un rischio per lo spread del tasso turco, perché sembrerebbero imminenti nuovi tagli del tasso. Se a ciò sommiamo i disordini geopolitici in Iraq, la vicinanza e le forti implicazioni della Turchia oltre il suo confine orientale e la minaccia per le importazioni di petrolio, il rischio per la lira si aggiunge al rischio per lo spread sul carry. Di conseguenza, ne deduciamo che il rischio totale per le operazioni carry sulla TRY sta diventando relativamente sproporzionato rispetto ai rendimenti preventivati.

La situazione si può ovviamente trasporre alla Russia, paese esportatore di energia. Anche se il rublo è ancora soggetto alle pesanti tensioni geopolitiche in Ucraina e a una certa pressione politica dall’UE e dagli USA, le tensioni in Iraq avvengono decisamente al momento giusto per la Russia. Dopo i livelli minimi registrati contro USD ed EUR a marzo (referendum in Crimea), il rublo rimane significativamente sotto le medie da cinque anni contro le due valute. Oggi il deprezzamento rappresenta un vantaggio per le scommesse lunghe sul RUB, in primo luogo perché, dal punto di vista tecnico, la base dell’ampio canale di trend rialzista dell’USD/RUB (in atto da aprile 2011) staziona a livelli distanti, a quota 32,00, e ciò dà al rublo sufficiente spazio per un’ulteriore ripresa (apprezzamento). In secondo luogo, e questo conta ancora di più, la crisi in Iraq non viene più considerata come un conflitto locale e passeggero e quindi peserà sulle forniture globali di petrolio nel medio termine. Il rublo relativamente a buon mercato e la domanda sostenuta di petrolio russo sono un salvagente contro il drastico deprezzamento della divisa russa.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD continua a salire lentamente all’interno della fascia orizzontale compresa fra 1,3503 e 1,3677. Monitorate il test della resistenza oraria a 1,3644. Un supporto orario staziona a 1,3565 (minimo 20/06/2014, si veda anche il ritracciamento del 61,8%). In un’ottica a più lungo termine, la rottura del cuneo ascendente di lungo termine (si veda anche il supporto a 1,3673) indica un netto deterioramento della struttura tecnica. Il rischio ribassista di lungo termine, implicato dalla formazione a doppio massimo, è 1,3379. Troviamo supporti chiave a 1,3477 (minimo 03/02/2014) e 1,3296 (minimo 07/11/2013).

GBP/USD La GBP/USD si è indebolita dopo il fallito tentativo di infrangere la forte resistenza a 1,7043. La correzione di breve termine si protrarrà finché i prezzi rimarranno sotto la resistenza oraria a 1,7006 (massimo infragiornaliero, si veda anche la linea di trend discendente). Un supporto staziona a 1,6923 (minimo 18/06/2014, si veda anche il ritracciamento del 38,2%). Un altro supporto è ubicato a 1,6882 (massimo 27/05/2014, si veda anche il ritracciamento del 50%). A più lungo termine, viene favorita una violazione della forte resistenza a 1,7043 (massimo 05/08/2009), almeno finché terra il supporto a 1,6693 (minimo 29/05/2014). Altre resistenze si trovano a 1,7332 (si veda il ritracciamento del 50% sul declino del 2008) e 1,7447 (minimo 11/09/2008).

USD/JPY L’USD/JPY si sta muovendo lateralmente, nonostante la vicinanza del supporto implicato dalla media mobile a 200 giorni (intorno a 101,70). La successione continua di massimi più bassi (si veda la linea di trend discendente) favorisce un’impostazione ribassista. Le resistenze orarie si trovano a 102,20 (massimo 20/06/2014) e 102,36. Altri supporti stazionano a 101,43 e 100,76. Prevale una propensione rialzista di lungo termine finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Monitorate l'area di supporto fornita dalla media mobile a 200 giorni e 100,76 (minimo 04/02/2014). Sarà necessaria una violazione della resistenza chiave a 103,02 per suggerire la fine dell’attuale fase di consolidamento. Un’importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

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USD/CHF L’USD/CHF ha testato di nuovo con successo il supporto a 0,8908 (minimo 05/06/2014, si veda anche il ritracciamento del 38,2%). Tuttavia, per segnalare l’esaurirsi della pressione a vendere, dovrà essere interrotta la successione di breve termine di massimi più bassi. Una resistenza oraria staziona a 0,8974 (ritracciamento del 61,8%). Si profila una forte area di resistenza tra 0,9012 e 0,9037. Un altro supporto è ubicato a 0,8883. In una prospettiva a più lungo termine, la violazione rialzista della resistenza chiave a 0,8953 suggerisce la fine dell’ampia fase correttiva partita a luglio 2012. Il potenziale al rialzo di lungo termine, implicato dalla formazione a doppio minimo, è 0,9207. Una resistenza chiave staziona a 0,9156 (massimo 21/01/2014).

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