Il prezzo del metallo prezioso si spinge verso l'alto.
Verso la fine dalla scorsa settimana l'oro ha sfidato quota $1,300 prima di rimbalzare verso il basso.
Lo slancio è in gran parte rialzista, il che evidenzia la presenza di incertezze globali.
In particolare le incertezze geopolitiche rimangono forti per quanto riguarda il futuro.
Crediamo anche che l'inflazione stia tornando e che questo spingerà il prezzo delle materie prime verso nuovi massimi.
Un indicatore che seguiamo, quello sull'inflazione UIG della NY Fed sta mostrando che i dati sulla crescita dei prezzi si stanno assestando leggermente al di sotto del 3%.
Allo stesso tempo vediamo che la maggior parte delle banche centrali stanno ricaricando le loro riserve di Oro, come le banche centrali della Russia e della Cina.
La Fed è molto cauta nell'incrementare i tassi e continuiamo a ritenere che la strategia sia quella di uccidere il massiccio debito accumulato attraverso l'inflazione che è la ragione per cui dovremmo vedere l'oro spingersi verso l'alto nel medio periodo, $1,300 è un target facile.
Tuttavia, il dollaro potrebbe ulteriormente indebolirsi nel caso che, nel perseguire questo schema di pensiero, la Fed non alzi troppo i tassi.
La banca centrale è sempre imprigionata nella sua attuale politica monetaria e non può alzare i tassi dato che questo produrrebbe lo scoppio della bolla dei bond.
La Fed sa perfettamente quello che sta facendo e i segnali misti che di solito invia sono lì per dare tempo all'inflazione di svilupparsi.