La propensione al rischio continua a migliorare, ma per quale motivo? Probabilmente perché giungono segnali di miglioramento relativi ai tassi di contagio e di mortalità giornaliera del Coronavirus. Ciò sta portando alcuni Paesi, Italia in primis, a prendere in considerazione le strategie d'uscita da questa prima fase. Il risk-on ha preso il sopravvento durante la sessione degli Stati Uniti di ieri, abbiamo infatti osservato i rendimenti obbligazionari salire e continuano a crescere anche oggi. Il rendimento del decennale americano, ad esempio, è cresciuto di 13 punti base rispetto alla chiusura di venerdì scorso.
Ciò ha contribuito a spingere Wall Street in forte rialzo e con un bel +7% che si sta ripercuotendo tutt'ora sui future. Il dollaro che ha agito come un rifugio sicuro è tornato sotto pressione contro tutte le altre majors. Vale anche per la sterlina, che ieri ha avuto una svalutazione dettata dalle notizie relative al trasferimento del primo ministro Johnson trasferito in terapia intensiva.
Durante la notte la Reserve Bank of Australia ha deciso di mantenere i tassi al + 0,25%. Ciò ha aiutato l'Aussie a spingere al rialzo, dopo l'apprezzamento dettato dal rialzo del petrolio dei giorni scorsi. Sarà interessante a questo punto capire per quanto tempo durerà questo sentiment positivo.
Per quanto riguarda le materie prime, la volatilità del petrolio – in vista della riunione dell'OPEC + di giovedì – prosegue e dopo le perdite di ieri sta nuovamente guadagnando. L'argento continua a salire più dell'oro, ma anche il bene rifugio per eccellenza ha ripreso vigore sfiorando nuovamente l'area resistenziale dei 1680$ l'oncia.
Per quanto riguarda il calendario economico anche oggi è abbastanza scarno. Avremo soltanto le aperture di posti di lavoro JOLTS alle ore 16 che ci fornirà un'altra fotografia interessante del mercato USA. Le perdite di posti di lavoro sono enormi, ma la creazione di nuovi posti? Il consenso prevede una diminuzione di oltre il 5% a febbraio, attestandosi a 6,60 milioni (dai 6,93 milioni di gennaio). Infine attenzione alla riunione dell'Eurogruppo che dovrà decidere tra “coronabonds” e “MES” (o strumenti alternativi) con la netta contrapposizione tra I Paesi del sud (Italia-Spagna) e quelli del nord (ai quali si è nuovamente aggiunta la Francia).