Ancora una volta l’S&P 500 viene respinto dalle resistenze sopra quota 2800. Stavolta l’innesco del 8/9 lo storno (per ora limitato) sono state le headlines riguardanti quello che ha tutta l’aria di essere il calcio di inizio (non il rapporto Mueller che ancora deve arrivare, ma l’indagine lanciata da una commissione parlamentare) di un’inevitabile lunga guerra di posizione tra Democratici e Repubblicani (o solo Trump?). Ora la “V” messa a segno negli ultimi 5 mesi da Wall Street è quasi perfetta...
La notizia che gli Stati Uniti e la Cina potrebbero essere vicini a un accordo commerciale combinata con l’annuncio da Pechino di un potenziale taglio dell'IVA pianificato per il settore manifatturiero erano riusciti a generare un’ulteriore gamba rialzista sull’azionario cinese portando lo Shanghai Composite oltre un corposo +20% da inizio anno, nonché un progresso di 30-40bp sul future dell’S&P 500. Tuttavia, poco dopo l’apertura di Wall Street, i mercati statunitensi hanno iniziato a perdere quota, arrivando a lasciare sul campo quasi il 2% (2818> 2767) dai massimi intraday nel momento peggiore. Nella parte finale della sessione un visibile rimbalzo ha allontanato gli indici dai minimi di giornata, cancellando buona parte delle perdite iniziali. L'S&P 500 continua comunque a mostrare una certa allergia a sostenere e consolidare i tentativi rialzisti sopra quota 2800, una dinamica di cui siamo stati testimoni più volte fin da metà ottobre. Sul movimento ribassista sono stati segnalati volumi significativi, così come robusti sono stati i flussi in acquisto di volatilità (il VIX è rimbalzato da 13.4a 16.9, +27%!, prima di chiudere con un progresso ben più modesto a 14.6).
La pistolafumante che ha tutta l’ariadi essere stata usata nel repentino cambio di tono di ieri è l’iniziativa investigativasu Trumpintrapresa ieri dalla Camera(ora a controllo democratico), in un evidente concorso di colpa con il quadro tecnico che ha visto i venditori tornare in controllo per l’ennesima volta dopo che il cavallo ha rifiutato l’ostacolo proprio di fronte alla nota resistenza in area 2810-2820 (S&P 500).La commissione parlamentare giudiziaria della Camera ha lanciato ieri la sua investigazione sul Presidente e il suo ‘cerchio magico’ che si concentrerà su 3 sfere di interesse: accuse di ostruzionismo alla giustizia, di corruzione e di abusi di potere di altra natura. Una richiesta formale di acquisizionedi documentiè stata mandata a 81 tra individui e entità giuridichein qualche modo collegate a Trump e ai suoi supposti comportamenti illegittimi, dando tempo fino al 18marzo per rispondere. Trovate l’elenco completoin questo articolo di Axios (https://www.axios.com/house-judiciary-trump-abuse-investigation-7360034b-ac78-4e4b-b525-10502dd8614c.html?stream=politics&utm_source=alert&utm_medium=email&utm_campaign=alerts_politics). Tutto il mondo del magnate newyorkese è coinvolto nel filone investigativo: attività imprenditoriale, charity, campagna elettorale, comitato inaugurale di presidenza, famiglia. Secondo il Presidente della Commissione, il democratico Jerrold Nadler “è molto chiaro” che il Presidente abbia commesso il reato di ostruzionismo, una dichiarazione di una certa rilevanza dal momento che qualsiasi futuro procedimento di impeachment passerà dal questa Commissione. È abbastanza probabile che la leadership democratica non sia pronta per un attacco frontale, con un procedimento di impeachment destinato a non andare da nessuna parte con un Senato controllato dai Repubblicani e in cui ci sarà eventualmente bisogno di una maggioranza super qualificata (due terzi). Comunque, nell’attesa sempre più spasmodica del rapporto Mueller che potrebbe arrivare da un giorno all’altro, i Democratici hanno comunque deciso di perseguire una strategia di ‘morte dai millle tagli’ con quello che diventerà un inevitabile percorso di audizioni pubbliche e decine di testimoni chiamati a deporre, destinati a tenere metodicamente alta l’attenzione mediatica sulle azioni passate delmondo di Trump nella lunghissima campagna elettorale ormai implicitamente lanciata verso le Presidenziali del 2020. Anche perché quando il rapporto Mueller verrà consegnato nelle mani del Procuratore Generale degli Stati Uniti William Barr, sarà a sua discrezione quanto di esso verrà reso immediatamente pubblico. Probabilmente non molto e la battaglia legale concui i Democratici faranno di tutto per metterne il contenuto sotto i riflettori sarà lunga e incerta.
Simmetria: una ‘V’ quasi perfetta. Come si vede dal grafico sottotra ottobre e dicembre l’S&P 500 è sceso di 499 punti in 1147 ore. Il rimbalzo, di 494 punti, ci ha tenuti impegnati per 1103 ore. Siamo quindi solo una manciata di punti e meno di due giorni (48 ore) lontani da una simmetria perfetta.
Recap PMI. Le letture finali dei dati globali del PMI manifatturiero in febbraio hanno mostrato un ulteriore deterioramento anche se con una derivata seconda in chiara moderazione: l’indice complessivo JPM è sceso da 50.8 a 50.6. Gli ottimisti possono parlare di stabilizzazione, i pessimisti di un rimbalzo congiunturale che stenta a profilarsi all’orizzonte. Entrando nel dettaglio del sotto-indice ‘nuovi ordini’ (la componente che per gli analisti ha maggior contenuto prospettico) i miglioramenti sono definibili nel migliore dei casi ‘modesti’ (il 37% dei 35 PMI monitorati ha ancora il sotto-indice dei nuovi ordini in territorio di contrazione, sub-50). Interessante notare la ripartizione geografica: al calo significativo riscontrabile nei paesi sviluppati (48.8, prima rilevazione sotto il 50 dal dicembre 2012) fa da contraltare il miglior risultato degli ultimi 3 mesi (51.1) nei mercati emergenti, in cui il recupero indiano ha avuta un ruolo importante. Da notare il calo di 3 punti nel sotto-indice degli ordini nel dato Markit PMI negli USA, per una volta coerente con un calo del dato concorrente (e più seguito) fornito dall’ISM, nonché con le varie misure di monitoraggio in tempo reale dell’economia americana che puntano per il momento a un Q1 non certo brillante: il GDPNow della Fed di Atlanta è ora allo 0.3%,il Nowcast della New York Fed a 0.88%.
Dopo una sessione lenta in Asia, con i principali indici del Pacifico che hanno avvallato il cambio di tono di ieri ma con perdite moderate, oggi sarà giornata di PMI servizi. La rilevazione cinese (Caixin) è stata nettamente sotto le attese (51.1 vs 53.5 exp. E53.6 del mese precedente) e il dato composito (manifatturiero+servizi) conferma un ulteriore, pur moderato, deterioramento (50.7 vs 50.9 di gennaio). In precedenza anche il dato australiano era stato tutt’altro che entusiasmante: 48.7 da 49.3 del mese precedente. L’agenda macro si intensificherà molto nei prossimi giorni con la riunione ECB giovedì e i Payrolls americani venerdì.
Lo spumeggiante inizio d’anno dell’azionario cinese...
Il desk rimane come sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.
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