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Inflazione, petrolio e politica monetaria: la via stretta della Fed per il 2022

Pubblicato 07.01.2022, 13:39
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
US500
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Il 2021 è stato un anno caratterizzato da un elevato tasso di crescita economica, dopo la frenata del 2020 “annus horribilis” che ha segnato l' avvento della Pandemia e la prima fase di lockdown generalizzati. Lo scenario di sviluppo per l'economia dell'anno appena trascorso è supportato da molti indicatori macroeconomici, soprattutto nelle aziende Americane più capitalizzate: fatturato, utili e crescita dei corsi dei titoli azionari, hanno fatto registrare nuovi massimi assoluti su tutti i principali indici.

Sicuramente una crescita esagerata dell'equity, favorita dall' “inondazione di liquidità” ad opera delle Banche Centrali e soprattutto della FED, che in via del tutto eccezionale ha sostenuto l'intero sistema economico, messo a dura prova dall'emergenza sanitaria. Il combinato disposto di liquidità immessa nei mercati e della mancanza di alternative d' investimento diversi dall' azionario, (bassi rendimenti dei titoli di stato) hanno fatto sì che l’indice S&P guadagnasse oltre il 26% in un anno.

S&P 500 DAILY

In generale tutte le borse occidentali hanno visto ottime performance dei titoli azionari; il 2021 è stato un anno con una volatilità contenuta, e, di conseguenza un drawdown accettabile con picchi massimi del 5% o poco più nel caso di S&P 500.

Questo scenario positivo, è stato possibile grazie all'introduzione delle vaccinazioni nel mondo occidentale. I progressi sanitari e le misure precauzionali, hanno consentito la riduzione delle problematiche legate ai ricoveri e alle terapie intensive. La diminuzione dei decessi nonostante i picchi dei contagi, è stata possibile attraverso le cure e i vaccini, che hanno reso più debole l’impatto del virus. Insomma una situazione che è andata via via migliorando fino all’arrivo della variante Omicron, alla fine del mese di novembre.

Potremmo quindi affermare che l’efficacia dei vaccini, nei Paesi più sviluppati, ha supportato i mercati ed il ciclo economico del 2021. Questo, in estrema sintesi, è il racconto di quanto accaduto, ma è opportuno tenere in considerazione le variabili che determineranno le tendenze dei mercati nei prossimi mesi, e le criticità lasciate in eredità dall'anno precedente. Per delineare gli scenari probabili per il 2022, dobbiamo approfondire le cause dell’inflazione, che sarà protagonista indiscussa dell'attuale ciclo economico nel breve e medio termine.

Una delle cause più rilevanti dell’inflazione, è stata la riapertura delle Economie, in cui gli attori principali: famiglie e imprese, hanno tentato di soddisfare in un solo colpo, quella domanda di beni e servizi tenuta repressa durante le fasi acute della pandemia. Ecco quindi che si è registrata una domanda molto forte, a fronte di un’offerta non adeguata. I motivi dell’inadeguatezza dal lato dell’offerta e della produzione sono molteplici:

• Presenza di colli di bottiglia nelle catene produttive della maggior parte delle imprese, a causa dei ripetuti lockdown.
• Rigidità dell’offerta rispetto alla domanda. Questo fenomeno in economia è determinato dalle imprese che non sono in grado di aumentare la loro capacità produttiva nell’immediato. Le aziende a fronte di un aumento temporaneo della domanda, non ritengono conveniente adeguarsi, affrontando ulteriori investimenti in capacità produttiva, che prima o poi potrebbe rivelarsi eccessiva. Di conseguenza, la legge di mercato riporta l'equilibrio, comportando un inevitabile aumento dei prezzi dei prodotti, facilmente riscontrabile nel breve e medio termine a seconda delle dimensioni dell’impresa.

Abbiamo individuato così le cause dell'inflazione dal lato dell' offerta: nei colli di bottiglia della produzione, della logistica, e soprattutto nella rigidità delle imprese nell'adeguarsi alla domanda. Questi drivers pesano molto, ma non sono gli unici.

Le cause dell’aumento dei prezzi vanno ricercate soprattutto nelle:

• Politiche monetarie espansive.
• Aumenti dei costi energetici e delle materie prime.

Tema centrale e indiscusso per il 2022 sarà l’inflazione, variabile chiave dei mercati finanziari, legati soprattutto alle dinamiche dei tassi di interesse e all’andamento dei rendimenti reali dei titoli di stato.

All’inflazione sono strettamente legati i rendimenti dei titoli obbligazionari, e le decisioni in tema di politica monetaria della FED. Ma non solo, osservando le dinamiche dei rendimenti dei titoli di stato americani sulle diverse scadenze 2Y 10Y e 30Y, si capisce molto bene quello che gli operatori si aspettano dal mercato. Tralasciando l’impatto immediato che si è avuto a partire dalla giornata di ieri a seguito della diffusione dei verbali della FED di metà dicembre, osserviamo attentamente le obbligazioni prendendo in considerazione le 3 diverse scadenze sopra citate:

• Linea rossa rendimenti dei treasury a 2 anni
• Linea viola rendimenti dei treasury a 10 anni
• Linea blu rendimenti dei treasury a 30 anni

TREASURY 2 - 10 - 30 Y

Dalla sovrapposizione dell’andamento dei tre strumenti, si evince facilmente come all’aumentare delle scadenze la curva si appiattisce. Cosa significa in termini di aspettative per gli operatori?

A causa della elevata inflazione, il mercato teme che la FED nel breve periodo possa assumere una mano più decisa sulla politica monetaria, ed è ciò che è emerso nei verbali pubblicati ieri sera, relativamente alla riunione di metà dicembre. Nel brevissimo per contrastare lo straordinario livello di inflazione, si avranno tassi più elevati. Questo si legge chiaramente dalla curva dei tassi a due anni e la FED annuncia misure sempre più incisive e immediate.

Però l’atteggiamento aggressivo della FED nel contrastare l’inflazione avrà delle conseguenze rilevanti, riscontrabili sull’azionario e soprattutto sul rallentamento della crescita economica, con effetti non di poco conto sull’economia reale e sul ciclo economico. Questo è quello che ragionevolmente si aspetta il mercato, che a fronte di rialzi nell’ immediato, è consapevole che prima o poi per cercare di non peggiorare troppo la situazione, la FED dovrà fare un passo indietro nei rialzi dei tassi e fare un lavoro di aggiustamento continuo, per non compromettere troppo la crescita e soprattutto i debiti sovrani.

Potremmo quindi sintetizzare in questo modo: nelle obbligazioni a breve scadenza, il mercato interpreta la mano forte della Banca Centrale, di contro a lunga scadenza, vengono presi in considerazione gli effetti di una mano troppo forte e i probabili aggiustamenti che si renderanno necessari.

Per concludere è importante prendere in considerazione un ultimo fattore, che non meno degli altri già citati, è causa di inflazione strutturale. Vorrei a questo proposito evidenziare le conseguenze già tangibili della TRANSIZIONE VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI. Premesso che il passaggio da una economia alimentata a combustibili fossili tradizionali ad una quasi completamente green, richiede ancora molti anni, si stanno già scontando gli effetti di un eccessivo ottimismo sul processo di transizione.

Tutte le società operanti nella produzione, estrazione, distribuzione, stoccaggio e fornitura di combustibili fossili tradizionali, vedendosi accelerare sotto gli occhi il processo di transizione a favore delle rinnovabili, hanno già bloccato gli investimenti sulla capacità produttiva.

Questo processo di sottodimensionamento rispetto alla domanda, è causa di aumento dei prezzi delle materie prime tradizionali, e questo già si capisce osservando il trend rialzista di lungo periodo del petrolio. Osservate il grafico allegato, nonostante le recrudescenze pandemiche e la stagionalità negativa attuale; il prezzo di 100$ al barile non sembrerebbe poi così utopistico.WTI DAILY

In conclusione fattori transitori e fattori strutturali contribuiranno ad alimentare la crescita dei prezzi, e, alla FED sarà affidato un compito quanto mai difficile e delicato, per cercare di mantenere la giusta rotta, consapevole che eccessi, in un senso piuttosto che nell’altro, potrebbero causare degli shock ai mercati finanziari e all’economia reale.


DISCLAIMER: Questo articolo ha il solo ed esclusivo scopo didattico e formativo pertanto non deve essere inteso in alcun modo come consiglio operativo di investimento, né come sollecitazione di pubblico risparmio. Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità. Pertanto non mi assumo nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di investimento prese dal lettore.

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