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L'euroscetticismo cresce, cosa succederebbe in caso di vittoria?

Pubblicato 15.02.2017, 11:14
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai lettori di Investing.com,

la Brexit e la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane sono due esempi di un nuovo vento che soffia sull'Occidente.

Nei 28 Paesi membri dell’Unione, i partiti euroscettici e populisti sono 91, e sono presenti in 24 di questi, inoltre, dal 2010 a oggi, il loro peso è raddoppiato.

Ma la reale forza la scopriremo a partire dal mese di Marzo, quando si voterà in Olanda, dove il Partito per la Libertà (Pvv) di Geert WIlders, che oggi ha il 12%, è dato dai sondaggi ai primi posti.

In caso di vittoria, Wilders ha già dichiarato che avvierà le procedure per la Nexit.

Il mese dopo, il 23 aprile, si voterà per il primo turno delle presidenziali in Francia, dove quasi certamente Marine Le Pen entrerà per il ballottaggio.

In autunno ci saranno le elezioni federali tedesche dove, anche qui a sorpresa poiché la Germania è considerata un Paese europeista, la Merkel se la dovrà vedere con l’avanzata significativa dell’Alternative fuer Deutschaland di Frauke Petry.

In questo lasso di tempo, dovrebbero svolgersi anche quelle italiane (forse giugno), anche se aumentano le voci per il 2018.

Qui non ci sono, se non a parole, partiti euroscettici, per ora non sono state istituite commissioni di tecnici per sapere quanto costerebbe e cosa bisognerebbe concretamente fare per uscire dall’Unione; forse perché tutti sanno che, se uscissimo, per noi sarebbe un autentico disastro.

Quanto costerebbe, invece, un'uscita della Francia dall'euro?

Ci sono due tipi di calcoli: ciò che sarà sottoposto ai creditori stranieri e ciò che sarà presentato a tutti i cittadini del Paese in uscita.

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Quello che interessa è il calcolo per il cittadino ma, purtroppo, è anche quello su cui vi è la minor informazione.

Ogni uscita di un paese dalla Zona euro presenta uno squilibrio tra le passività, ciò che deve, e le attività che detiene.

Uno Stato ha come passività le sue obbligazioni, il suo debito, per cui, resterebbe denominato in euro; il suo patrimonio invece sono le sue entrate fiscali, ciò che prenderà al cittadino.

Supponiamo che la Francia torni al franco: questo varrebbe meno dell'euro dalla sera alla mattina, perché se rifiutasse l'euro, non sarebbe in virtù di una situazione economica fiorente.

Nei paesi economicamente deboli, la valuta è debole.

Per cui, fuori dai confini nazionali francesi, chiunque guarderebbe il franco con sospetto.

Supponiamo quindi che 1F valga non più di € 0.8 (svalutazione del 20% secondo studi effettuati); il debito e gli interessi del debito rimarrebbero in euro, mentre le entrate verrebbero raccolte in franchi.

Pagare il debito quindi, richiederebbe uno sforzo del 20% in più.

Marine Le Pen, per bocca del suo consigliere economico Bernard Monot, sostiene di avere la soluzione: stampare denaro.

Monot ha detto in un intervista "Io non credo che sarà un disastro, perché, dopo tutto, la Francia è un grande paese e la gente capirà che siamo patrioti che stanno lavorando per ripristinare la sovranità della Francia". "Se c'è un disastro, ho un piano ed è qui," ha detto, indicando la sua testa.

Cosa c'è però, nella testa di Bernard Monot?

Una stampatrice può certamente stampare franchi ma non li può trasformare in euro.

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Potete creare il vostro denaro famigliare, ma ci sono poche possibilità che il macellaio o la vostra domestica la accettino.

Gli investitori stranieri che detengono il 60% dei 2000 miliardi di euro del debito francese, probabilmente, se ne infischierebbero della considerazione che la Francia è un "grande paese", che cerca di riguadagnare la sua "sovranità"; pretenderebbero pagamenti in euro.

Mr. Villeroy Galhau, in un intervista a Reuters sul tema, ha dichiarato:

"Voler lasciare l'euro e svalutare la nostra moneta per essere liberi di fare di più deficit, vorrebbe dire dimenticare che il finanziamento del debito francese sarebbe notevolmente più costoso. Oltre € 30 miliardi all'anno"

Mr. Villeroy Galhau, essendo ispettore delle Finanze alla Banca di Francia, sa quello che dice, ritenendo quindi attendibili le sue stime, a questo punto, possiamo considerare che nel caso di una uscita dall'euro, i cittadini francesi si troverebbero con:

- € 30 miliardi di euro di interessi aggiuntivi sul debito da pagare

- Un aumento immediato del 20% di tutte le importazioni (44 miliardi di euro all'anno) pari a €8,8 miliardi

- Finanziamento del debito pubblico da € 30 miliardi di euro (il debito esclusi gli interessi).

Sarà quindi un bene che lo Stato continui a vivere, ma siccome i finanziatori stranieri se ne saranno andati, bisognerà mettere le mani in tasca ai cittadini.

Questo renderà i francesi "cittadini totali" da € 68,8 miliardi.

A questo si aggiunge il congelamento dei contratti di assicurazione vita in euro (che è un debito francese di circa € 1300 miliardi) inizialmente, che verrebbero poi rimborsati in moneta nazionale in un secondo tempo.

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Le Pen, però, per poter mettere in atto le sue dichiarazioni, dovrebbe procedere con la modifica della Costituzione.

A differenza del Regno Unito, la Francia ha una costituzione il cui articolo 88-1, esprime chiaramente che "la Repubblica è parte dell’Unione europea". E sempre nella Costituzione l'art.89 recita che, "L’iniziativa della revisione della Costituzione spetta congiuntamente al Presidente della Repubblica, su proposta del Primo ministro, e ai membri del Parlamento".

Quindi la proposta di modifica deve essere approvata da Camera e Senato per poi essere sottoposta a referendum confermativo.

Il presidente può scegliere, in alternativa, di rimandare il testo al Congresso, ovvero a Camera e Senato riuniti in seduta comune, che devono approvarlo con una maggioranza di tre quinti.

Marine Le Pen sceglierebbe la prima, qualora conquistasse l'Eliseo, ma non è da escludere che la leader dell'ultradestra francese, se eletta presidente, potrebbe essere tentata dal rivolgersi al popolo anche qualora le camere boccino la "Frexit" in prima lettura.

C'è già un precedente nella storia francese, imputabile nientemeno che al padre della Quarta Repubblica, il generale Charles De Gaulle.

Nel 1962 De Gaulle propose di estendere all'elezione del presidente, il sistema maggioritario a doppio turno già in vigore per le elezioni politiche.

Il generale sapeva che la riforma costituzionale sarebbe stata respinta dalle Camere, per questa ragione, saltò il passaggio parlamentare indicendo immediatamente un referendum, che diede il via libera alla legge elettorale oggi in vigore.

Marine Le Pen potrebbe essere tentata dal fare lo stesso.

Inoltre, un voto popolare a favore della "Frexit", sarebbe difficile da ignorare per la politica in quanto sarebbe espressione della sovranità nazionale espressa in maniera diretta e questo avrebbe un peso politico tale che, alla fine, la riduttiva logica legale dovrebbe farsi da parte.

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Una "Frexit" non sarebbe la stessa cosa, però, della Brexit.

Semplicemente per il fatto che, già oggi, i ruoli di Francia e Gran Bretagna nella Ue sono molto diversi tra di loro.

Parigi è uno dei pilastri dell’Unione, Londra ha sempre cercato e ottenuto, un trattamento di favore (fuori dall’Euro e dall’area Schengen, per esempio).

L'ascesa dei partiti euroscettici ha messo l'euro sotto pressione e anche se non sarà la Francia ad uscire della moneta unica, altri paesi potrebbero essere tentati di farlo.

Effetto domino

Attenzione: l’Italia è proprio dietro l’angolo, il fronte per un ritorno alla lira diventa ogni giorno più forte e popolato.

Se la Francia lascia l’Euro, l’Italia la seguirebbe immediatamente, ma sarebbe un autentico disastro: il costo sarebbe pazzesco, parliamo di cifre dell'ordine di 350-400 miliardi di euro e anche la Germania vorrà tornare al suo caro vecchio marco (ci sono voci che ipotizzano addirittura, che abbia già stampato la sua moneta, per poter essere pronta, in caso di un'eventuale uscita o fine dell'euro).

L’abbandono dell’Euro da parte delle tre economie principali dell’Eurozona significherebbe la fine dell’esperimento europeo della moneta unica.

fonte: marketmover.it

Ultimi commenti

Articolo fazioso e semplicistico su un tema che è invece molto complesso e meritevole di oggettività e competenza economico-finanziaria.
Dice parecchie fess erie con i numeri e le percentuali, ma una cosa è sicura l'euro sta attraversando il momento piu delicato da quando è stato istituito, l'euro rischia veramente di fallire, quest'anno avremmo le risposte su tutto ci sono le elezioni nei maggiori paesi e questo determinerà il tutto.
L'europa unita per come è stata creata doveva per forza fallire! la Germania si è presa tutto è sarà quella che ne pagherà le conseguenze e perderà la sua terza guerra mondiale nel giro di 100 anni.
L'Italia è già in default a prescindere con quel po po di debito che si trova e che continua a crescere una strada vale l'altra!
Che massa di scemenze, manco ABC dell'economia finanziaria, al bar sanno fare di meglio. La Lex Monete la hanno già menzionata e quindi ti consiglio di documentarti su cosa sia, insieme a qualcosina che si chiama Bias Cognitivo. E poi basta solo in buonsenso per capire che se Francia e Italia escono sarà pure l'euro a rotolare in basso o a sparire e risorgere come Marco e un po' di svalutazione ci salverebbe letteralmente le chiappe.. In più informo Investing che le fake news sono passibili di multe salate. ;)
Senza considerare che non si evidenzia alcun minimo accenno alle conseguenze dirette che dovrebbero subire i mercati, in palese contraddizione con il titolo dell'articolo. I temi trattati e la forma in cui l'articolo è stato scritto è degno di un discorso da comizio politico. Non si capisce tra l'altro quale obiettivo pensi di raggiungere: temo che nessuno sia talmente scemo da farsi condizionare da un simile basso livello di argomentazioni. VERGOGNA !
L'articolo è pieno di frasi prive di senso economico e molti passaggi sono esplicitamente non imparziali: il risultato è un pessimo esempio della peggior forma di "giornalismo" ... si vergogni l'autore e si vergogni pure chi ne permette la pubblicazione
Articolo pieno di inesattezze.
ma come fa a dire che se la Francia esce dal l'euro le sue obbligazioni rimangono denominate in euro ma perché continua a dire autentiche fandonie esiste la lex monete penso lo sappia
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