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La BNS chiede più regole, “puntini” della Fed in disparte

Pubblicato 19.06.2014, 13:31
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

L’impostazione da colomba della Fed, nonostante il miglioramento degli indicatori economici negli USA, ha innescato un pesante calo dell’USD e dei rendimenti USA. Ieri l’S&P 500 ha toccato un nuovo massimo storico a New York, l’EUR/USD si è apprezzato, raggiungendo quasi i massimi da due settimane sull’onda delle forti vendite di USD. Oggi l’inclinazione negativa nei confronti dell’USD continuerà con tutta probabilità a guidare i mercati, i livelli tecnici saranno importanti per definire i nuovi livelli di breve termine. In Svizzera, come previsto, la BNS ha mantenuto invariata la politica monetaria, chiedendo allo stesso tempo ulteriori regole per alleviare la tensione sul mercato immobiliare e dei mutui.

La posizione da colomba di Yellen compensa i “puntini” della Fed

Le traiettorie delle proiezioni (puntini) sui tassi d’interesse dei singoli funzionari della Fed suggeriscono, a partire dal 2015, un aumento dei tassi d’interesse più rapido rispetto a quanto previsto in precedenza. Stando ai puntini, il tasso di finanziamento della Fed raggiungerebbe l’1,125% entro la fine del 2015 (rispetto all’1,0% precedente) e il 2,50% entro la fine del 2016 (rispetto al 2,25% precedente). La proiezione per i tassi a lungo termine è pari al 4,0% (rispetto al 3,75% precedente). Nonostante la curva dei “puntini” più ripida, l’impostazione accomodante della presidente della Fed Yellen, espressasi a favore di tassi bassi “per un periodo di tempo considerevole”, ha frenato gli entusiasmi per i lunghi sull’USD. L’S&P 500 ha raggiunto il massimo record pari 1.954,74 punti, il Dow Jones è salito a 16.911,41 punti, mentre il Nasdaq Composite ha centrato i 4.365,098 punti, avvicinandosi ulteriormente al picco dei 4.572,830 punti raggiunto durante la bolla dei titoli tecnologici nel 2000. La debolezza dell’USD è il tema chiave della giornata.

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La politica accomodante della BNS richiede misure normative più severe

La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha mantenuto invariato allo 0,00-0,25% l’obiettivo per il tasso Libor a 3 mesi e si è impegnata a continuare a proteggere la base dell’EUR/CHF a 1,2000 fissata a settembre 2011. L’intervento diretto sull’EUR/CHF ha aiutato l’economia svizzera a evitare un apprezzamento massiccio e una deflazione più profonda durante la crisi dell’Eurozona; la solida credibilità della BNS ha garantito il mantenimento della soglia dell’EUR/CHF senza che fossero necessari ulteriori interventi per proteggere i livelli a 1,20. Tuttavia, la debolezza del franco si è fermata a 1,26500 a maggio 2013. Da allora, una costante inclinazione ribassista e la continua domanda di CHF hanno fatto scendere la coppia a 1,21044 a marzo 2014, minimo da gennaio 2013. Anche se le continue pressioni al ribasso hanno sollevato timori di un intervento della BCE lo scorso 5 giugno, la correlazione negativa fra EUR/USD e EUR/CHF vista nell’ultimo anno ha compensato la debolezza dell’EUR, dopo che Draghi ha introdotto un nuovo pacchetto di stimoli nell’area euro.

Per il futuro, secondo noi la BNS non ha motivo di imporre precipitosamente tassi negativi o una soglia più alta, finché la base a 1,20 rimarrà al sicuro. È preferibile tenersi queste misure come possibile jolly, poiché sembra che la BCE abbia ulteriore spazio di manovra per un nuovo allentamento. L’FMI ha detto che la BCE dovrebbe ricorrere a un programma di acquisto di bond simile a quello della Fed per allentare le pressioni deflattive. Vista la situazione dell’EUR, la BNS sarà obbligata a mantenere una politica accomodante, almeno finché non ci saranno i primi segni di aggressività dalla BCE. Per quanto riguarda gli squilibri nel mercato immobiliare e in quello dei mutui in Svizzera, innescati dalle misure di reazione all’euro della BNS, la banca centrale elvetica ha richiesto altre misure macroprudenziali.

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L’EUR/CHF è sceso a 1,21666, testando la formazione di doppio minimo in atto dal 5 giugno (BCE), una rottura sotto questi livelli dovrebbe intensificare le pressioni al ribasso. Il supporto critico staziona a 1,21044 (minimo maggio 2014).

Formazione di un “tweezer top” per l’NZD/USD

Spinta dalla cifre positive riferite al PIL del primo trimestre e dalla debolezza dell’USD, la coppia NZD/USD ha toccato quota 0,8635 alla chiusura di New York, per poi scendere da 0,8736 in apertura di seduta. Gli attuali pattern a candela indicano la formazione di un “tweezer top” in caso di chiusura giornaliera inferiore a 0,8635, sviluppo che suggerirebbe una piccola inversione ribassista. Sulla base dell’andamento storico dei prezzi dell’NZD/USD, la formazione a tweezer durante un trend rialzista sarà seguita con tutta probabilità da nuova domanda dopo l’attenuazione delle tensioni per il surriscaldamento dei livelli tecnici.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD ha infranto la resistenza oraria a 1,3602 (massimo 10/06/2014). È previsto un aumento a breve termine verso la resistenza a 1,3677 (vedasi altresì il ritracciamento al 38,2%). Un'altra resistenza può essere trovata a 1,3734. Un supporto iniziale si trova ora a 1,3584 (minimo intragiornaliero). Un supporto chiave si trova a 1,3503. In un’ottica a più lungo termine, la rottura del cuneo rialzista di lungo termine (vedasi anche il supporto a 1,3673), indica un evidente deterioramento della struttura tecnica. Il rischio di lungo termine verso l’area inferiore implicato dalla formazione double top è a 1,3379. Si intravedono supporti chiave a 1,3477 (minimo 03/02/2014) e a 1,3296 (minimo 07/11/2013).

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GBP/USD La coppia GBP/USD continua la sfida nei confronti della resistenza principale a 1,7011. Supporti orari possono essere trovati a 1,6923 (minimo 18/06/2014 basso) e a 1,6882 (massimo 27/05/2014). A più lungo termine la propensione rialzista di medio termine resta favorita finché reggerà il supporto a 1,6661 (minimo 15/04/2014). L'interesse all'acquisto persistente favorisce un’eventuale violazione della resistenza principale a 1,7043 (massimo 05/08/2009). Altre resistenze si trovano a 1,7332 (vedasi il ritracciamento del 50% sul declino 2008) e a 1,7447 (minimo 11/09/2008).

USD/JPY La coppia USD/JPY rimane debole nonostante la vicinanza del supporto implicato dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 101,61). Un altro supporto si trova a 101,43. Una resistenza oraria è pari a 102,42. Una propensione rialzista di lungo termine resta favorita finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Monitorate l'area di supporto data dalla media mobile a 200 giorni e a 100,76 (minimo 04/02/2014). Un'importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF La coppia USD/CHF è riuscita a violare il supporto a 0,8960, convalidando il triplice top a breve termine. Si prevede una flessione attorno al supporto a 0,8908 (minimo 05/06/2014, vedasi anche il ritracciamento a 38,2%). Un altro supporto si trova a 0,8883. Una forte area di resistenza si registra tra 0,9012 e 0,9037. In una prospettiva a più lungo termine la violazione rialzista della resistenza chiave a 0,8953 suggerisce la fine dell’ampia fase correttiva innescatasi a luglio 2012. Il potenziale rialzo a lungo termine, implicato dalla formazione a doppio fondo, è a 0,9207. Una resistenza chiave si trova a 0,9156 (massimo 21/01/2014).

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