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La domanda in difficoltà rende Intel vulnerabile in vista del report del 1° trim.

Pubblicato 25.04.2019, 12:27
  • Pubblicazione del report sugli utili del primo trimestre 2019 oggi, giovedì 25 aprile, dopo la chiusura dei mercati
  • Previsioni sulle entrate: 16,03 miliardi di dollari
  • Previsioni utili per azione: 0,87 dollari
  • Il principale produttore di chip al mondo, Intel (NASDAQ:INTC), si ritroverà sotto i riflettori oggi, con gli investitori che analizzeranno i suoi risultati del primo trimestre alla ricerca di motivazioni per la forte impennata del titolo di quest’anno, segnata sull’ottimismo che la debolezza della domanda dello scorso anno sia stata solo temporanea e che la compagnia si trovi in una buona posizione per fare meglio dei rivali.

    Gli investitori non hanno trovato questi indizi a gennaio, quando Intel li ha delusi sia con gli utili del quarto trimestre che con le prospettive future. Di conseguenza, il titolo era crollato il giorno dopo. Ma la ripresa è stata rapida e la performance generale finora nel 2019 racconta una storia diversa.

    Il titolo è schizzato di quasi il 26% da Capodanno, segnando il massimo dal 2000 tra le aspettative degli investitori che la domanda di schede che vengono usate per gli smartphone ed i centri dati veda una ripresa nel secondo semestre dell’anno, dopo aver subìto un brusco rallentamento nel secondo semestre dell’anno scorso. Intel ha chiuso la seduta di ieri in calo dello 0,1% a 58,72 dollari.

    Intel weekly chart

    L’ottimismo degli investitori deriva dalle aspettative che USA e Cina riescano a risolvere il loro scontro commerciale in modo amichevole, eliminando una grande minaccia per l’economia globale. Le iniziative del governo cinese per dare slancio alla sua economia in rallentamento rappresentano un altro motivo per far salire i titoli dei chip quest’anno.

    Un’alta percentuale della crescita delle compagnie di semiconduttori è legata alla Cina, dove le spese per i videogiochi e l’intelligenza artificiale hanno alimentato la domanda dei loro prodotti nell’ultimo decennio.

    Le due grandi sfide di Intel

    Questo scenario positivo sicuramente ha un certo peso, ma pensiamo che essere troppo rialzisti su questo settore altamente ciclico non sia una mossa saggia a questo punto. Gli investitori dovrebbero tenere a mente l’avvertimento di questa settimana dei dirigenti di Texas Instruments (NASDAQ:TXN), secondo cui una ripresa della domanda dei clienti per le loro schede potrebbe impiegare del tempo a materializzarsi.

    Dopo aver annunciato gli utili il 23 aprile, il Direttore Finanziario della compagnia Rafael Lizardi ha fornito prospettive più caute sul settore, spiegando che il recente calo dei ricavi è il risultato del fatto che i clienti stanno riducendo gli ordinativi dopo un lungo periodo in cui hanno fatto scorta di componenti. Di solito, un simile periodo di crescita viene seguito da quattro o cinque trimestri di cali, secondo lui.

    Oltre a dover affrontare il ribasso ciclico, Intel deve fare i conti anche con i suoi problemi. L’azienda si ritrova in un ambiente altamente competitivo, in un settore che prospera nel produrre i chip più piccoli, più efficienti e potenti nei volumi più alti.

    La principale minaccia competitiva per Intel al momento è rappresentata da Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM) e NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) sul mercato dei centri dati e da Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD) per quanto riguarda il segmento dei personal computer. Inoltre, Amazon (NASDAQ:AMZN), la principale compagnia di cloud-computing, ha di recente annunciato che utilizzerà un chip prodotto da Taiwan Semiconductor nel suo primo processore per server in-house.

    Morale della favola

    Considerate queste minacce, non consigliamo di prendere posizione sul titolo di Intel in un momento in cui è già schizzato molto e sembra vulnerabile ad un’altra performance debole degli utili. Detto ciò, ci piace il titolo di Intel rispetto ai suoi rivali, per via del suo ampio fossato economico, delle forti spese per R&S e dell’allettante politica dei dividendi. Ma questo non è il momento giusto per comprare il titolo, soprattutto con le prospettive per la domanda tanto incerte ed il titolo scambiato ad un livello costoso. Meglio restare nelle retrovie.

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