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La Fed vede tre aumenti, la BCE ridurrà gli acquisti?

Pubblicato 16.12.2021, 10:37
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 15 dicembre 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

La Federal Reserve ha fatto un grande passo nella sua battaglia contro l’inflazione oggi, con l’annuncio di un taglio degli acquisti da 60 miliardi al mese. A novembre aveva tagliato gli acquisti di 15 miliardi al mese e a dicembre di 30 miliardi. Ha alzato le previsioni di inflazione per il 2021 e per il 2022 ed ha abbassato le proiezioni per il prossimo anno. Mentre la crescita del PIL del 2022 è stata rivista al rialzo, il tasso di quest’anno è stato rivisto al ribasso. Il mercato del lavoro “solido” e i livelli “elevati” di inflazione. 12 dei 18 policy-maker vedono tre aumenti dei tassi il prossimo anno, una visione molto più aggressiva rispetto a settembre. La prospettiva di più aumenti dei tassi avrebbe dovuto spingere il dollaro in salita e le azioni in calo, invece le azioni sono salite ed il dollaro USA ha perso tutti i rialzi registrati dopo il FOMC. 

Le vendite al dettaglio sono sceso più del previsto. La spesa dei consumatori è salita dello 0,3% nel mese di novembre, meno della metà di quanto previsto. Escludendo auto e carburanti, la spesa è salita solo dello 0,2%. Le difficoltà di approvvigionamento ed i prezzi elevati stanno iniziando a pesare sulla domanda. I trader del dollaro hanno trascurato il report in vista del FOMC in quanto la spesa su base annua è ancora molto forte. Il sondaggio dell’Empire State ha mostrato un aumento nel mese di dicembre, riflettendo la forza del settore manifatturiero.

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L’attenzione ora passa alla BCE e alla BoE. La crescita in Europa ha visto il picco prima rispetto agli USA. Le vendite al dettaglio in Germania non sono riuscite a segnare dati positivi ad ottobre come avevano sperato gli economisti, gli ordinativi industriali sono scesi e la produzione industriale nella zona euro hanno deluso le aspettative. Il Regno Unito è andato meglio, ma i dati del mercato del lavoro sono misti e i dati PMI sono stati rivisti al ribasso. Molti paesi in Europa, tra cui Germania e Regno Unito, hanno implementato nuovamente le restrizioni visto l’aumento di casi di COVID-19. Con queste previsioni incerte, sarebbe prudente che entrambe le banche centrali restassero caute nel nuovo anno. 

Tuttavia, l’inflazione è un problema cocente per la BCE e la BoE, ed entrambe le banche non possono permettersi di aspettare. Oggi abbiamo visto che la crescita dell’IPC è salita al massimo di 10 anni del 5,1% e la spesa dei consumatori dovrebbe subire un duro dall’aumento del costo della vita. Il mese scorso diversi policy maker britannici hanno suggerito che un aumento dei tassi potrebbe arrivare prima del previsto, ma questo prima dell’arrivo della variante Omicron. La questione ora è se trascureranno l’impatto economico nel breve termine al problema della possibile stagflazione. Crediamo che la BoE riconoscerà i rischi della variante Omicron, suggerirà che si tratti di un problema temporaneo e che si insista su una rimozione più rapida degli accomodamenti politici. Il vertice della BoE dovrebbe influire di meno sul mercato rispetto a quello della BCE in quanto non saranno fornite proiezioni economiche.

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La Banca Centrale Europea affronterà delle sfide simili a quelle della BoE, ma come lo interpreterà è meno certo. A differenza degli omologhi, non si è preoccupata dell’aumento della pressione dei prezzi ed ha insistito sul fatto che l’aumento sia transitorio nonostante i dati IPC di novembre siano saliti al ritmo più veloce dell’anno. La domanda sarà se le previsioni cambieranno. Cancellerà la parola “transitorio” come la Fed? Ridurrà gli acquisti di asset? Ripensiamo a settembre, la Presidente della BCE Christine Lagarde aveva detto “niente tapering per la signora”. 

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