Forex News and Events
L’USD continua a mostrare i muscoli, facendo aumentare la volatilità sul forex. Di conseguenza, sulle valute ad alto rendimento aumentano le pressioni a vendere. Nonostante il rally, chi opera in USA s’interroga sull’effetto dell’”eccezionalità” americana rispetto al suo ruolo di guida (grazie alla ripresa della domanda interna) in un clima internazionale più debole. Le vendite che hanno interessato gli indici azionari globali la scorsa settimana, fra cui anche l’S&P 500, che ha chiuso la settimana in negativa, suggeriscono che gli investitori si stanno insospettendo per i prezzi sui mercati. Poiché pare che siano i riacquisti senza precedenti di azioni societarie e la politica della Fed ad alimentare l’inflazione dei prezzi degli asset, e non una vera ripresa della crescita, c’è la sensazione che la solidità dei dati USA sia diventata artificiale. Noi abbiamo un’impostazione più moderata, a nostro avviso una forte flessione dell’azionario è improbabile, visto che BCE, BoJ e anche la PBoC si stanno dirigendo verso maggiori stimoli in scia alle deboli previsioni di crescita. Le banche centrali di Stati Uniti e Regno Unito continuano invece a rafforzare la divergenza delle politiche monetaria. Alla luce di questa deviazione, rimaniamo costruttivi su USD e GBP, e favorevoli all’azionario globale. Fatta questa premessa, visto l’ulteriore deterioramento delle prospettive di crescita, le materie prime e le valute ad esse collegate faranno fatica a trovare acquirenti nel prossimo futuro. Ciò nonostante, la relazione fra i tassi d’interesse USA e i prezzi delle materie prime continua a essere forte e, poiché il rialzo dei rendimenti USA sarà limitato viste le pressioni al ribasso dall’Europa, potremmo assistere a una stabilizzazione dei prezzi delle materie prime (anche se permane il rischio al ribasso).
Vendita di NZD
Sui mercati valutari, l’NZD è tornato al centro della scena. La coppia NZD/USD ha ceduto quasi il 2%, scendendo a 0,7710 da 0,7868 (in calo del 12% rispetto al picco di luglio) e la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha dichiarato di essere intervenuta attivamente sui mercati valutari, vendendo 521 milioni di USD nel mese di agosto, rispetto ai 2 mln di NZD venduti a luglio. Si tratta dell’intervento più copioso dal 2007 e molto probabilmente la RBNZ continuerà a vendere in settembre. La scorsa settimana, in un comunicato non programmato, il governatore della RBNZ Graeme Wheeler aveva segnalato che l’intervento era avvenuto, dicendo che il prezzo dell’NZD era “ingiustificato e insostenibile”. Vale la pena osservare che questi termini non sono nuovi, ma la natura inaspettata della pubblicazione ha segnalato esplicitamente che la RBNZ voleva inviare un messaggio forte e che la soglia per un intervento diretto sul forex era stata superata. Per la maggior parte dei partecipanti al mercato, l’intervento aggressivo della RBNZ non è stato però il motivo cardine della debolezza dell’NZD. Si ritiene che la debolezza dei prezzi dei prodotti caseari, le intense pressioni verbali e la decisione della RBNZ di passare a un’impostazione neutrale siano state le cause principali. In prospettiva, la forza dell’USD da una parte e la retorica aggressiva dall’altra, oltre alle vendite dirette, sono state estremamente efficaci e ciò suggerisce che la RBNZ ha ancora spazio per agire. L’impennata della volatilità implicita dell’NZD è chiaramente esagerata e insostenibile e ciò indica che la flessione subirà un rallentamento. Ciò nonostante, gli operatori farebbero bene a mettere in conto un calo ulteriore dell’NZD, visto che gran parte delle stime sul valore di mercato continuano a essere sopravvalutate.
The Risk Today
EUR/USD L’EUR/USD ha infranto il forte supporto a 1,2755 e sfida attualmente il supporto a 1,2662. Il momentum di breve termine è negativo finché i prezzi permarranno al di sotto della resistenza oraria a 1,2901 (massimo 23/09/2014). Una resistenza iniziale può essere trovata a 1,2816 (minimo 22/09/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi inferiori da maggio 2014. Viene sfidata la robusta area di supporto fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). È attesta un eventuale violazione inferiore. Una resistenza chiave staziona a 1,2995 (massimo 16/09/2014). Un altro forte supporto si trova a 1,2043 (minimo 24/07/2012).
GBP/USD La coppia GBP/USD si indebolisce dopo il recente rimbalzo dal minimo a 1,6052. Viene favorito un test del supporto orario a 1,6162 (minimo 16/09/2014). Resistenze orarie possono essere trovate a 1,6342 (massimo intragiornaliero) e a 1,6416. A più lungo termine il crollo dei prezzi, dopo aver raggiunto massimi su 4 anni, ha creato una forte resistenza a 1,7192, che improbabilmente sarà infranta nei prossimi mesi. Monitorare il recente rimbalzo poiché potrebbe segnalare l'inizio di una fase di consolidamento a medio termine. Un supporto si trova a 1,6052, mentre un forte sostegno si attesta a 1,5855 (minimo 12/11/2013). Una resistenza si trova a 1,6644.
USD/JPY L’USD/JPY ha infranto al rialzo al di fuori della gamma orizzontale definita dal supporto orario a 108,26 (minimo 23/09/2014) e 109,46 (massimo 19/09/2014). Monitorate la resistenza fondamentale a 110,66 (massimo 15/08/2008). Un primo supporto orario può essere trovato a 109,19 (minimo intragiornaliero). Resta favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). I recenti nuovi massimi confermano un forte trend rialzista di fondo. Viene favorita infine una violazione della resistenza principale a 110,66 (massimo 15/08/2008, vedasi anche il ritracciamento al 50% dal top del 1998). Un’altra resistenza può essere trovata a 114,66 (massimo 27/12/2007).
USD/CHF L’USD/CHF ha infranto la forte resistenza a 0,9456. La forza di venerdì ha alleviato i timori a breve termine derivanti dalla Shooting Star di giovedì. Supporti orari possono essere trovati a 0,9452 (minimo 25/09/2014) e a 0,9433 (massimo 18/09/2014). In un’ottica di più lungo termine la struttura tecnica prevede la fine della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. La violazione della robusta resistenza a 0,9456 (massimo 06/09/2013) conferma tale scenario. Un'altra resistenza chiave si trova a 0,9751 (massimo 09/07/2013). Supporti possono essere trovati a 0,9301 (minimo 16/09/2014) e a 0,9176 (minimo 03/09/2014).