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La riorganizzazione di GE fa presagire brutte notizie e un taglio del dividendo

Pubblicato 03.10.2018, 07:40
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

In un momento in cui gli investitori stavano aspettando con pazienza delle buone notizie da uno dei più grandi conglomerati industriali statunitensi, General Electric (NYSE:GE) ha sganciato una bomba indesiderata lunedì mattina, rivelando che la serie di crisi che sta affrontando questa un tempo venerabile compagnia non è ancora finita.

Il direttivo di GE ha licenziato John Flannery, presidente ed amministratore delegato assunto l’anno scorso per dare il via ad una dolorosa riorganizzazione mirata a migliorare i flussi di cassa della compagnia ed a riaccendere la fiducia degli investitori nel suo valore. Il piano mira a disintegrare di fatto il gigante di 126 anni, ma quest’ultima decisione dimostra che GE deve ancora capire bene come uscire dal pasticcio che è costato miliardi di dollari agli investitori e che ha fatto crollare il prezzo delle sue azioni.

GE Weekly 2015-2018

Il sostituto di Flannery, Larry Culp, membro del direttivo, è stato nominato nuovo Amministratore Delegato e presidente. Culp è un veterano del settore molto stimato che, nei suoi 14 anni al timone di Danaher (NYSE:DHR), è stato il responsabile della trasformazione della compagnia da produttore industriale ad azienda leader nel settore scientifico e tecnologico. Il titolo di GE è schizzato del 16% dopo l’annuncio, con gli analisti di Wall Street che hanno accolto bene la decisione.

Tuttavia, anche se gli investitori si sono entusiasmati per la possibilità di un’inversione di rotta di successo, GE ha annunciato che non rispetterà le precedenti previsioni sui flussi di cassa disponibili e gli utili per azione del 2018, per via della debole performance della sua divisione energetica. Inoltre, GE dovrà sopportare oneri di svalutazione non monetaria per l’avviamento della sua divisione energetica, una mossa che probabilmente cancellerà tutti i 23 miliardi di dollari di avviamento di questa divisione.

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Secondo noi, comunque, la recente impennata del titolo non è nulla di più che un cosiddetto rimbalzo del gatto morto. La ripresa delle azioni di GE, che hanno perso più della metà del loro valore nell’ultimo anno, richiede un aggiustamento molto più doloroso che far cadere qualche testa.

Una nuova minaccia per la ripresa futura di GE è il probabile taglio del rating del credito. Quello che ha frenato le agenzie di rating come Moody’s Investor Service dal privare GE del suo grado di rating è stata la possibile ripresa della cruciale divisione energetica della compagnia.

Tuttavia, la confessione di lunedì della compagnia secondo cui non rispetterà le previsioni sui flussi di cassa e sugli utili del 2018 e che affronterà un onere di svalutazione della divisione energetica ha rimosso questo ostacolo. Prevediamo che il rating del credito A2 di GE scenda di parecchio nei prossimi giorni. Se dovesse succedere, sarà più difficile per il colosso industriale raccogliere nuovi capitali dal mercato.

Nell’ambito del suo ampio piano di ristrutturazione per riportare la compagnia in salute finanziaria, GE intende operare uno spin off della sua divisione sanitaria e vendere la sua agenzia di servizi energetici Baker Hughes, sgretolando di fatto la compagnia. Lo spinoff dovrebbe essere completato nei prossimi 12-18 mesi. Una volta stretti gli accordi, ad una GE più snella resteranno i motori dei jet, gli impianti energetici e le divisioni di energia rinnovabile.

Questo piano, tuttavia, presenta un grosso problema che il 55enne Culp dovrà affrontare mentre cerca di instillare vita nel gigante zoppicante: le previsioni sulla domanda dei prodotti energetici, una divisione fondamentale per il piano di inversione di rotta della compagnia, non fanno che peggiorare.

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I precedenti amministratori delegati di GE non sono riusciti a prevedere l’enorme cambiamento che stava avvenendo nel settore, ossia la preferenza mondiale per l’energia rinnovabile, che ha ridotto significativamente la domanda per le compagnie solite usare impianti a gas e carbone. Nell’ultimo trimestre, gli utili del settore energetico sono crollati del 19%, mentre i profitti hanno visto un tonfo del 58%. Gli ordinativi di nuove attrezzature sono scesi del 26% a 7,4 miliardi di dollari.

Morale della favola

L’ultima riorganizzazione dei vertici di GE fa presagire altre brutte notizie in termini di tagli dei costi e mantenimento di denaro. L’unica ovvia potenziale vittima sarà il dividendo da 12 centesimi ad azione della compagnia che è stato dimezzato l’anno scorso e ora rischia di essere completamente eliminato con Culp che interviene per preservare denaro. Secondo JP Morgan (NYSE:JPM), GE ha bisogno di 30 miliardi di dollari in contanti per pagare i debiti e rispettare le aspettative delle agenzie di rating.

Potremmo avere altre notizie dal nuovo amministratore delegato il 25 ottobre, prima dell’apertura dei mercati, quando la compagnia pubblicherà gli utili del terzo trimestre 2018. Però, a prescindere dai risultati, sembra che le disavventure che stanno vivendo i milioni di investitori di GE che fanno affidamento sui payout della compagnia siano lungi dall’essere finite. Riteniamo che ci sia la forte possibilità di altre delusioni in arrivo.

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