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La settimana delle banche centrali che ha cambiato il futuro

Pubblicato 18.12.2023, 07:55
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ENX
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"Ricordate, ricordate sempre, che tutti noi, e tu ed io in particolare, discendiamo da immigrati" (Franklin D. Roosevelt)
La settimana delle banche centrali che ha cambiato il futuro. Affermazione forte ma che forse, tra qualche mese, potrebbe rivelarsi esatta. Così come l’ottobre del 2022 sarà ricordato per avere dato il via a uno dei più importanti rally degli ultimi 24 anni spingendo l’Eurostoxx 50 sino al massimo di tutti i tempi, il mese di dicembre 2024 ha tutte le caratteristiche per essere ricordato come quello che ha aperto la strada alla svolta nella politica monetaria. In una settimana i rendimenti sono crollati: BTP a 10 anni sui minimi da 1 anno ben sotto il 4%, T-Bond a 10 anni sui minimi da agosto 2023, a un passo dalla soglia del 4%. Ovvio quindi che il mercato stimi, da parte della Fed, sino a 6 tagli dei tassi nel corso del prossimo anno. La Bce sembra invece mantenere il punto sulla politica monetaria restrittiva , ma importanti indicatori spingono nella direzione di una svolta a breve. Le quotazioni del gas sulla Borsa di Amsterdam, sono crollate del 14% in 5 sedute. L’EUA, ovvero il future sui diritti di inquinamento, è sceso sui livelli dell’ottobre del 2011: -30% dai massimi. Il segnale che l’economia europea è in rallentamento, con l’elevata probabilità che nei primi 2 trimestri del 2024 si concretizzi la recessione. Con un’inflazione prossima al 2% (in Italia a novembre è salita solo dello 0,7%) le ragioni dei falchi non trovano quasi nessun fondamento. Unico tema l’inflazione salariale che però in Europa non è così concreta come in Usa. Molta attenzione quindi ai dati macro in uscita questa settimana nell’Eurozona: si comincia oggi alle 10:00 con l’indice IFO sulla fiducia delle aziende tedesche, giovedì alle 11:00 l’indice dei prezzi alla produzione in Italia.

Chi vince e chi vincerà

Il 2023 volge al termine mentre il 2024 si avvicina rapidamente. Per gli operatori è tempo di bilanci e osservando l’andamento dei principali indici mondiali i risultati sono ampiamente soddisfacenti. Non si può dimenticare però che, trainati da rosee prospettive sulle infinite possibilità dell’IA e dall’impatto positivo dei tassi di interesse sui titoli bancari, molti dei rendimenti accumulati dalle Borse sono riconducibili alle performance di una ristretta cerchia di aziende tecnologiche e finanziarie. Almeno sul fronte dei rendimenti lo scenario sta però rapidamente cambiando, e gli investitori si interrogano su quali possano essere i catalizzatori a partire dal mese di gennaio. Scontato il rally di fine anno, si tratta di capire quali saranno i settori e le società che avranno la forza di spingere verso nuovi massimi le Borse mondiali. Secondo Columbia Threadneedle Investments: «attualmente, i rendimenti della liquidità e dei mercati monetari sono ai massimi quindicennali, affermandosi come strumento preferito dagli investitori». Ma sebbene la liquidità offra un rendimento interessante in questo momento, è destinata a scendere non appena le banche centrali taglieranno i tassi. Un’ottima fonte di reddito sostitutiva sono le azioni a dividendo, che potrebbero offrire anche una rivalutazione del capitale. I titoli che pagano dividendi non sono però tutti uguali. Per generare flussi di reddito sostenibili bisogna trovare aziende che accrescano i dividendi e che siano dotate di bilanci in grado di sostenere tali distribuzioni anche a fronte di un aumento della volatilità”. Un cambio di scenario che potrebbe riguardare anche Piazza Affari, ed in particolare l’indice Euronext (EPA:ENX) Growth Milan, ovvero il listino delle PMI ad alto potenziale di crescita e più esposte, negativamente, al rialzo dei tassi di interesse, che grazie al cambio di politica monetaria hanno buone probabilità di essere riscoperte grazie a un mix di valutazioni sui minimi storici buoni fondamentali.

Club deal mon amour

Secondo una ricerca di Valter Conca, professore di Finanza al Private Equity Lab di Sda Bocconi, il fenomeno club deal in Italia è in crescita esponenziale. Ancora marginale nel 2016, questa forma di investimento è decollata arrivando a 45 operazioni nel 2021, 69 nel 2022 e 61 fino a novembre di quest’anno. Se il trend verrà confermato, gli investimenti in club rappresenteranno il 25% del totale delle operazioni private nel 2023 (esclusi venture capital e fondi infrastrutturali), dato in forte aumento dall’11% circa del 2022. Dati rilanciati in un articolo di MF che fa il punto su questa forma di investimento, che in Italia ha grandi potenzialità di crescita grazie a due ingredienti: l’elevato numero di PMI e l’enorme giacimento di risparmio privato a caccia di opportunità di rendimento nell’economia reale. In questo contesto si muove Mazal Capital, che investe in PMI con un alto potenziale di sviluppo e solidi fondamentali per supportarle in un processo di crescita con un orizzonte temporale di medio lungo periodo. Mazal Capital è un progetto strutturato nella forma del Club Deal che consente a soggetti qualificati come investitori privati e imprenditori (gli Investitori) di partecipare attivamente ad un reale programma di crescita di imprese ambiziose proiettate nel futuro. Tra le operazioni portate a termine con successo ELIGO, su cui Mazal ha investito nel corso del 2022, e successivamente entrata in Borsa con il supporto di Integrae SIM.

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