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La Volcker Rule rivista preannuncia un ritorno ad attività bancarie rischiose?

Pubblicato 12.06.2018, 14:29
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

di Moriah Costa

Con la SEC che la scorsa settimana ha approvato la proposta revisione della Volcker Rule, sembra che le banche si stiano avvicinando sempre più a qualcosa che desiderano da tempo: meno regolamentazioni.

Martedì 5 giugno, la statunitense Securities and Exchange Commission è diventata la quinta di cinque agenzie, dopo la Fed, l’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e la US Commodity Futures Trading Commission (CFTC), ad accettare la possibilità di apportare modifiche alla Volcker Rule, una norma del 2013 che vieta alle banche commerciali il proprietary trading, ossia l’utilizzo dei fondi dei clienti per fare investimenti speculativi per il profitto dell’istituto finanziario stesso.

La norma, che fa parte della riforma bancaria Dodd-Frank del 2010, è stata adottata in risposta all’affermazione dell’ex Presidente della Fed Paul Volcker secondo cui l’aumento dell’attività speculativa da parte delle banche commerciali tramite strumenti con un rischio così alto, come i derivati ed altri prodotti specializzati, ha rappresentato uno dei fattori chiave che hanno innescato la crisi finanziaria del 2008.

KBW Banking Sector Index Monthly, pre- and post-crash

In risposta all’approvazione della SEC della revisione proposta, importanti organi di stampa come il New York Times e la CNBC hanno definito le modifiche “radicali”, mentre la Senatrice USA Elizabeth Warren (Democratica - Massachusetts) ha reagito in modo più aspro.

Riferendosi a molti ex banchieri di investimento di Goldman Sachs che sono, o sono stati, membri del governo Trump, tra cui l’attuale Segretario al Tesoro Steven Mnuchin, Warren lo ha definito un “favore” da parte di “ex colleghi banchieri diventati regolatori” per ridimensionare “una norma che protegge i contribuenti da un altro salvataggio”.

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Le grosse banche, tuttavia, non stanno ancora festeggiando. Anche se le modifiche rendono in realtà più facile alle banche rispettare la legge, alla fine i vertici saranno ancora ritenuti responsabili per qualsiasi rischio assunto dagli istituti finanziari.

E soprattutto, le modifiche proposte non eliminano la componente essenziale della legge, che impedisce alle grandi banche di trarre profitto da speculazioni fatte con i soldi dei clienti.

Mentre le banche più piccole e di media dimensione (istituti con meno di 10 miliardi di dollari di attività e passività) saranno esentate dalla Volcker Rule, le banche più grandi, che effettuano la maggior parte degli scambi operati da enti finanziari, non lo saranno.

Volcker 2.0

Le modifiche apportate alla norma sono finalizzate a rendere più facile a banche e regolatori rispettare la legge. Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha riferito al vertice del consiglio dei governatori il 31 maggio:

“La proposta risolverà parte dell’incertezza e della complessità che al momento rende difficile alle aziende sapere come rispettare la norma nel migliore dei modi ed ai supervisori capire se viene rispettata. Il nostro obiettivo consiste nel sostituire i requisiti chiaramente complessi ed inefficienti con una serie di condizioni più snelle”.

La nuova versione, chiamata da molti Volcker 2.0, potrà essere commentata dal pubblico per 60 giorni prima che i cinque enti regolatori bancari organizzino probabilmente un secondo round di votazioni, nel corso dell’anno. Prevede alcune modifiche fondamentali.

La prima è una modifica in categorie, che determina quanto severamente viene regolamentata una banca.

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Qualsiasi istituto con 10 miliardi di dollari o più di attività e passività sarà soggetto al massimo rispetto dei requisiti, mentre le banche con attività inferiori ai 10 miliardi di dollari ma superiori al miliardo di dollari saranno soggette al rispetto di requisiti ridotti.

Infine, qualsiasi istituto con meno di un miliardo di dollari di attività sarà esentato dalla Volcker Rule.

Mentre i critici affermano che esentare qualsiasi banca dalle norme sul proprietary trading sia un campanello d’allarme, il personale della Fed stima che 40 banche saranno ancora pienamente regolate.

Queste quaranta - comprese Bank of America (NYSE:BAC), Citigroup (NYSE:C), JPMorgan (NYSE:JPM), Morgan Stanley (NYSE:MS), Goldman Sachs (NYSE:GS) e Wells Fargo (NYSE:WFC), rappresentano il 98% dell’attività di trading.

Il secondo cambiamento prevede la rimozione del divieto di tenere scambi per meno di 60 giorni, un qualcosa che persino i regolatori della Fed ammettono che sia troppo opprimente.

E questo garantisce ai trader più libertà di azione per quanto riguarda speculazioni rischiose per conto di un cliente, come creare scambi di un prodotto finanziario sia come compratore che venditore, noto come “market making”. Altre eccezioni comprendono l’hedging e la sottoscrizione di un’offerta pubblica iniziale.

Le nuove norme consentono invece alle banche di decidere le proprie strategie di rischio e di trading, con i limiti di rischio approvati dai regolatori.

Fin quando le banche rispetteranno i limiti di rischio prescritti, gli esaminatori bancari presumeranno che le aziende stanno operando secondo la legge.

Restano in vigore altre importanti disposizioni, come il fatto che gli Amministratori Delegati delle banche possano essere ritenuti responsabili di qualsiasi trading rischioso. Questo aspetto comprende il dimostrare di aver adottato i controlli adeguati per prevenire il proprietary trading.

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Semplificare senza minare i principi fondamentali

L’aggiunta di chiarezza renderà “più semplice e più conveniente rispettare” la legge, spiega Peter Nerby, vice Presidente senior di Moody’s in una nota.

“Una Volcker Rule più chiara, più semplice da rispettare e da applicare, insieme ad altri miglioramenti regolatori post-crisi che richiedono ancora alle banche di tenere maggiori quantità di capitali e liquidità per esposizioni meno liquide e più volatili (compresi il Basel III capital and liquidity framework, gli Stress Test Dodd-Franke ed il Comprehensive Capital Analysis and Review della Fed), rappresenta uno sviluppo positivo per il credito”.

Persino Paul Volcker, che ha proposto la legge, non è contrario ai cambiamenti. “Quello che è importante è che la semplificazione non vada a minare i principi fondamentali in ballo: i gruppi bancari supportati dai contribuenti, di qualsiasi dimensione, non partecipano al proprietary trading andando contro gli interessi del pubblico di base e dei clienti”, ha affermato in una dichiarazione.

Sebbene alcuni condannino le riforme della Volcker come un ritorno ai giorni pre-crisi finanziaria delle attività bancarie rischiose, resta da vedere se il settore finirà effettivamente per tornare alla situazione “senza controllo” precedente alla crisi del 2008. Per molti, le nuove modifiche significano il contrario: meno lavoro inutile e più tempo per i regolatori per assicurarsi che le banche non portino ad un’altra crisi finanziaria.

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