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Le notizie dalla Cina spingono le valute oceaniane, CAD sotto pressione

Pubblicato 06.01.2015, 13:38
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

L’indice cinese di HSBC sul settore dei servizi ha mostrato un marginale miglioramento. Ovviamente il mercato va alla ricerca di qualsiasi elemento positivo per le prospettive economiche della Cina, ma ciò che ha dato davvero una spinta alle valute oceaniane è stato quasi sicuramente l’annuncio di Pechino sulla velocizzazione della spesa per le infrastrutture, per un valore di 1,1 mila miliardi di USD. Sebbene la Cina abbia perseguito, seppur in modo non ufficiale, la politica dell’annuncio di nuove spese all’inizio del nuovo anno, un investimento di questa portata ammonta a circa il 15% degli investimenti fissi totali dell’anno scorso. I politici cinesi sono evidentemente preoccupati per il rallentamento della crescita, mentre aumenta il numero di previsioni che stimano il PIL del 2015 sotto il 7,0%.

D’altro canto, considerando il contesto macroeconomico favorevole, la PBoC ha spazio di manovra per intervenire con nuovi stimoli monetari volti a sostenere la ripresa cinese. A novembre l’IPC cinese è sceso all’1,4% e dovrebbe rimanere sottotono, soprattutto per effetto delle dinamiche nei mercati petroliferi. Il prossimo rilevamento sarà pubblicato il 9 gennaio; le previsioni di un dato debole dovrebbero limitare i tentavi rialzisti dello yuan (CNY) sui mercati dei cambi. Si prevede un forte supporto per la coppia USD/CNY in corrispondenza della media mobile a 200 giorni (6,1821). La debolezza economica spingerà la PBoC a tagliare i tassi di riferimento di almeno 75 punti base, aumentando la spesa per le infrastrutture critiche. La reazione politica prevista dovrebbe far in modo che la crescita del PIL non scenda sotto la soglia del 7% nel 2015.

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Recupero delle valute oceaniane sull’onda delle notizie dalla Cina

L’AUD e l’NZD hanno ottenuto la spinta maggiore dall’intervento di politica proattivo cinese. Ciò fa emergere una dicotomia interessante: sarà la polarità finanziaria di Cina e USA a guidare le valute correlate, e non solo la prevista forza dell’USD dovuta al restringimento della politica monetaria.

L’AUD/USDè salito a 0,8158 (massimo del canale discendente di novembre e dicembre) in scia alle notizie favorevoli alla crescita in Cina e al calo del deficit commerciale in Australia. Una violazione superiore alla banda del canale superiore dovrebbe segnalare un pattern d’inversione rialzista di breve termine. Ciò nonostante, il giudizio di medio termine rimane nettamente negativo, poiché si prevedono tagli del tasso dalla RBA e in scia al nervosismo per la normalizzazione della Fed, contrappeso non trascurabile agli sforzi cinesi per spingere la crescita. L’obiettivo rimane invariato a 80 centesimi, e a livelli più bassi. Le correzioni al rialzo dovrebbero generare interessanti opportunità per rafforzare le posizioni negative in AUD.

WTI scambiato sotto i 50 USD

Le valute legate al petrolio hanno ottenuto una piccola spinta dalla notizia che, a febbraio, l’Arabia Saudita aumenterà il prezzo del petrolio destinato all’Asia, il maggior produttore di petrolio al mondo potrebbe ritrattare dunque la posizione a difesa degli sconti. L’entusiasmo è venuto meno rapidamente, è il WTI è sceso sotto i 50 USD. Vista l’attuale sovrapproduzione e le speculazioni che gli USA utilizzerebbero il greggio come un’arma geopolitica, non basterà un piccolo aumento del prezzo per far invertire il crollo del petrolio, quindi nel breve termine restiamo negativi sul petrolio e sulle valute ad esso legate.

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Continueranno le pressioni sul loonie (CAD)

Oggi il Canada pubblicherà il dato sui prezzi di prodotti industriali e materie prime di novembre. Le previsioni sono deboli e le attuali condizioni del mercato favoriscono il campo delle colombe della BoC. Gli ordini d’acquisto per le opzioni in scadenza oggi sull’USD/CAD si susseguono sopra 1,17. Il giudizio per l’USD/CAD rimane rialzista se oggi la coppia chiuderà sopra il punto pivot del MACD (1,1664). L’EUR/CAD testa il supporto a 1,40. Gli indicatori di trend e momentum puntano a vendite più marcate in scia al sentiment negativo intorno all’EUR. Si prevedono discrete offerte in corrispondenza della copertura della nuvola giornaliera (1,40961 / 1,41934).

chart

The Risk Today

Luc Luyet

EUR/USD L’EUR/USD sta tentando di rimbalzare vicino al supporto chiave a 1,1877 (minimo 07/06/2010). Ciò nonostante, finora l’interesse all’acquisto per il breve termine è molto debole, come si evince dall’attuale incapacità di superare la resistenza iniziale a 1,1976 (massimo infragiornaliero). Le resistenze orarie sono costituite da 1,2007 (massimo 05/01/2015) e 1,2110 (massimo infragiornaliero). In un’ottica di più lungo termine, l’EUR/USD si trova da maggio 2014 in un trend ribassista. Si sfida ora la forte area di supporto fra 1,2043 (minimo 24/07/2012) e 1,1877 (minimo 07/06/2010). La struttura tecnica favorisce un’eventuale violazione al ribasso. Altri supporti chiave stazionano a 1,1640 (15/11/2005) e 1,0765 (minimo 03/09/2003). Una resistenza chiave giace a 1,2252 (massimo 25/12/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD continua a far registrare una successione di breve termine di massimi più bassi, malgrado l’ampia ombra infragiornaliera più bassa di ieri. Ora i supporti stazionano a 1,5176 (minimo 05/01/2015) e 1,5102. Finché i prezzi rimarranno sotto la resistenza a 1,5341 (massimo infragiornaliero), la struttura tecnica di breve periodo è negativa. Una resistenza più importante giace a 1,5486 (minimo 23/12/2014). In un’ottica di più lungo termine, la struttura rimane negativa finché i prezzi resteranno sotto la resistenza chiave a 1,5826 (massimo 27/11/2014). Si prevede un ritracciamento completo dell’ascesa del 2013-2014. Un forte supporto giace a 1,4814 (minimo 09/07/2013).

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USD/JPY L’USD/JPY ha infranto il supporto orario a 118,26 (minimo 18/12/2014), sintomo di un aumento delle pressioni a vendere. Monitorate il supporto a 118,26. Le resistenze orarie si trovano ora a 119,79 (massimo infragiornaliero) e 120,83 (massimo 23/12/2014). Propendiamo per un giudizio rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Anche se non ci sono segnali che suggeriscono la fine del trend rialzista di lungo termine, è probabile un consolidamento di medio termine, considerando la ripida ascesa vista di recente e la forte resistenza ubicata a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave da monitorare giace a 115,46 (minimo 17/11/2014).

USD/CHF L'USD/CHF sta sfidando la forte area di resistenza definita da 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010). Supporti per la temporanea debolezza si trovano a 0,9990 (minimo infragiornaliero) e 0,9934 (minimo 02/01/2015). In un’ottica di più lungo periodo, la struttura tecnica mostra che nell’agosto del 2011 è iniziato un nuovo trend ascendente di lungo termine. Di conseguenza, anche se la forte zona di resistenza compresa fra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010) potrebbe generare un certo consolidamento, si prevede successivamente una violazione al rialzo. Altre resistenze chiave stazionano a 1,0676 (massimo 12/07/2010) e 1,1731 (massimo 01/06/2010). Un supporto chiave giace a 0,9831 (minimo 25/12/2014).

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