Il mercato cinese è veloce nei suoi cambiamenti a differenza di altri. E’ risaputo che il loro silenzio, la loro efficacia, tanto fastidiosa agli occidentali, intensifichi un processo di cambiamento strutturale senza urla e senza annunci sensazionali. I fatti, portano risultati. L'indice Caixin / Markit Manufacturing Purchasing Managers (PMI) di ottobre è salito a 51,7 dai 51,4 di settembre, segnando il terzo mese consecutivo di espansione. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettavano un calo della crescita a 51,0. La domanda sia interna che estera è notevolmente migliorata, e questo nulla ha che vedere con lo scenario dei dazi.
Nuovi ordini di esportazione per produttori cinesi sono ritornati per la prima volta in territorio espansionistico in cinque mesi. Il tentativo disperato degli USA,si può definire solo in questo modo, di riportare ordine interno, fallisce su tutta la linea nella dinamica della negoziazione con il dragone.
E’ vero, che alcuni dati sono in contrasto o per meglio dire in contrazione, ma il mercato cinese per quello che esprime, dimostra un’ampia flessibilità a partire dalla sua valuta, lo Yuan.
Gli sviluppi nella disputa commerciale tra Cina e Stati Uniti sono stati il principale fattore trainante per lo yuan dopo lo scoppio della guerra commerciale dello scorso anno e probabilmente continueranno a influenzare il sentiment dello yuan, inoltre alcuni sostengono che la moneta cinese potrebbe rafforzarsi in modo sostanziale se Washington e Pechino potessero concordare un accordo questo mese, per procedere alla seconda fase dei colloqui. In realtà, in questa sede e precisamente il 12 settembre fu scritto che un ritorno dei valori in area 6,9300 era altamente auspicabile.
Il People's Daily del Partito Comunista ha dichiarato giovedì che stabilizzare la crescita dovrebbe essere più prioritaria. Il commento ha chiesto di espandere gli investimenti nelle infrastrutture dove è necessario.
La Cina utilizzerà la prossima fiera di importazione a Shanghai la prossima settimana, cercherà di mostrare le sue credenziali di libero scambio, criticare le sue politiche e approfondire la sua influenza economica globale in un momento di nuova incertezza sulla guerra commerciale Cina-USA. Inoltre le critiche non mancano, ma la Cina ospiterà oltre 3.000 aziende e diversi leader stranieri all'evento dove l’obbiettivo è mostrare un nuovo volto cercando di essere ancora protagonista.
Il dragone ospiterà anche una riunione "mini-ministeriale" di circa 30 membri dell'Organizzazione mondiale del commercio. L'incontro discuterà del sistema commerciale multilaterale e della riforma dell'OMC.
Se Trump ha affermato che la Cina non era un problema, ma lo era la Fed, la giravolta di annunci a cui siamo stati abituati, il Paese orientale ha risposto che le imprese statunitensi saranno ben rappresentate in fiera, con un numero maggiore di aziende americane rispetto all'anno scorso.