L'euro è salito sopra 1,17 dollari a un massimo da due settimane di 1,1721, dopo il dato sull'inflazione USA più debole delle attese che ha pesato sul dollaro, mentre un più ampio recupero nella fiducia ha sostenuto la moneta unica.
Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha riportato giovedì che l'indice dei prezzi al consumo di agosto “rispetto all’anno precedente” è scivolato al 2,7%, inferiore al 2,8% previsto e al di sotto del 2,8% riportato nel periodo precedente.
Anche l'inflazione core, che elimina le componenti volatili, ha mancato il segno uscendo al 2,2%, al di sotto del 2,4% previsto.
Ieri l'istituto centrale turco ha alzato il tasso di riferimento al 24%, con una stretta di 625 punti base, per far fronte alla crescente inflazione, innescando un recupero nei mercati emergenti, mentre le speranze di un nuovo giro di negoziati fra USA e Cina sul tema del commercio ha aumentato nel mercato il livello di fiducia.
Il prezzo del petrolio oggi è in risalita, il Future Petrolio Greggio WTI sale a 68,95 dollari (+0,52%), mentre il barile di Brent è quotato 78,34 dollari (+0,16).
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi
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