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L’oro punterà alle stelle o si fermerà sulle cime degli alberi?

Pubblicato 13.09.2019, 15:19

La BCE ha finalmente tagliato il tasso di deposito al minimo storico di -0,5%. E la Fed avrà l’occasione di essere la prossima a tagliare i tassi, insieme ad una serie di altre banche centrali tra cui quella del Giappone. La domanda è: cosa farà l’oro?

Rispetto alla sua scintillante corsa tra maggio ed agosto, la performance dell’oro negli ultimi giorni è stata a dir poco anemica.

Anche dopo il ritorno della Banca Centrale Europea al quantitative easing ieri, il metallo giallo si è consolidato a malapena in salita. L’unica consolazione è stato l’enorme rimbalzo registrato all’inizio della giornata, svanito poi sulle prese di profitto prima della chiusura.

Quanto in alto salirà l’oro? Quanto durerà a questi picchi?

Tutto ciò rende difficile prevedere il prossimo breakout dell’oro: da quanto in alto salirà a quanto durerà il rialzo.Quindi, riprendendo la domanda: cosa faranno i long dell’oro se la Federal Reserve dovesse tagliare i tassi il 18 settembre, come previsto, anche solo di 25 punti base?E cosa succederà se questo intervento dovesse essere seguito da una raffica di allentamenti da parte delle banche centrali di Giappone, Taiwan ed Indonesia, le cui decisioni di politica monetaria sono attese il 19 settembre, un giorno dopo di quella della Fed?I long dell’oro punteranno alle stelle? O si accontenteranno di atterrare sulle cime degli alberi?

Due scuole di pensiero

Ci sono due scuole di pensiero circa la direzione del bene rifugio preferito dal mondo.

Una è che l’impennata dell’oro ha raggiunto un punto di esaurimento, il che significa che ci saranno meno di quei rialzi esagerati a cui abbiamo assistito negli ultimi quattro mesi. Anche se ci dovessero essere, probabilmente saranno cancellati in fretta.

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L’altra è che i long sul metallo prezioso sono virtualmente inarrestabili e potrebbero, se le stelle dovessero allinearsi, riscrivere il massimo storico di oltre 1.900 dollari l’oncia.

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RBC si aspetta che l’oro arrivi a 1.500 dollari

Il gruppo bancario canadese RBC appartiene alla prima scuola di pensiero e ieri ha stimato 1.500 dollari per il resto del 2019 e nel 2020. La previsione precedente era di 1.350 dollari.Sebbene il previsto intervento della Fed sia il fattore principale per l’oro a 1.500 dollari, RBC afferma che il metallo prezioso “a questo punto … sembra stare mettendo in conto un completamento senza successo dell’accordo sul libero commercio USA-Cina prima della fine dell’anno”. Aggiunge: “Ci aspettiamo un’impennata stagionale del prezzo dell’oro sul periodo dicembre-gennaio”. Ma anche così, RBC ha una proiezione più bassa per il 2021 ed oltre, stimando un prezzo medio di 1.450 dollari rispetto ai 1.300 precedenti. Sul lungo termine, prospetta un prezzo di 1.400 dollari.RBC non ha spiegato le sue previsioni ridotte.Dopo aver toccato picchi di sei anni di 1.565 dollari ad agosto, i future dell’oro USA sul Comex sono a poco più di 1.500 dollari al momento, con un rialzo sull’anno del 17% rispetto al massimo precedente del 20%. L’oro spot, che rispecchia gli scambi di lingotti, oscilla a poco meno di 1.500 dollari, con un rialzo annuo del 15%.

Una delusione dalla Fed potrebbe ostacolare una performance migliore, dice TD Group

Anche TD Securities, altro istituto finanziario canadese, si aspetta che il metallo prezioso mantenga la sua inclinazione rialzista, sebbene una delusione dei long circa i tagli della Fed possa impedire una performance migliore.

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Il gruppo scrive in una nota:

L’idea della BCE di un “QE infinito, fino a quando l’inflazione non ‘convergerà’ al 2%, rappresenta un’inclinazione cauta … e continueremo a vedere i tassi spostarsi in calo nel tentare di raggiungere il rendimento, supportando l’oro”.

Ha anche aggiunto che l’instancabile insistenza del Presidente Donald Trump affinché la Fed surclassi i rivali nel tagliare i tassi difficilmente vedrà un’azione corrispondente. All’inizio della settimana, Trump ha definito i funzionari della banca centrale USA “zucconi” per i deboli tagli dei tassi ed ha lodato la BCE ieri per aver “agito in fretta” mentre la Fed non fa che “stare a guardare”.

Nel complesso, TD Securities afferma che la debolezza economica di base, l’inclinazione cauta delle banche centrali e la carenza di asset rifugio con l’aumento del debito del rendimento negativo “suggerisce che la strada verso una resistenza minore per oro e compagnia è in salita”.

Citigroup si aspetta oro a 2.000 dollari nei prossimi due anni

La banca di investimenti di Wall Street Citigroup (NYSE:C) appartiene invece alla scuola di pensiero che si aspetta che l’oro punti alle stelle.

L’oro potrebbe segnare massimi storici e persino superare i 2.000 dollari l’oncia nei prossimi anni se i rischi di recessione ed i tagli dei tassi dovessero persistere, scrivono in una nota di martedì gli analisti di Citi.

Il gruppo ha alzato l’obiettivo del quarto trimestre sull’oro a 1.575 dollari e l’obiettivo del 2020 a 1.675 dollari.

Aggiunge:

“Troviamo ragionevole considerare un aumento delle probabilità che il mercato dei lingotti possa ritestare i picchi di prezzo nominale del 2011-2013 ed essere scambiato a 1.800-2.000 dollari l’oncia entro il 2021 e 2022, sulla scia del cambiamento del ciclo di affari USA verso una crescita più lenta/recessione oltre all’incertezza per le elezioni”.

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