Buongiorno ai lettori di Investing.com,
la riserva valutaria della Banca Nazionale Svizzera (BNS) è salita del 3,8%, a 668,2 mld di CHF.
Sebbene la BNS non rilasci generalmente commenti sugli interventi, l’entità dell’espansione dell’attivo di bilancio indica che la BNS è stata molto attiva sui mercati valutari.
Si tratta dell’accumulo più rapido dal dicembre 2014, quando la BNS era sotto assedio per difendere la soglia a 1,200.
Dai dati pubblicati oggi, pare che la maggiore flessibilità sul tasso di cambio della BNS non abbia tenuto conto delle fughe di capitali dall’Europa generate dalla paura.
La forte domanda di CHF evidenzia le preoccupazioni degli investitori europei sugli sviluppi politici.
Malgrado il miglioramento dell’inflazione e della crescita, Jordan (BNS) continua a definire il CHF “significativamente sopravvalutato”.
Purtroppo per la BNS, l’andare corti sull’EUR/CHF rimane il modo migliore per coprirsi dai crescenti rischi politici in Europa.
Prevediamo che, nonostante l’intervento della BNS, l’EUR/CHF continuerà a scendere gradualmente.
A margine, a giudicare dalle azioni della BNS, pare che la banca non sia preoccupata dell’amministrazione del presidente USA Trump, che ha definito la Svizzera una “manipolatrice di valuta”.