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Mercati alla prova delle banche centrali

Pubblicato 24.07.2023, 08:40
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

"Si impara a conoscere bene la gente giocando a scacchi e viaggiando" (proverbio russo)

In attesa della riunione della Fed di questa settimana i listini mondiali si sono mossi intorno alla parità. L’indice Msci World Equity ha chiuso in rialzo dello 0,1%, consolidando il guadagno del +15% da inizio anno. Poco meglio ha fatto l’indice S&P 500 +0,6%, e Piazza Affari, +0,7% che in settimana conoscerà i risultati degli stress test della Bce sulle banche. Un segnale degno di attenzione è invece arrivato dall’indice settoriale delle banche regionali Usa, che ha guadagnato l’8% in una settimana, sull’onda della prima fase della reporting season statunitense, che hanno mostrato il buono stato dell’industria finanziaria con l’eccezione dei risultati di Goldman Sachs (NYSE:GS). Bene anche le Small Cap di Wall Street salite dell’1,6%, chiudendo in parte il gap accumulato da inizio anno con le large, aumentando le aspettative che il rally possa continuare grazie alla rotazione settoriale/tema di investimento. Quello delle small cap è un trend che potrebbe riguardare anche Piazza Affari, con l’approssimarsi della stagione delle semestrali dei titoli quotati nell’Euronext (EPA:ENX) Growth Milan, che inizierà nel mese di settembre. Un’asset class che, come ha riportato l’ufficio studi di Integrae SIM nel report “EGM Companies and Investors Analysis 2023” che ha messo in evidenza il buono stato di salute di gran parte delle società, ma le cui valutazioni non sono andate di pari passo generando un upside mediano, basato sulle stime di consensus, che supera il 60%. Per richiedere il documento integrale scrivere a dmm@integraesim.it.

La settimana delle banche centrali

Mercoledì di riunirà il direttorio delle Fed per prendere una decisione sulla politica monetaria. Attualmente le probabilità di un aumento di 25 punti base sfiora il 100%. Il tasso di riferimento arriverà così al 5,25-5,50%, il livello più alto dal gennaio 2001. La Bce si riunirà il giorno seguente e anche in questo caso ci si aspetta un aumento di 25 punti, che porterà i tassi al 4,25%, il livello più alto dal settembre 2001. Ma l’attenzione degli operatori sarà tutta rivolta alle parole che Jerome Powell e Christine Lagarde utilizzeranno in occasione delle rispettive dichiarazione scritte e orali, ovvero quale sia la direzione che intendano prendere a partire dalle riunioni del mese di settembre in materia di politica monetaria. Nel caso della Fed la probabilità che il prossimo 20 settembre i tassi restino invariati è dell’85%, e così dovrebbe essere sino alla riunione del 31 gennaio 2024, quando i trader stimano una probabilità del 30% che il costo del denaro venga ridotto di 25 punti. Per consolidare questa aspettativa continueranno ad essere fondamentali i dati macroeconomici. Per questo attenzione oggi alle 9:30 all’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero in Germania e luglio e alle 15:45 all’indice dei direttori agli acquisti del settore terziario in Usa sempre a luglio.

Il risparmio che non frutta

In occasione della pubblicazione dei risultati trimestrali il colosso degli investimenti Blackstone ha reso noto di essere diventato è il primo gestore alternativo a superare i mille miliardi di dollari di asset in gestione. A dare la notizia è stato Stephen Schwarzman, presidente e amministratore delegato dell'azienda secondo il quale siamo solo nelle prime fasi della crescita a lungo termine dell'industria delle alternative, offrendo una vasta opportunità per un'ulteriore espansione. E in Italia? Il nostro Paese è uno dei più ricchi a livello mondiale in termini di risparmio privato ma l’industria nazionale dei fondi non pare riuscire a sfruttare adeguatamente il giacimento che si trova sotto i propri piedi. Pensiamo infatti che secondo Assogestioni, il patrimonio gestito dall’industria dei fondi italiani ammonta a fine marzo 2023 ammontava a €2,2 mila miliardi a fronte di una ricchezza privata che sfiora i €10 mila miliardi e tra questi quasi €2 mila miliardi fermi sui conti correnti. La prima società di gestione del risparmio in Italia è Eurizon, con €375 miliardi in gestione, del gruppo Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), che complessivamente, ovvero inclusa Banca Fideuram, non arriva a €500 miliardi. Meno della metà di Blackstone che è un gestore esclusivamente di fondi alternativi. La società di gestione più comparabile è Azimut (BIT:AZMT), che nel campo alternative ha masse in gestione pari a €7 miliardi su un totale di €83 miliardi sempre alla fine di marzo 2023. Il Governo sta lavorando a una serie di misure che dovrebbero favorire la canalizzazione del risparmio privato verso l’economia reale, tra cui una nuova forma di defiscalizzazione per i fondi PIR ma la strada per colmare il gap è ancora molto lunga con ricadute negative per famiglie e imprese.

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