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Morning adviser, BoJ: qualitative e quantitative easing

Pubblicato 04.04.2013, 11:29
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

La stavamo aspettando ed infine è arrivata; la comunicazione, da parte del nuovo presidente della Bank of Japan, di misure concrete al fine di raggiungere i target che in Giappone si sono posti: il target dell’inflazione al 2% da raggiungere in due anni.

E’ stato deciso all’unanimità di terminare ufficialmente il programma di asset purchase, che verrà inglobato all’interno del nuovo piano di stimoli quantitativi, all’interno del quale si prevede di acquistare bond governativi giapponesi (che troverete scritti come JGB) su qualsiasi scadenza, andando a raddoppiare la base monetaria al ritmo di 60/70 trilioni di yen al mese, con il fine di aumentare la maturity dei titoli dagli attuali 3 anni ad un range che va da 6 a 8 anni.

Si cercherà di arrivare ad espandere la base monetaria di circa 200 trilioni entro la fine del 2013 e di arrivare a 270 trilioni entro il 2014.

Niente di meglio di quanto il mercato potesse aspettarsi, noi compresi.

Una tale precisione nelle comunicazioni di politica monetaria, soprattutto se non convenzionale e annunciata a pieni polmoni durante i mesi precedenti, ha dato credibilità alla BoJ che è andata a confermare tutte le attese degli analisti e ha confermato quanto Kuroda (il nuovo presidente) sia in linea con il pensiero del primo ministro Abe.

La reazione dello yen non si è fatta attendere e diventa persino difficile riuscire a fornire dei livelli da curare per la mattinata e la giornata, in quanto i movimenti sono già partiti, sono forti e molto volatili, per cui con alta probabilità i livelli forniti potrebbero essere obsoleti nel momento in cui vengono letti), ma se ragioniamo a livello astratto, non potevamo che attenderci una reazione del genere (si veda il webinar tenuto ieri, prima della fine del meeting della BoJ https://www.youtube.com/watch?v=A_372jiCi3M&feature=youtu.be).

Il mercato ha comunicato la piena fiducia alle mosse della BoJ, soprattutto dopo l’ultimo G20, all’interno del quale è come se fosse stato dato il nulla osta per perseguire politiche (mascherate, in quanto la discesa dello yen è vista come una potenziale conseguenza e non come un obiettivo) di svalutazione della propria divisa.

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Attenzione oggi agli appuntamenti con la BoE e con la BCE, rispettivamente alle ore 13 e 13.45 (seguiremo la conferenza stampa della BCE alle 14.30 in diretta con il nostro Trade The News, nella nostra Live Trading Room).

Dalla prima non dovrebbe arrivare nessuna novità, con il refi fermo a 0.50% e con il piano di QE a 375 miliardi di sterline e, con le minute che verranno pubblicate tra due settimane (dalle quali dovremo capire quanti membri, rispetto al 3 vs 6 delle due scorse riunioni, vogliono aumentare le misure di stimolo di altri 25 miliardi), potrebbe rappresentare un non-evento.

Data però la volatilità della sterlina e la sua reattività anche a dati poco importanti, raccomandiamo prudenza. Dalla BCE invece si cercheranno (si spera soprattutto nelle domande della stampa alla fine della conferenza di Draghi) comunicazioni riguardanti Cipro, i potenziali nuovi focolai e la possibilità di inserire ed attivare, a insindacabile giudizio della Troika, delle restrizioni sui movimenti di capitale.

Qualsiasi dichiarazione non chiara o evasiva, potrebbe avere effetti pesanti sull’euro, soprattutto considerando che il dollaro americano ha già ricevuto una spinta molto forte dopo le dichiarazioni della BoJ, il che potrebbe non far disdegnare nuovi acquisti di green back nel momento in cui i mercati non fossero tranquilli.

Terminiamo, prima di cercare di fornire dei livelli attuali sui principali cambi, con le materie prime, che dopo le discese di ieri non hanno mostrato particolari reazioni in mattinata, confermandoci l’idea di guardarle come a sé stanti, senza cercare per forza di cose, correlazioni con gli altri mercati.

EUR/USD
Ci proviamo, stando più larghi in modo tale da poter impostare comunque degli scenari buoni per la giornata. Sull’euro c’è lo spauracchio della BCE alle ore 14.30, il che potrebbe far aumentare parecchio la già alta volatilità sul cambio. 1.2825 sta continuando a mostrare la propria validità, per cui possiamo prenderlo come riferimento per eventuali rotture ribassiste, in grado, se superato 1.2810 di estendere fino all’area prima di supporto individuabile in 1.2775. Come ieri, sotto questo livello sono presenti i minimi precedenti (1.2750) che se superati (1.2740 livello critico) potrebbero portare a step verso i due successivi obiettivi, dati dai minimi precedenti in area 1.2700 e 1.2670. Per assistere a risalite decise, dobbiamo vedere superata quell’area di resistenza passante tra 1.2850 e 1.2865 individuata nei giorni scorsi, con obiettivi su 1.2880, che se superato può aprire la strada verso tutta l’area che passa tra 1.2900 e 1.2910 (occorre superare 1.2930 per rivedere tentativi verso 1.2960).

USD/JPY
Il primo grafico incollato in pagina batteva in ask 94.373 mentre ora ci troviamo a 94.80. Questo il motivo per cui sullo yen è difficile fornire livelli d’attenzione su un supporto statico come il Morning Adviser, a differenza di supporti dinamici come il forum o come Twitter. Detto questo, spostiamoci su un grafico a 4 ore e cerchiamo di capire quali possano essere i punti di attrazione per gli ordini. L’area di 95.00/10 torna d’attualità e crediamo che un suo superamento possa portare dapprima verso 95.30, che se superato potrebbe lasciare spazio addirittura fino a 96.00 (95.45 il trigger). Per scendere nuovamente invece, crediamo che l’area di 94.00 diventi ora fondamentale da seguire.

EUR/JPY
Se non ci fossero stati gli acquisti di dollaro a livello globale, l’EurJpy si sarebbe trovato a una quota più alta del già sostanzioso 121.70 che batte nel momento in cui scriviamo. Anche qui, come sul papà UsdJpy, i livelli da seguire staticamente sono abbastanza difficili, per cui passiamo a un 4 ore, dove individuiamo l’area che passa tra 122.15 e 122.50 come attrattiva per i prezzi. Se dovessimo assistere ad un suo superamento, potremmo attenderci tentativi di approfondimento verso 123.30, mentre in caso di tenuta andrà curato il supporto principale passante per 121.00 (punti precedenti).

GBP/USD
Attenzione come detto alla BoE alle ore 13.00. Qui i livelli principali di attenzione sono posti a 1.5075 e 1.5130. Una rottura (da valutare sul 5060 a ribasso e a 5135 a rialzo) potrebbe portare rispettivamente verso 1.5030 (in estensione 1.4980) o a 1.5160, che se rotto può mostrare fiammate verso 1.5185, livello principale da curare per evitare ulteriori decisi rafforzamenti della sterlina.

AUD/USD
Salita del dollaro anche contro il dollaro australiano, che ha ritrovato i supporti disegnati ieri in area 1.0440 (1.0430 per valutare rotture), che se rotti in mattinata possono portare a discese verso la figura, nel momento in cui dovessimo vedere superato 1.0420. Per risalire dobbiamo vedere superata l’area di 1.0465 (EMA21), con target sui massimi precedenti.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst


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