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Morning adviser, greenback in ritracciamento

Pubblicato 14.05.2013, 09:07
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Leggere il mercato valutario focalizzando la propria attenzione sulle dinamiche del dollaro americano è di per sé fondato dal momento che il Forex vede proprio nel green back il suo centro gravitazionale, ma ciò è tanto più corretto in questa fase del mercato in cui è proprio sulle aspettative di possibile rafforzamento del biglietto verde contro tutte le altre major che si stanno andando a formare i prezzi dei cambi valutari.

Le motivazioni di questa logica le abbiamo già abbondantemente spiegate nei giorni e nelle settimane scorse e ci vengono confermate dalle price action che vedono proprio movimenti concertati che, ad esempio, nella giornata di ieri ci hanno permesso di assistere a un ritracciamento generalizzato proprio del dollaro anche contro lo yen, rapporto valutario che in tempi di correlazioni (vedi quasi tutto il 2012) si muoveva sempre in maniera contraria rispetto agli altri dal momento che l’alternanza risk-on/risk-off faceva sì che lo yen fosse più venduto/comprato perfino dello stesso dollaro americano.

I dati positivi sulle Vendite al Dettaglio degli Stati Uniti nel mese di Aprile pubblicati nel pomeriggio di ieri ad un valore di +0,1% contro aspettative di -0,2% hanno, da un punto di vista generale riaffermato il seppur lento miglioramento dei fondamentali dell’economia a stelle e strisce e, da un punto di vista tecnico, favorito acquisti di dollari che hanno portato a potenziali rotture di minimi/massimi relativi (quelli raggiunti venerdì per capirci) senza che poi vi fosse il momentum per generare ulteriori break date anche le ampie prese di profitto che hanno portato alla liquidazione di numerosi posizionamenti e di conseguenza minore volatilità sul mercato.

Sul fronte Eurodollaro diviene sempre più controverso comprendere le prossime evoluzioni; indubbiamente il livello di 1,30 rappresenta ancora un prezzo estremamente attrattivo per gli investitori e dimostrano, nonostante tutto, la forza intrinseca della moneta unica.

Nonostante importanti market mover potenzialmente depressivi come le elezioni politiche italiane di Febbraio, il bailout di Cipro a Marzo, il deterioramento fiscale in Portogallo, essa riesce ancora a dimostrare una grande resistenza laddove, nel contempo, la possibilità circa la richiesta di uno Stato verso le OMT è sensibilmente remota e le aspettative di ulteriori mosse ad parte della BCE, pur restando presenti, appaiono appunto una possibilità più che una realtà.


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Restano comunque predominanti le attese per ulteriori ribassi del cambio nel medio periodo, non dimenticando l’up side trend degli indicatori economici americani che potrebbero favorire futuri aggiustamenti delle politiche espansive della Fed, in assoluto il protagonista principale del mercato.

Diviene interessante, nell’ambito di questo breve focus sugli aspetti globali dei movimenti dei cambi, porre l’attenzione su USD/JPY facendo riferimento particolare al mercato obbligazionario nipponico; quest’ultimo è stato protagonista di un rialzo dei rendimenti dei JGB a 10 anni, dallo 0,75% allo 0,60%, il rendimento più alto da inizio febbraio nonostante le promesse della BOJ di raddoppiare gli stimoli quantitativi.

Ciò è certo spiegabile attraverso motivazioni quali le aspettative degli operatori circa una crescita dell’inflazione, il grande interesse verso l’azionario in rally da parte degli istituzionali, lo spostamento degli investitori dalle obbligazioni giapponesi a quelle americane ed europee (pur dai rendimenti bassi ma meno) e uno spostamento verso attività rischiose, oltre che potenziali rischi legati al fatto che la BOJ stia comprando circa il 70% delle emissioni di titoli governativi rendendo inferiori gli approvvigionamenti per altri players del mercato.

Tutto ciò potrebbe, anche se ad ora lontanamente, fornire attese circa difficoltà del Giappone stesso a onorare i propri debiti mettendo pressione al rialzo allo yen, con il cambio principale USD/JPY che potrebbe perciò ulteriormente ritracciare, fermo restando i livelli tecnici che andiamo ora ad analizzare.

EUR/USD
Tentativi di rottura ribassista per il cambio principale, che tuttavia non è andato a mettere a segno nuovi minimi relativi fallendo il raggiungimento di 1,2930. Si è perciò creata una congestione delimitata in basso da 1,2950 e in alto da 1,2990, che poteva risultare utile per trading in violazione di questi livelli. Nella fattispecie, il break è stato rialzista e ha trovato un primo impedimento nella media mobile a 21 periodi del grafico a 4 ore e sull’importante area di resistenza attorno l’1,3030. Il test di 1,30, con test della 21 sull’orario, potrebbe portare a risalite del cambio verso l’1,3040 per potenziali approfondimenti verso il successivo 1,3065. Un ritorno sotto la soglia psicologica di 1,30 rappresenterebbe un ulteriore segnale di debolezza verso 1,2965 e 1,2950.

USD/JPY
Prosegue il ritracciamento del cambio dopo il fallimento di un break sopra 102. La violazione al ribasso del 101,60 ne fa’ ora un livello di resistenza utile per approfondimenti bearish suggerita dalla lieve divergenza con l’oscillatore stocastico. Il cambiamento di direzione dell’ottima media a 21 periodi dell’orario, che segue l’arrotondamento verso il basso dei massimi del prezzo, pone le basi per questo scenario per possibili target in area 100,90. Sopra il 101,60 si può invece tornare ad acquistare per target sui massimi.

EUR/JPY
Fase di consolidamento e di attesa del cross, come dimostra la price action racchiusa all’interno di poco più di 80 pips. Ottima comunque la lateralità per lavorare sulla tenuta rispettivamente di 132,50 e 131,70, con la possibilità di Stop&reverse in caso di violazione per rispettivamente i primi target a 134,20 e 131.

GBP/USD
Il cable ci mostra un quadro tecnico tra i più interessanti negli ultimi giorni, dal momento che decisa è stata la rottura del canale rialzista che insiste sul cambio di minimi di 1,48, peraltro con preciso pullback del punto di rottura in area 1,5375. Appare perciò preciso il segnale short, probabilmente nel medio periodo, con l’1,5330 a fare ora da resistenza intraday per nuovi obiettivi a 1,5270. Da seguire, in questo senso il grafico orario che evidenzia le correzioni del ribasso sempre frenate dalla media mobile a 21 periodi. Solo un superamento al rialzo di 1,5330 potrebbe indurre riprese della quotazione solo lievemente avvalorate da una sfumata divergenza rialzista per raggiungimenti nuovamente dell’1,5375.

AUD/USD
Ancora intrinseca la debolezza del dollaro australiano che solo nella notte ha messo a segno minimi crescenti, dopo i nuovi minimi di ieri favoriti dal respingimento preciso della media a 21 oraria, proprio nelle ultime ore attraversata al rialzo. Sopra la parità il mercato potrebbe andare a cercare i primi livelli di resistenza in area 1,0050, mentre nuovi minimi potrebbero indurre definitive rotture verso 0,99.

Davide Marone
DailyFX Analyst


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