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Morning adviser, prove di forza dell’euro

Pubblicato 08.03.2013, 09:07
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Il mantenimento dei tassi allo 0.75% e le parole di Draghi, numero uno della BCE, che ha sottolineato come la politica economica potrà rimanere accomodante nei mesi a venire a causa dell’inflazione prevista in lieve rallentamento, oltre all’aver risposto ad una domanda dei giornalisti presenti alla conferenza stampa dicendo che durante il direttivo sono state discusse possibilità di ritoccare al ribasso il costo del denaro ma che la decisione di non farlo è stata presa all’unanimità, invece di pesare sulla moneta unica europea, sono andati a farla salire, fino a livelli di resistenza importanti, che se rotti, come vedremo, potrebbero portare a livelli interessanti di ripresa.

Questa è senza ombra di dubbio la prova che l’euro rimane forte nei confronti del dollaro americano in questa lotta tra deboli che mette in risalto la moneta unica europea.

Se guardiamo infatti il comportamento del dollaro americano nel complesso, vediamo che esso ha guadagnato terreno nei confronti della sterlina ed è rimasto invariato nei confronti del dollaro australiano e delle materie prime (con il petrolio in salita ma senza aver superato l’importante livello di 92.10).

Questo sta a significare che i flussi di capitale sono andati a segmentarsi non in base a processi di avversione/propensione al rischio in generale, ma seguendo logiche macroeconomiche, come scrivevamo qualche giorno fa nel nostro pezzo “Macromercato”. Il pound, dopo i deludenti dati ed il rimbalzo importante messo a segno dopo che la BOE non ha modificato il proprio piano di quantitative easing (tra due settimane sapremo se i tre membri su nove che nella scorsa riunione hanno votato per aumentare di 25 miliardi la manovra, portandola così a 400 miliardi di sterline, sono aumentati o meno, il che peserebbe sul pound), è tornata a scendere, scontando i brutti dati rilasciati nelle ultime settimane e le prospettive di allentamento monetario. Il dollaro australiano, dopo aver guadagnato terreno nel post non taglio di tassi e dopo un Pil superiore alle aspettative (3.1% vs 3.0%), ha consolidato in attesa di veder rotti i livelli tecnici più importanti. L’euro, beh l’abbiamo visto.

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E quello che è successo, dopo la comunicazione di attendersi una crescita inferiore di quella precedente stimata da parte della BCE (da 0.2%-2.2% a 0%-2.0% per il 2013), ripresa che potrebbe arrivare in maniera modesta nella seconda metà dell’anno e quello che abbiamo citato in apertura è la dimostrazione di come il mercato stia puntando ancora una volta sulla moneta unica europea.

Nell’ambito di allocazione dei portafogli la valuta è vista ancora come potenzialmente a rialzo ed il fatto che i mercati europei abbiano ritrovato in fretta i livelli pre elezioni italiane, fa capire come la fiducia nell’eurozona sia ancora, per il momento, buona (le alternative più remunerative o di rifugio sono già ben battute) e non abbiamo assistito a flussi di capitali importanti verso gli obbligazionari ed i valutari Brics.

Stiamo ora attenti ai livelli tecnici ed aspettiamoci alta volatilità in quanto chiuderemo la settimana con la pubblicazione dei dati sui Non Farm Payrolls, rimandati da settimana scorsa in quanto il primo venerdì del mese andava a coincidere con il primo giorno del mese.

Essi sono attesi a 165k unità, contro le 157K precedenti ed il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi sui livelli correnti, al 7.9%. Notoriamente il dato porta molta volatilità sul mercato, dovessimo assistere ad una cattiva release, nell’ambito del quadro che abbiamo disegnato oggi, potremmo assistere a rotture importanti rialziste sull’euro.

EUR/USD
Per un commento sulla price action dell’euro vi rimandiamo a quanto scritto ieri, concentriamoci sul tipo di reazione che esso ha avuto e sul quadro tecnico attuale. In prima battuta siamo scesi a tentare delle rotture di 1.3000, per poi risalire in maniera importante, andando a negare qualsiasi tentativo di vendita. Il fatto che non si siano superati i livelli importanti, con l’area appena sopra all1.3110 ipotizzato ieri in caso di superamento delle resistenze che ha ben contenuto il tentativo di rottura definitiva mette in luce che la reazione dell’euro è stata forte, ma non da considerare ancora come una potenziale ripartenza rialzista. Ora ci troviamo all’interno di una bandiera potenzialmente rialzista, sopra la media esponenziale a 21 periodi che potrebbe fungere da supporto dinamico e spingere i prezzi nuovamente sopra 1.3100, livello che dev’essere rotto per visitare l’area da aggiornare in 1.3125, che se superata può portare all’importante 1.3160. Per scendere, crediamo sia necessario superare1.3065, il livello trigger di ieri sulla news, per rivedere 1.3040 (punti precedenti e media a 100). Superato anch’esso, avremmo la possibilità di assistere a tentativi di ritorno verso 1.3000, ma il punto risulta forte.

USD/JPY
Ottima price action del UsdJpy che ha resistito sopra i supporti dati dalla media a 21 ed ha raggiunto i target in area 94.50, ben superandoli, di una figura addirittura e andando a compiere nuovi massimi assoluti di periodo, che potrebbero aprire le porte a nuovi indebolimenti dello yen, fino ad area 97.50, se ragioniamo nel medio periodo. Tutti i tentativi di ricerca dei supporti possono essere valutati per acquisti di dollaro, con posizionamenti di stop loss per proteggersi da eventuali correzioni. Seguiremo sul forum i livelli per la giornata, in previsione dei NFP che potrebbero portare volatilità.

EUR/JPY
Buona l’analisi anche su EurJpy, che è andato a rompere a rialzo l’area di 122.30 e che, una volta superato 122.60 ha raggiunto e spazzato via il target di 123.50. Siamo ora al tentativo di rottura di 125.00, con l’area passante tra 124.15 e 124.20 che può fare da supporto per ripartenze. Una discesa sotto 123.70 potrebbe ridare fiato allo yen, che fino a quando non risalirà oltre 122.85 (quindi scendere il cambio sotto questo livello) potrebbe vivere nuovi tentativi di perdita di valore. 125.35 diventerà importante per rotture definitive.

GBP/USD
Cable molto reattivo ieri, con i livelli abbastanza ben rispettati. Siamo ora tornati sui minimi, sotto 1.5000, e dobbiamo prestare attenzione a tentativi di rottura definitiva, che potrebbero avvenire sotto 1.4940. Per rimbalzi, i livelli di ieri possono essere considerati ancora buoni (l’area di 1.5025 può essere sfruttata per arrivi verso 1.5055 dove passa la media a 100 oraria).

AUD/USD
Dopo la rottura a rialzo della congestione segnalata, l’australiano ha fatto 30 e non 40 punti, strada buona per permettere di gestire un’eventuale posizione long comunque. Stiamo congestionando ancora, con massimi decrescenti e minimi crescenti. Attendiamo l’avvicinamento a queste due aree (tracciabili su un grafico orario) per decidere una potenziale operatività. Un nuovo superamento a rialzo di 1.0260 (per chi lavora sul breve) potrebbe dare linfa ai prezzi, verso i massimi di ieri.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst





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