I negoziati in corso sul debito greco potrebbero diventare il copione meno ricco di suspense dal film di N. Shymalan “E venne il giorno”.
Dopo le discussioni pubbliche fra l’UE, l’FMI e i funzionari greci sulla sostenibilità del debito di Atene, le indicazioni filtrate dalla riunione dell’Eurogruppo sembrano dire che si sta per raggiungere un accordo sul terzo salvataggio della Grecia.
I funzionari andranno ad Atene per definire i dettagli di un ampio pacchetto di riforme che riguarda i tagli alle pensioni e un ambito di applicazione più ampio per l’imposta sui redditi (convergenza fra UE e FMI). Ciò consentirà alla Grecia di ottenere i fondi del salvataggio per poter rimborsare i 7 miliardi di euro di luglio.
Nonostante il leggero ampliamento dello spread fra i rendimenti del debito tedesco e greco, il mercato non sembra, a ragione, preoccupato per il programma di salvataggio greco. In effetti, anche con i venti contrari che soffiano nell’EU (Brexit, amministrazione Trump, elezioni), il prezzo del “tirarla lunga” rappresenta una soluzione a basso rischio.
Arrivati a questo punto, i funzionari dell’UE devono contenere il crescente sentimento nazionalista che si sta diffondendo in Europa, insostenibile soprattutto nei Paesi Bassi e in Francia. Il clamore attorno ai negoziati è esemplare, secondo noi, di una tendenza chiave per il 2017, ovvero di un rumore di sottofondo che annebbia la realtà dei fondamentali.
Secondo noi, l’attuale debolezza dell’euro è dovuta al crescente rischio politico nell’UE, che deriva dalle elezioni imminenti nei Paesi Bassi e in Francia. In prospettiva, la sostenibilità del debito greco dovrà provenire dalla cancellazione del debito, soprattutto considerando l’aumento dei tassi d’interesse.