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Nuove pressioni sull’EUR/CHF, peggioramento dell’IPC nell’Eurozona

Pubblicato 07.01.2015, 15:07
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

La stima sull’IPC primario dell’Eurozona di dicembre, attestatosi al -0,2% a/a (rispetto al -0,1% previsto e allo 0,3% precedente), fa presagire una deflazione, dovuta soprattutto alla persistente flessione dei prezzi del petrolio. Oggi il greggio WTI è sceso sotto i 47 USD. L’IPC di fondo ha mostrato tuttavia un lieve miglioramento, attestandosi allo 0,8% a/a (rispetto allo 0,7% previsto e precedente). Le speculazioni in aumento sul QE della BCE esercitano una pressione stringente sul complesso EUR. Oggi l’EUR/USD consolida le perdite sotto 1,1900, mentre le pressioni sulla base dell’EUR/CHF inducono a ritenere che la BNS potrebbe intervenire con nuovi interventi a sorpresa. A dicembre, le riserve in valuta straniera della BNS sono aumentate di un cospicuo 7%, a conferma che i banchieri svizzeri stanno agendo più aggressivamente del previsto contro l’apprezzamento del CHF. Il prossimo evento chiave della giornata sarà la pubblicazione dei verbali della Fed. L’USD viene richiesto diffusamente perché si prevede una Fed falco.

Ancora sotto pressione la base minima dell’EUR/CHF

A dicembre, le riserve in valuta straniera della Banca Nazionale Svizzera sono salite da 462,4 a 495,1 miliardi di franchi; questa crescita del 7% supera di gran lunga le attese del mercato. Se a ciò si somma l’introduzione dei tassi d’interesse negativi sui depositi a vista e l’ampliamento della fascia inferiore dell’obiettivo per il libor sul CHF, si nota come la BNS abbia assunto un profilo relativamente aggressivo. Come si legge in un comunicato del presidente della BNS Thomas Jordan diffuso a inizio settimana, “i tassi negativi non intralciano la BNS nella sua abilità di intervenire in modo illimitato sulla valuta”. L’intervento della BNS sui mercati dà un segnale deciso rispetto al suo impegno nel proteggere il tetto a 1,20 contro l’euro. Poiché i mercati dei cambi continuano a sfidare la base a 1,20, aumentano le probabilità di un altro intervento della BNS. Prima o poi la BNS dovrà fare di più, perché la BCE si avvicina con determinazione a un QE in piena regola.

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Sui mercati dei tassi d’interesse, assistiamo a una nuova impennata al rialzo sopra 100,250, perché alcuni operatori mettono già in conto un nuovo intervento della BNS sui tassi (mentre i tassi negativi annunciati a dicembre entreranno in vigore solo dal 22 gennaio). Le posizioni aperte scendono lentamente ai livelli precedenti a settembre.

I volumi sui mercati delle opzioni sono significativamente più bassi rispetto ai livelli di fine 2014, anche se i prezzi d’esercizio delle opzioni put standard (vanilla) continuano a rimanere a 1,20. Sebbene le inversioni di rischio (RR) delta-25 a un mese sull’EUR/CHF si aggirino intorno allo zero, le RR in scadenza a 3 e 6 mesi e a 1 anno rimangono prudentemente e gradualmente più negative (a seconda della scadenza), e il lato vendite trae ancora un grosso vantaggio dalla determinazione della BNS a difendere il livello a 1,20.

L’USD/CHF estende i guadagni sopra la parità a 1,1035, massimo da settembre 2010. Il momentum rialzista sta acquisendo slancio, rafforzato dalla diffusa richiesta di USD prima dei verbali della Fed. Gli ordini d’acquisto per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 1,00 e dovrebbero conferire supporto a possibili movimenti dei prezzi legati alla Fed durante la seduta di New York. I dati della CFTC del 30 dicembre confermano che le posizioni nette non commerciali sui future rimangono nettamente negative (-16.545 contratti), malgrado un piccolo aumento delle scommesse a favore del franco svizzero contro l’USD nel rapporto della scorsa settimana.

Biglietto verde in diffuso rialzo in vista della pubblicazione dei verbali della Fed di dicembre

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Oggi la Fed pubblicherà i verbali della riunione del 16-17 dicembre. A titolo di breve riepilogo, ricordiamo che, alla riunione di dicembre, il FOMC aveva eliminato il passaggio “periodo di tempo considerevole” in linea con le attese del mercato, ma che la presidente del FOMC Yellen aveva affermato che “il Comitato ritiene improbabile un avvio del processo di normalizzazione, per lo meno nel corso delle prossime due riunioni”. Ieri, a New York, i rendimenti dei decennali USA sono scesi brevemente sotto l’1,90%. Il mercato continua a mettere in conto il primo rialzo del tasso sui fondi federali a giugno 2015 e non prima.

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The Risk Today

Luc Luyet

EUR/USD L’EUR/USD rimane debole malgrado il supporto chiave a 1,1877 (minimo 07/06/2010). Sarà necessaria una violazione della resistenza oraria a 1,1976 per suggerire un indebolimento del momentum ribassista. Un’altra resistenza oraria giace a 1,2110. In un’ottica di più lungo termine, l’EUR/USD si trova da maggio 2014 in un trend ribassista. Ora viene sfidata la forte area di supporto fra 1,2043 (minimo 24/07/2012) e 1,1877 (minimo 07/06/2010). La struttura tecnica favorisce una successiva violazione al ribasso. Altri supporti chiave stazionano a 1,1640 (15/11/2005) e 1,0765 (minimo 03/09/2003). Una resistenza chiave giace a 1,2252 (massimo 25/12/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD ha infranto il suo supporto orario a 1,5176 (minimo 05/01/2015), a conferma dell’attuale successione di massimi e minimi più bassi. Monitorate il test del supporto a 1,5102. Si osservano delle resistenze orarie a 1,5274 (massimo 06/01/2015) e 1,5341 (massimo infragiornaliero). In un’ottica di più lungo termine, la struttura rimane negativa finché i prezzi resteranno sotto la resistenza chiave a 1,5620 (massimo 31/12/2014). Si prevede un ritracciamento completo del rialzo del 2013-2014. Un forte supporto giace a 1,4814 (minimo 09/07/2013).

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USD/JPY L’USD/JPY è stato interessato da un discreto interesse all’acquisto nei pressi del supporto a 118,26. Ciò nonostante, sarà necessaria una violazione della resistenza oraria a 119,39 (massimo infragiornaliero) per indicare qualcosa di più di un rimbalzo passeggero. Un’altra resistenza oraria staziona a 119,79 (massimo infragiornaliero). Propendiamo per un giudizio rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Anche se non ci sono segnali che suggeriscono la fine del trend rialzista di lungo termine, è probabile un consolidamento di medio termine, considerando la ripida ascesa vista di recente e la forte resistenza ubicata a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave giace a 115,46 (minimo 17/11/2014).

USD/CHF L’USD/CHF si sta muovendo sopra la forte area di resistenza definita da 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010), il che lascia presagire un persistente interesse all’acquisto. Si osservano supporti orari a 1,0033 (minimo infragiornaliero) e 0,9934 (minimo 02/01/2015). In un’ottica di più lungo periodo, la struttura tecnica mostra che nell’agosto del 2011 è iniziato un nuovo trend ascendente di lungo termine. Una violazione decisa della forte area di resistenza compresa fra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010) confermerebbe questo scenario. Altre resistenze chiave stazionano a 1,0676 (massimo 12/07/2010) e 1,1731 (massimo 01/06/2010). Un supporto chiave giace a 0,9831 (minimo 25/12/2014).

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