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Obbligazionario: il Pivot dei Listini, da Wall Street a Francoforte e Milano

Pubblicato 09.02.2022, 10:29
Aggiornato 14.05.2017, 12:45


Il rendimento del titolo di Stato italianoa 10 anni è stato scambiato a 1,8680% nel tardo pomeriggio di ieri, in rialzo di circa 5 punti base e sulla base dei guadagni visti lunedì. Il tasso sull'obbligazione di riferimento è ai massimi dall'aprile 2020, il che significa che il governo italiano deve ora affrontare costi più elevati quando raccoglie fondi dai mercati pubblici, il che potrebbe alla fine diventare un mal di testa economico per Roma.

"Il mercato obbligazionario periferico deve adattarsi alla realtà di un mondo senza il QE [quantitative easing] della BCE", ha dichiarato martedì Frederik Ducrozet, stratega di Pictet Wealth Management, in una nota ai clienti.

Uno dei motivi dei movimenti di questa settimana nei mercati del debito europei è la maggiore aspettativa che la Banca Centrale Europea inasprirà la politica monetaria nel 2022, con un possibile aumento dei tassi entro la fine dell'anno. Qualsiasi aumento dei tassi sarebbe il primo dal 2011, quando la banca è stata criticata per essersi mossa troppo presto in un periodo di grande stress finanziario.

La zona euro delle 19 nazioni, di cui l'Italia è membro, ha visto una politica monetaria accomodante dalla crisi del debito sovrano del 2011 con miliardi pompati nella sua economia per stimolare i prestiti e rilanciare l'attività economica. Mentre le prospettive della regione stavano iniziando a migliorare nel 2019, è stata poi colpita dalla pandemia di coronavirus e la BCE ha successivamente lanciato un nuovo programma di acquisto di obbligazioni.
Ciò includeva l'acquisto di ancora più titoli di stato nell'area dell'euro, in modo che le nazioni avrebbero dovuto affrontare costi inferiori durante l'aumento del nuovo debito.

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“Nel 2020-21 la Banca d'Italia ha acquistato oltre il 100% dell'offerta netta del debito delle amministrazioni centrali italiane. Nel 2022, stimiamo che la banca centrale acquisterà fino al 60% dell'emissione netta. Nel 2023 questa fonte di domanda scomparirà", ha affermato Ducrozet, sottolineando il panorama in evoluzione della politica monetaria. Di conseguenza, ha aggiunto: "La crescita e le prospettive fiscali saranno fondamentali" per l'Italia.

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