Il mercato dell’oro si sta muovendo in lieve rialzo in questo mercoledì, nel tentativo di invertire la rotta dopo le ultime deboli sessioni. L’aumento dei rendimenti obbligazionari a 10 anni e un dollaro americano in risalita potrebbero però mettere ulteriore pressione ad un mercato che sta già perdendo forza a causa della recente politica monetaria della Federal Reserve.
In tale scenario il principale market mover che potrebbe spingere nuovamente in forte rialzo le quotazioni dell’oro sono legate all’evolversi degli eventi in Ucraina.
I colloqui tra le due nazioni belligeranti vanno avanti, ma nessun accordo è stato ancora raggiunto; gli aerei russi continuano a colpire la città portuale assediata di Mariupol.
Questa situazione sta spingendo il prezzo del petrolio nuovamente al rialzo, un fattore che potrebbe sostenere a livelli alti l’inflazione e di conseguenza le quotazioni del bene rifugio per eccellenza.
Dopo essere salito vicino al massimo storico del 2020, lo scorso 8 marzo, il prezzo dell’oro ha iniziato una fase di correzione che ha condotto i corsi agli attuali 1.921 dollari l’oncia (chiusura della sessione di ieri del futures con scadenza aprile). Nella scorsa settimana il calo registrato è stato vicino al 3%.
Da un punto di vista tecnico il mercato scambia ormai da diverse sessioni all’interno dell’area di trading range compresa tra 1.895 e 1.946 dollari, dopo che il test del supporto a 1.900 dollari non ha determinato una forte ripresa dei prezzi in continuazione del precedente uptrend.
Ora da un punto di vista grafico il mercato si trova ad un punto di svolta importante poiché in caso di nuovo breakout del minimo di swing a 1.895 punti il mercato completerebbe un modello di distribuzione a testa e spalle rovesciato, di implicazione ribassista. Tuttavia osservata l’inclinazione non propriamente congrua della neckline e una dinamica di prezzo non molto chiara nelle ultime sessioni, rimaniamo dell’idea che il mercato possa ancora avere spazio per apprezzarsi ancora nel breve periodo.
Se l’oro riuscisse a riportarsi infatti al di sopra della resistenza a quota 1.950 dollari, la mossa catalizzerebbe nuovi acquisti con obiettivo la prossima resistenza a 1.985 dollari ed in estensione quota 2.000 dollari l’oncia.
Di contro in caso di breakout al ribasso, confermato in chiusura giornaliera, del supporto a 1.895 dollari aspettiamoci nuova debolezza con possibilità di assistere a discese fino a 1.835, passando per i supporti intermedi a 1.870 e 1.850. Difficile comunque per il momento ipotizzare discese più ampie sotto quota 1.750 dollari, dove troviamo un importantissimo supporto di medio termine.