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Oro: massimo storico? Grafici non incoraggianti ma long contano su anno grandioso

Pubblicato 03.09.2019, 15:56

L’oro è già schizzato di quasi il 20% sull’anno. Salirà di un altro 25% prima che l’anno finisca?

È una bella domanda, perché porterebbe il metallo giallo a segnare un nuovo massimo storico.

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A soli quattro mesi prima della fine dell’anno, ci sono poche probabilità che salga così tanto. Tuttavia, i long stanno scommettendo contro le speculazioni che si tratti di un anno fenomenale per l’amato asset rifugio, il che significa che tutto è possibile.

Il possesso di oro negli ETF segna il massimo del 2013, prezzi ai picchi di 6 anni

Non appena gli asset legati al rischio sono stati colpiti e le banche centrali hanno confermato la propensione ad una politica monetaria più allentata, gli afflussi sugli ETF di oro sono saliti a 101,9 tonnellate ad agosto, il massimo dal febbraio 2013.

Questa impennata per il terzo mese di fila ha portato gli asset totali a 2.453,4 tonnellate fino a venerdì, ha riportato ieri Bloomberg, dopo l’aggiunta di altre 154,1 tonnellate a giugno e luglio.

I future dell’oro USA hanno segnato il massimo di sei anni di 1.565 dollari l’oncia il 26 agosto, arrivando a 350 dollari in meno da quello che sarebbe stato un nuovo massimo storico che avrebbe superato il picco del 2011 di 1.911,60 dollari.

Negli scambi europei di ieri, con i mercati statunitensi chiusi per il Labor Day, i future dell’oro si sono attestati a 1.538,10 dollari negli scambi elettronici.

I segnali tecnici indicano “Strong Buy”

I segnali tecnici giornalieri di Investing.com indicano “Strong Buy” sui future dell’oro, prospettando una resistenza di fascia alta di 1.552,65 dollari che potrebbe riportare il mercato a testare il livello di 1.565 dollari.

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I lingotti hanno segnato i massimi del 2013 il 29 agosto, raggiungendo i 1.550,42 dollari. 370 dollari in meno rispetto al picco del 2011 di 1.920,80 dollari. Ieri i lingotti si sono attestati a 1.529,20 dollari.

L’indicatore segna “Strong Buy” anche sui lingotti, con una resistenza di fascia alta di 1.543,67 dollari che potrebbe riportare il mercato a testare il livello di 1.550 dollari.

Goldman Sachs spiega che i prezzi potrebbero salire ancora man mano che proseguono gli acquisti delle banche centrali ed aumenta la richiesta di ETF.

Scontro commerciale e tensioni geopolitiche mantengono forte l’impennata

Sebbene non ci sia alcuna certezza che l’oro o i lingotti segnino massimi storici prima della fine dell’anno, lo scontro commerciale ed una serie di altre tensioni (fra tutte, il conflitto USA-Cina) stanno mantenendo vive le speranze dei fan dell’oro di vedere grossi guadagni nel 2019.

L’oro fondamentalmente ha prosperato sulle brutte notizie quest’anno. E se ne prospettano molte altre nell’immediato futuro, dallo scontro commerciale in corso alla possibilità di dati deludenti sul settore manifatturiero o sulle vendite al dettaglio in Europa.

Ne sono un esempio i dazi USA del 15% applicati domenica sui prodotti cinesi, che hanno colpito il 91,6% delle importazioni di abbigliamento, il 68,4% dei prodotti tessili per la casa ed il 52,2% delle importazioni di calzature.

Le speranze di un taglio dei tassi alimentano l’ottimismo

I mercati, intanto, continuano a mettere in conto un altro taglio di 25 punti base dei tassi quando la Federal Reserve prenderà la prossima decisione di politica monetaria, il 17-18 settembre. Dei tassi di interesse più bassi tendono a supportare l’oro riducendo il rendimento sui bond, con cui compete per il capitale degli investitori avversi al rischio.

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Reuters ieri ha riportato che le banche centrali in un gruppo di 37 economie in sviluppo hanno dato prova di 14 tagli dei tassi il mese scorso, il massimo dalle pesanti misure di stimolo dei policymaker seguite alla crisi finanziaria del 2008.

Il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari, il Presidente della Fed di New York John Williams ed il Presidente della Fed di Chicago Charles Evans prenderanno la parola a degli eventi domani e potrebbero gettare luce sulla direzione dei tassi della Fed.

Possibilità di arrivare ai minimi di 1.440 dollari nonché ai massimi sopra i 1.625 dollari

Tuttavia, non tutti sono ottimisti sul fatto che l’impennata dell’oro continuerà.

Mahmoud Alkudsi, esperto di strategie sul metallo prezioso, fa notare che l’oro ha chiuso in rosso per la prima volta in quattro settimane la scorsa settimana.

Spiega:

“Vale la pena notare che è avvenuta un’oscillazione del picco fallita dopo che l’indice di forza relativa (RSI) ha raggiunto il massimo a metà agosto sopra 70; poi il 25 agosto non è riuscito a superare il picco precedente. Pochi giorni dopo, l’oscillatore è sceso sotto il minimo precedente, indicando una perdita di slancio del trend rialzista”.

Alkudsi ha aggiunto che, se l’oro dovesse chiudere sotto i 1.510 dollari, i lingotti potrebbero spingere verso i 1.440 dollari.

“D’altra parte, un eventuale fallimento nel chiudere sotto la parte inferiore dell’area potrebbe spingere il cambio XAU/USD (lingotti) di nuovo verso la parte alta dell’area.

“Ulteriori chiusure sopra la parte superiore potrebbero far riprendere l’azione di prezzo rialzista in prossimità dei 1.625-27 dollari”.

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