La scorsa settimana si è conclusa con un andamento positivo dei principali indici finanziari. Nella presente settimana il ruolo chiave per la conferma o meno del mini trend rialzista in corso sarà dato ancora dalle trimestrali americane, ben 150. Tre quarti delle società quotate nello S&P500 hanno già pubblicato i loro dati battendo le attese a livello di utile per azione, con un superamento delle aspettative del 2,5%, dato sensibilmente sotto la media a 5 anni pari al 7,8%.
E’ questa una pausa dal movimento ribassista principale oppure è l’inizio di un’inversione? Non possiamo saperlo ma certo è che la Fed mantiene la rotta verso un aumento costante dei tassi d’interesse per ostacolare l’inflazione: alzerà di sicuro di 0,75% i tassi di interesse di riferimento, portandoli al 4%, nella riunione del Federal Open Market Committee del 2 novembre, mentre per la riunione successiva, quella del 14 dicembre, è in corso una riflessione sulla possibilità di procedere in modo più moderato, con un rialzo di cinquanta punti base.
Rimane critica ed essenziale la rottura del prezzo 3560 per il future SP500 come bussola direzionale e un’attenta lettura della media mobile semplice 200 giorni con tf giornaliero.
Con l’analisi odierna si vuole portare all’attenzione il particolare comportamento del prezzo dell’Oro (GCZ2): il bene rifugio che negli ultimi 200 anni ha efficacemente fatto da scudo per gli investitori contro inflazione e recessioni economiche sta continuando a scendere, dal doppio massimo registrato lo scorso marzo, con obiettivo area 1.600 $.
Indicativamente il valore dell’Oro tende a fare l’opposto dell’andamento inflattivo, come si evince facilmente analizzando le situazioni critiche dell’economia globale, anche dei soli ultimi trent’anni. Basti pensare a come il prezzo dell’Oro abbia reagito positivamente alla Bolla della Dotcom di inizio secolo, aumentando del 23,3% del suo valore contro il -50,9% delle azioni MSCI World Index, oppure il successivo crollo dello stesso indice con la crisi finanziaria del 2008 che ha invece slanciato il valore del metallo prezioso del 15,8%, o la più recente crisi del coronavirus in cui l’oro ha reagito con un +12,6%.
E allora perché questa volta la decorrelazione non stia funzionando? La causa è da ricercarsi proprio nelle politiche monetarie delle Fed, ovvero al costante aumento dei tassi d’interesse, che spinge il valore dell’oro verso l’obiettivo sopra indicato, mettendo in discussione il ruolo del metallo prezioso nelle strategie di investimento.
Ciò non toglie che ingressi centellinati su ETC a replica fisica, possano costituire un’ottima strategia di accumulo con un forte monitoraggio del prezzo medio di carico. Una strategia martingala con raddoppio del controvalore investito ogni -10% di performance potrebbe essere un ottimo tassello da inserire in portafoglio.
Buon Investing a tutti!