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Perchè gli USA sono così dinamici?

Pubblicato 29.03.2024, 08:19

Non puoi creare un nuovo mondo senza nel contempo distruggere almeno un po' di quello vecchio (A Greenspan e A. Wooldridge, in America: An Economy of the United States, Penguin Books, 2018).

Inflazione YoY di marzo della Francia attesa oggi alle 8:45 (stima 2.7% contro 3% di febbraio) e inflazione dell’Italia YoY sempre di marzo alle 11:00 (stima 1.4% contro 0.8% di febbraio). Alle 13:30 è la volta del PCE USA YoY di febbraio, previsto stabile al 2.4%.
 
Vendite al dettaglio della Germania YoY di febbraio decisamente più deboli delle attese (-2.7% contro -0.8% attese e -1.4% di gennaio) a conferma delle difficoltà che sta incontrando l’economia tedesca. Fermo al 5.9% il tasso di disoccupazione di marzo. In flessione rispetto a gennaio, l’indice dei prezzi alla produzione di febbraio dell’Italia (-10.8% contro -10.7% di gennaio).
 
Sul fronte USA, registriamo una revisione al rialzo del PIL del 4Q23 (3.4% contro 3.2% attese e 4.9% del 3Q23) è più basse richieste di sussidi settimanali alla disoccupazione (201k contro 212k attesi e della scorsa settimana). Debole invece il PMI Chicago di marzo (41.4 punti contro 45.9 atteso e 44 di febbraio). In forte rialzo la fiducia dei consumatori (che come sappiamo è direttamente correlata alla capacità di spesa di 500 famiglie) dell’Università del Michigan di marzo (79.4 punti contro 76.5 atteso a 76.9 di febbraio). Crediamo che l’ago della bilancia, per meglio capire le intenzioni della Fed sull’avvio della riduzione dei tassi, sarà il dato di PCE in uscita oggi alle 13:30.
 
Qual è la ricetta segreta della dinamicità economica degli Stati Uniti? Ci sono molteplici aspetti in gioco, ma siamo convinti che uno spicchi su tutti: gli USA sono l'unico ecosistema imprenditoriale che incoraggia e consente il costante processo di distruzione creativa tra le startup e le aziende consolidate.
 
Il metabolismo economico dell'America è diverso dal resto del mondo e il prendere rischi attraversa tutta l’economia. Nessun paese crea e distrugge in modo maniacale come l'America. Paradossalmente, la forza sta nel creare imprese e lasciarle fallire. La tolleranza sociale e politica nel lasciare che le aziende falliscano è uno dei più grandi asset dell'America. Come disse Henry Ford: "Il fallimento è l'unica opportunità per ricominciare in modo più intelligente”.
 
A questo proposito, dal 2000, più della metà (52%) delle aziende nella lista Fortune 500 sono fallite, sono state acquisite o hanno cessato di esistere. Attualmente, meno dell'11% delle aziende presenti nell'originale lista Fortune 500 del 1955 è ancora nella lista sette decenni dopo, rappresentando un livello impressionante di turnover tra le più grandi aziende degli Stati Uniti.
 
Nel frattempo, mentre le vecchie aziende muoiono, ne nascono di nuove. Secondo l'Ufficio del Censimento degli Stati Uniti, solo nel 2023 sono state avviate circa 5,5 milioni di nuove attività, un record storico e un dato ben al di sopra della media (3,3 milioni) dal 2005. Secondo i dati del Censimento, la metà di queste aziende fallirà entro cinque anni, ma questo fa parte del ciclo di distruzione creativa. È emblematico del DNA aziendale statunitense che preferisce aver fallito piuttosto che non aver provato affatto. Lo stesso vale per il fatto che gli Stati Uniti guidano il mondo degli unicorni (definibili come imprese private che raggiungono il livello di valutazione di miliardi di dollari).
 
L’economia USA in realtà non dorme mai: innovare, adattarsi o morire. La crescita economica richiede innovazione, e questa richiede che qualcosa di nuovo sostituisca qualcosa di vecchio. I risultati finali sono una crescita economica più forte, più posti di lavoro, salari in aumento e standard di vita più elevati.
 
Con appena il 4,2% della popolazione mondiale, l'output economico degli Stati Uniti ora corre ad un tasso annualizzato di 28 trilioni di dollari, o circa il 28% del PIL mondiale totale. Aerospaziale o agricoltura, energia o intrattenimento, trasporti o tecnologia, beni o servizi. Scegliete qualsiasi settore o attività e c'è una buona probabilità che gli Stati Uniti guidino il resto del mondo grazie alla loro cultura imprenditoriale e al loro spirito di prendere rischi.
 
In molte nazioni sviluppate e in via di sviluppo, le startup rimangono in svantaggio competitivo quando si tratta di accedere al capitale e al finanziamento del settore pubblico e spesso si trovano di fronte a una serie di regolamentazioni e barriere all'ingresso che favoriscono le aziende consolidate o più grandi. Mancano lo spirito di prendere rischi e la mentalità del vincitore che prende tutto.
 
In alcune nazioni, invece, i fallimenti aziendali possono comportare responsabilità personali e persino disonore sociale. Il capitale di rischio è scarso. Se prendiamo ad esempio l’Europa, vediamo che gli accordi di capitale di rischio correlati all'IA sono circa un quarto del livello degli Stati Uniti dal 2019. Gli investimenti in IA sono circa 50 volte più alti negli Stati Uniti che in Europa. Non è quindi una sorpresa che il divario di produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa continui ad ampliarsi a favore dell'America.
 
Anche in Giappone solo il 10% degli aiuti finanziari erogati dal governo va alle aziende con meno di 500 dipendenti, secondo l'OCSE. È molto più difficile per le nuove imprese ottenere prestiti in Giappone, rispetto alle aziende più grandi e consolidate che esistono comodamente da decenni essendo strettamente allineate con i vari governi, importanti banche e sindacati dei lavoratori.
 
In Cina il governo autoritario di Xi Jinping, ha praticamente estinto la fiamma imprenditoriale del settore tecnologico. Dal punto di vista della Cina, gli imprenditori e l'economia sono "uccelli in gabbia" a cui viene dato spazio ma mai liberati del tutto. Norme culturali conservative, burocrazie opprimenti e inefficienti, mercati finanziari poco sviluppati, diritti di proprietà non chiari, imprese familiari radicate. Tutti questi fattori hanno bloccato e soffocato la crescita trainata dagli imprenditori in Cina e in molte altre economie nell'universo dei mercati emergenti.
 
Il DNA imprenditoriale dell'America dà potere alle startup, permette l'innovazione, favorisce la concorrenza, crea opportunità, sfida le aziende consolidate, producendo alla fine, l'economia più dinamica che il mondo abbia mai visto e alcuni dei migliori rendimenti sul patrimonio al mondo.
 
L’ultimo rally di mercato alimentato dall'IA è l’esempio di come l'America imprenditoriale guidi di fatto la strada e il mondo. Questa è una delle principali ragioni per cui rimaniamo positivi sugli equities statunitensi o, detto in altri termini, preferiamo rimanere long su Corporate America.
 
 
 
 

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Ultimi commenti

Ogni 100 di pil viene creato con 260 di debito. Non molto sostenibile forse
Vero solo in parte, il dollaro , eredita’ della seconda guerra mondiale, permette loro di tagliare alberi (carta) e far credere che abbiano un valore….la pantomima dell approvazione del budget della quale ogni anno siamo spettatori , la dice lunga …
In Italia, non c'è cultura finanziaria neanche da parte degli imprenditori. Non si usa il Venture Capital come nei paesi anglosassoni. Solo il 40 per cento delle Imprese italiane lo usa. Non si aiutano le startup e neppure la Borsa.
BRAVO. SIGNOR TOGNOLI
Grazie, molto gentile
Mettiamoci pure il forte indebitamento dello stato e degli americani che sostengono i consumi indebitandosi ad un tasso del 25%. In futuro vedremo quanto tutto ciò sarà sostenibile
Lo si dice da un pezzo. Magari un giorno cadono, ma lo faranno da un’altezza tale che la loro caduta per gli altri sarebbe al livello miraggio di un balzo in alto.
finche’ il dollaro sara’ la moneta di tutte le riserve del mondo , nn cadra……il che per molti decenni
tutto giusto salvo andare a far pasticci per il mondo. grande democrazia ma gran casinista
bravo come sempre sig Tognoli
Leggo sempre i suoi articoli sono veramente equilibrati e ben fatto. Grazie
Analisi impeccabile
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