Il colosso dello streaming Netflix sta vivendo un’inattesa ripresa dopo la performance deludente del 2019. Il titolo ha rapidamente cominciato a prendere slancio, rimettendosi al passo con la traiettoria in salita degli altri colossi del tech.
Nelle prime cinque settimane di scambi del 2020, Netflix (NASDAQ:NFLX) registra la performance migliore all’interno del gruppo cosiddetto FAANG, composto da cinque titoli tech a mega capitalizzazione tra cui Apple ed Amazon. Al momento della scrittura, il titolo di Netflix segna un’impennata di oltre il 13% quest’anno, chiudendo ieri a 369,67 dollari.
Quindi, cosa c’è dietro all’impennata che sta lentamente portando il titolo di Netflix verso il massimo livello di 418,97 dollari segnato all’inizio del luglio 2018? Si tratta della rivalutazione del panorama concorrenziale che il servizio di video in streaming si ritrova davanti in seguito al debutto di una serie di rivali.
Da quando la compagnia ha annunciato gli utili del quarto trimestre il 21 gennaio, seguiti questa settimana dai risultati del suo maggiore rivale, Walt Disney Company (NYSE:DIS), la comunità degli analisti ha cominciato a convincersi che ci vorrà molto più tempo prima che i nuovi arrivati danneggino significativamente Netflix.
Il report sugli utili del mese scorso è stato il primo per Netflix da quando è arrivata la vera concorrenza sul mercato. Disney ed Apple hanno lanciato i loro servizi di streaming, Disney+ ed Apple TV+, a novembre. WarnerMedia di AT&T Inc (NYSE:T) lancerà HBO Max a maggio, mentre il servizio Peacock della NBCUniversal di proprietà di Comcast sarà disponibile negli Stati Uniti a partire dal 15 luglio.
Sebbene Netflix abbia deluso le aspettative sulla crescita degli abbonati USA per il terzo trimestre di fila, l’espansione oltreoceano prosegue incontrastata. La compagnia con sede a Los Gatos, California, ha aggiunto 423.000 abbonati negli USA nel quarto trimestre, rispetto alle stime di un aumento di 600.000 unità.
Il lato positivo: gli utenti internazionali
Ha anche registrato un incremento di 8,3 milioni di abbonati sui mercati oltreoceano, più dei 7 milioni che si aspettava. Ha ora 167 milioni di abbonati in tutto il mondo, di cui 60,4 milioni negli Stati Uniti.
Disney, invece, nel suo report trimestrale martedì ha reso noto di aver già messo su una base utenti da 28,6 milioni di abbonati per il servizio streaming Disney+ lanciato a novembre, superando le aspettative degli analisti di un dato pari a 20 milioni di unità.
Ma alcuni analisti vedono un risvolto positivo per Netflix in questi dati. Guggenheim Partners ha alzato il prezzo obiettivo su Netflix il mese scorso da 400 dollari ad azione a 420 dollari ad azione, parlando proprio della forte crescita degli abbonamenti globali.
“Le visualizzazioni annue per utente sono cresciute sia a livello globale che nazionale, ‘in linea con gli ultimi trimestri’, dati che supportano la nostra fiducia nel potenziale di crescita pluriennale degli abbonati globali di Netflix”, scrive in una nota l’analista di Guggenheim Michael Morris.
“La compagnia non ha subìto un significativo impatto specifico sui livelli di visualizzazioni da parte di bambini o famiglie dopo il lancio di Disney+ negli USA a novembre”.
Gli analisti di BofA hanno un’opinione altrettanto favorevole su Netflix e confermano il rating “buy” sul titolo con un prezzo obiettivo di 426 dollari.
“È chiaro che il coinvolgimento di Disney+ è indietro rispetto a quello di Netflix e ciò rafforza la nostra tesi secondo cui Disney+ non ne è un sostituto”, scrive in una nota l’analista Nat Schindler, aggiungendo che le ore di visione per abbonato di Disney+ sono “nettamente inferiori a quelle di Netflix”.
Morale della favola
La traiettoria rialzista di Netflix è filata perlopiù liscia nell’ultimo decennio. Ma, con l’aumento della concorrenza, i costi più alti e la saturazione del mercato domestico sarà sempre più difficile per il colosso dello streaming replicare questa performance. Detto questo, Netflix ha la capacità di compensare la sua debolezza sul mercato domestico accrescendo aggressivamente la sua presenza internazionale.