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Petrolio e oro: dopo l’accordo sul debito, arrivano i dati sull’occupazione USA

Pubblicato 30.05.2023, 18:36
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
  • Prosegue la trepidazione per l’accordo sul tetto del debito in vista dell’approvazione al Congresso
  • Petrolio e oro focalizzati sul dato di maggio sull’occupazione USA per avere indizi sulla decisione della Fed del 14 giugno
  • Intanto, i mercati si aspettano un aumento dei tassi da parte della Fed a giugno
  • Yogi Berra, la leggenda del baseball statunitense, aveva ragione quando ha detto: “Non è finita finché non è finita”.

    La trepidazione per l’accordo sul tetto del debito tra il Presidente Joe Biden e i rivali Repubblicani prosegue in vista della ratificazione da parte del Congresso, spingendo i mercati a concentrarsi su altro: i dati sull’occupazione di maggio e il loro probabile impatto sulla decisione sui tassi della Federal Reserve a giugno.

    I prezzi di petrolio e oro hanno registrato delle oscillazioni negli scambi premarket di questo martedì, mentre i trader valutano la possibilità che il report di maggio sull’occupazione non agricola USA batta ancora una volta le stime degli economisti.

    Al momento della scrittura, il contratto del West Texas Intermediate, o WTI, oscilla sotto i 72,30 dollari al barile, in calo dello 0,6% rispetto a venerdì.

    Il Brent scambiato a Londra, il riferimento globale, registra un ribasso dello 0,8%, sotto i 76,50 dollari.

    I future di riferimento dell’oro sulla divisione COMEX a New York scendono di quasi 12 dollari l’oncia, o dello 0,6%, sotto i 1.952 dollari.

    Gli economisti si aspettano che l’occupazione non agricola sia salita di 180.000 unità a maggio. Avevano previsto una crescita simile anche il mese scorso, contro le 253.000 unità riportate dal Dipartimento per il Lavoro.

    Se il dipartimento dovesse riportare un altro numero superiore alle 200.000 unità, ciò potrebbe spingere la Fed ad alzare i tassi nuovamente a giugno, anziché metterli in pausa.

    Da un punto di vista economico, dei dati forti sull’occupazione sono un bene per il petrolio, in quanto più americani che si spostano per lavoro significa un maggiore consumo di carburante. Per l’oro, dei dati economici più forti sono solitamente negativi, perché meno denaro confluirà verso gli asset rifugio.

    Ma, in un contesto di aumenti dei tassi della Fed, numeri sull’occupazione superiori alle aspettative solitamente spingono il dollaro, pesando sulle materie prime prezzate in dollari.

    Nella seduta di questo martedì, l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro altre sei principali valute, con in testa l’euro, ha segnato il massimo di quasi una settimana a 104,38. L’indice dovrebbe chiudere in salita per il mese di maggio, per la prima volta in due mesi, dopo lo scoppio della crisi bancaria a marzo.

    La Fed ha alzato i tassi 10 volte dalla fine della pandemia di coronavirus nel marzo 2022, per un totale di 500 punti base, o del 5%, portandoli ad un picco di 525 punti base, o del 5,25%.

    Il Governatore della Federal Reserve Chris Waller ha suggerito la scorsa settimana che la banca potrebbe saltare un aumento dei tassi il 14 giugno, ma che potrebbe poi alzarli a luglio a seconda dei dati sull’inflazione.

    Il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha suggerito almeno altri due aumenti quest’anno, per un totale di 50 punti base, che farebbero arrivare i tassi ad un picco del 5,75%.

    I commenti di Waller e Bullard sono stati rafforzati dai dati di venerdì da cui è emerso che l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed è cresciuto più del previsto ad aprile, segnale che la banca centrale alzerà ancora una volta i tassi a giugno e a luglio, contro le aspettative di una pausa.

    Tutti i parametri chiave dell’indice PCE sono saliti il mese scorso rispetto ai livelli previsti, mentre la Fed si aspettava di notare segnali che la spingessero a sospendere la sua politica monetaria di tassi più alti più a lungo che l’ha già vista alzare i tassi 10 volte in 15 mesi.

    Sull’anno terminato ad aprile, l’indice PCE è salito del 4,4% rispetto al 3,9% previsto ed alla precedente crescita del 4,2%. Sul mese di aprile è salito dello 0,4%, come previsto, rispetto alla precedente espansione dello 0,1%.

    L’indice PCE “Core”, che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energetici, è salito del 4,7% su base annua, rispetto al previsto e precedente 4,6%. Su base mensile è salito dello 0,4%, contro il previsto e precedente 0,3%.

    L’accordo sul debito tra Biden e il suo rivale McCarthy limita le spese federali e spinge più poveri a lavorare per gli aiuti alimentari, concessioni che i Democratici hanno appoggiato, con gran rabbia del Presidente.

    Ma preserva anche gran parte dell’Inflation Reduction Act di Biden e porta il prossimo confronto sul tetto del debito al 2025, cosa che i Repubblicani detestano.

    Ma l’accordo ha davanti un percorso difficile per l’approvazione in un Congresso così diviso prima che il governo finisca i soldi, il che, secondo il Tesoro, avverrà entro il 5 giugno.

    La lunga impasse sull’aumento del tetto del debito spaventa i mercati finanziari, pesando sulle azioni e spingendo gli Stati Uniti a pagare tassi di interesse da record su alcune vendite di bond ma, per la maggior parte, gli investitori si aspettavano che Washington raggiungesse un accordo, il che significa che un rally sostenuto dei mercati azionari potrebbe essere improbabile.

    Alcuni analisti affermano che il raggiungimento di un accordo potrebbe dare più motivi di fiducia alla Fed per alzare di nuovo i tassi.

    Sul fronte degli aumenti dei tassi, i mercati ora mettono in conto una probabilità di circa il 64% che la Fed li alzi di altri 25 punti base il 14 giugno, secondo lo strumento di controllo dei tassi della Fed di Investing.com.

    Gli investitori seguiranno le parole di vari funzionari della Fed questa settimana, come il Presidente della Fed di Richmond Thomas Barkin ed il Presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker, nonché il membro del consiglio Philip Jefferson.

    Intanto, la Cina pubblicherà i dati PMI ufficiali domani, seguiti il giorno dopo dall’indice PMI di Caixin sul settore manifatturiero. La contrazione del settore manifatturiero dovrebbe moderarsi leggermente, mentre il tasso di espansione del più forte settore dei servizi dovrebbe rallentare.

    E questo sarebbe in linea con i recenti dati economici da cui emerge una perdita di slancio nella seconda economia mondiale, tra l’indebolimento della domanda sia a livello nazionale che nei principali mercati di esportazione del paese.

    Pechino ha fissato un obiettivo di crescita modesto di circa il 5% per quest’anno. All’inizio del mese, il Premier Li Qiang ha promesso più misure mirate per espandere la domanda nazionale e stabilizzare la domanda esterna, nel tentativo di promuovere una ripresa economica sostenuta.

    La zona euro pubblicherà i dati flash sull’inflazione al consumo di maggio giovedì, da cui dovrebbe emergere che la Banca Centrale Europea ha ancora molta strada da fare nella sua lotta per limitare le pressioni sui prezzi.

    L’inflazione al momento corre al 7% su base annua, mentre quella sottostante è pari al 5,4%, entrambi dati ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE.

    In occasione dell’ultimo vertice all’inizio del mese, la BCE ha ribadito che ha intenzione di alzare i tassi, dicendo che c’è “ancora strada” da fare per domare l’inflazione.

    I dati di giovedì scorso hanno rivelato che la Germania, l’economia più grande del blocco, è entrata in recessione nel primo trimestre, con l’inflazione elevata che ha pesato sulle spese dei consumatori.

    ***

    Nota: Il contenuto di questo articolo ha scopo puramente informativo e non rappresenta in alcun modo un consiglio a comprare o vendere nessuna materia prima o asset correlato. L’autore, Barani Krishnan, non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive. Solitamente utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie.

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Ci spieghi perche hai cancellato l articolo sul principe saudita ???
bravo Barani, ben spiegato e comprensibile ,spero non ci hai imbrogliati, io non mi fido molto dei pelati,e poi assomigli à Carlo Conti
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