La riapertura dei mercati, in questo momento, sta evidenziando una certa prudenza tra gli operatori. I futures americani viaggiano in territorio leggermente negativo, mentre il petrolio continua il tracollo giungendo a testare un altro importantissimo supporto collocato in area 14 dollari.
Stiamo parlando di un livello, per chi non lo sapesse, che risale al 1998! Sfondato quel supporto, avrebbe strada libera addirittura verso quota 10 dollari al barile. C'è chi ritiene che una crisi energetica sia ormai iniziata e che le ripercussioni a livello d'inflazione saranno tremende. Le quotazioni potrebbero migliorare domani dopo il rollover del contratto, ma con l'enorme eccesso di offerta sul mercato le pressioni di vendita molto probabilmente non si arresteranno.
Per quanto riguarda la questione COVID-19, eccezion fatta per gli USA un po' tutti iniziano a registrare dei miglioramenti nelle curve epidemiche. Questo è un aspetto positivo che sta permettendo ai governi nazionali di discutere o implementare il processo strategico di uscita dalle restrizioni. A prescindere dal termine del lockdown, la vita di miliardi di persone dovrà necessariamente cambiare anche perché – lo sostiene l'OMS – potrebbe arrivare una seconda ondata di infezioni.
Si ha la sensazione che i trader non vogliano esporsi troppo e vogliano evitare facili entusiasmi, altrimenti si rischierebbe nuovamente di farsi male. Oltre all'azionario, di cui s'è detto precedentemente, calano anche i rendimenti obbligazionari USA e il Dollaro potrebbe nuovamente approfittarne.
Nel corso della notte i dati commerciali giapponesi di marzo hanno mostrato esportazioni inferiori al previsto ovvero -11,7% mentre le importazioni sono risultate meno negative attestandosi al -5,0% (-10,1% era il dato atteso per le esportazioni, -9,8% per le importazioni). Ciò ha ridotto significativamente il surplus commerciale giapponese e ha pesato leggermente sullo yen.