Buongiorno ai Lettori di Investing.com,
l’ultima volta che il WTI ha toccato i 60 dollari è stato nel Giugno del 2015!
Un ultimo bacio lungo 6 settimane, prima dell’abisso; da lì in poi quella cifra è stata solo un miraggio, un qualcosa di irraggiungibile.
Quante volte abbiamo letto analisi di un suo possibile ritorno in quell’area? Quante volte ci siamo chiesti se mai ci fosse la possibilità di un rialzo del prezzo?
Ebbene siamo ormai al capolinea; ora o mai più. L’OPEC si gioca l’ultima carta il 25 Maggio, di nuovo a Vienna, stesso posto, stessi attori.
Certo non voglio dire che fra meno di sette giorni si avrà la sentenza del destino di questa materia prima, ma la riflessione reale è: dove sarebbe il Petrolio senza i tagli dell’OPEC?
Questa risposta forse non avrà mai una risposta, o forse dopo il meeting ne avremo coscienza, dato che non c’è ancora un accordo unanime.
Il mercato ha per ora scontato solo le dichiarazioni di alcuni membri del cartello che si sono detti favorevoli ad un prolungamento dei tagli: “non 6, facciamo 9 mesi! Non 1,8 mb facciamo di più!”
Cosa accadrebbe dunque se non ci fosse un accordo fra i membri del cartello?
Al contrario il raggiungimento di un accordo per un prolungamento, andrebbe poi a soddisfare le aspettative del mercato? Prima di provare a rispondere a queste domande, facciamo la nostra consueta analisi settimanale.
Le contrattazioni del Lunedì hanno lasciato ben sperare, con i prezzi che da 47,7 sono balzati poco sotto i 50 dollari; come solito da un paio di settimane a questa parte i volumi sono in aumento, indice della frenesia del momento.
Nella prima mattinata è sopraggiunta la notizia che non ti aspetti (fonte Reuters): “Il Ministro dell’Energia Saudita al-Falih e quello Russo Novak hanno annunciato a Pechino che i tagli potrebbero essere estesi fino a Marzo 2018. <> ..(continua) i due ministri hanno concordato che bisogna fare tutto il necessario per riportare i livelli di scorte mondiali al loro livello medio di 5 anni!”
Sono bastate poche parole pronunciate dai due pezzi da 90 per far salire il Petrolio del 2% e sfiorare di nuovo i 50 dollari. Le pressioni rialziste del Lunedì si sono poi estese al Martedì con l’International Energy Agency che ha annunciato una previsione di crescita della domanda di greggio nel 2017 pari a 1,3 mln b/giorno.
Sempre Martedì però in tarda serata sono sopraggiunti i dati dell’API che vedevano le scorte di greggio in lieve aumento.
Ciò è da citare perché non solo le quotazioni da lì sono scese di nuovo sotto i 49 dollari, ma anche perché sembrerebbe che l’API proprio non ce la fa ad azzeccare una previsione. I dati sono stati infatti smentiti dell’EIA il giorno seguente, con scorte in diminuzione negli U.S. (anche se non quanto previsto) e dati sui raffinati contrastanti; e siamo a Mercoledì.
Questa breve analisi day by day non è servita tanto a creare una cronistoria dettagliata, quanto per spiegare il perché del Sali/scendi su quella famigerata trend-line che dopo vedremo nell’analisi tecnica.
Venerdì poi il petrolio ha strappato al rialzo stabilizzandosi sopra i 50,50 dollari dopo aver sfiorato i 51 e poco importa se gli impianti sono aumentati anche questa settimana di +8; ormai sono “solo” 720 e che come dice Morgan Stanley (NYSE:MS): “È la più grande scalata degli ultimi 30 anni”
Ma la perla settimanale ce la consegna Mohammed Al Jadaan, ministro delle finanze Saudita che dichiara alla CNN: “Non siamo tanto preoccupati se il prezzo è di 40,45,50 o 55 in questo momento, perché la nostra economia sta andando verso l’indipendenza dal prezzo del greggio” ed ancora “Entro il 2030 saremo completamente indipendenti ed il prezzo del petrolio per noi potrà anche essere 0”; eppure, dice la CNN, per ora il pareggio di bilancio dell’Arabia Saudita dipende eccome dal prezzo del greggio.
In questa guerra produzione/costi entrano anche gli U.S. Sulle pagine del FT si legge che a breve lo sviluppo di nuove tecnologie potrebbe far diventare molto più conveniente la produzione di olio di scisto ed a quel punto andrebbero bene anche prezzi sotto i 40 dollari al barile.
D’altro canto in pochi anni il costo medio è sceso di proporzione 2 barili a 1, ovvero i soldi che prima servivano per estrarre 1 barile ora sono sufficienti per estrarne 2.
Per quanto riguarda l’analisi tecnica settimanale, tutto è andato come avevamo prospettato. I prezzi del greggio hanno cincischiato sulla trend-line rialzista prima di rientrare nel triangolo e stazionare sotto la Media Mobile a 200.
Ieri i prezzi hanno strappato al rialzo di prepotenza segno che gli investitori scommettono al rialzo.
La settimana entrante sarà sicuramente caratterizzata da vari buy/sell on rumors. Importante la chiusura di Giovedì.
Prima del meeting mi aspetto che i prezzi restino occlusi nel triangolo con un ping-pong fra 53 alto e 49; con l’approssimarsi poi del meeting sarà tutto di difficile lettura.