Ora che (forse) potremmo aver superato il picco della pandemia e sembra che si possa tornare ad una vita quasi normale, vinee naturale chiedersi se i titoli farmaceutici, protagonisti negli anni del Covid, possano in qualche modo avere ancora dello spazio nei portafogli degli investitori.
A mio giudizio la risposta è si.
Questo perché innanzitutto non siamo ancora definitivamente fuori dalla pandemia, in secondo luogo perché dopo il covid, non è escluso che magari tra 5, 10 o 20 anni potremmo ritrovarci in una situazione simile (magari per un’altra tipologia di situazione).
Come sempre quindi dobbiamo però valutare se andare a puntare direttamente a tutto il settore, ad esempio tramite un ETF oppure un fondo, o fare stock picking selezionando i singoli titoli (Pfizer Inc (NYSE:PFE), Merck & Company Inc (NYSE:MRK), Moderna Inc (NASDAQ:MRNA), BAYER AG (MI:BAYG)ecc…).
Il grafico sopra potrebbe sorprendere più di qualcuno.
Infatti, contrariamente a quanto si creda, il settore Healthcare ha sottoperformato l’indice S&P 500 nel periodo pandemico, perciò NON E’ VERO che chi ha investito nei farmaceutici ha avuto l’intuizione giusta. Spesso questi errori comportamentali (queste “scorciatoie”, pandemia = investo in farmaceutici) non funzionano.
Pfizer
Oggi voglio concentrarmi su un titolo in particolare, ovvero Pfizer Inc (NYSE:PFE).
Pfizer Inc (NYSE:PFE) è un’Azienda biofarmaceutica globale incentrata sulla ricerca. L’Azienda è impegnata nella scoperta, sviluppo e produzione di prodotti sanitari. Il suo portafoglio globale include medicine e vaccini (vedi Covid). L’Azienda gestisce le sue operazioni commerciali attraverso due segmenti di business: Pfizer Innovative Health (IH) e Pfizer Essential Health (EH). I suoi marchi includono Prevnar 13, Xeljanz, Eliquis, Lipitor, Celebrex, Pristiq e Viagra.
La parte di conto economico evidenzia come soprattutto nel 2021, anno di commercializzazione full time del vaccino, Pfizer Inc (NYSE:PFE)abbia avuto un incremento notevole del fatturato.
Se ci concentriamo tuttavia sugli anni passati, vediamo come l’andamento non fosse così entusiasmante. Potremmo tuttavia essere per l’azienda in una fase di cambiamento strutturale, dal momento che quella del Covid potrebbe non essere l’ultima pandemia con cui ci troveremo a convivere.
In tutto questo, l’azienda è riuscita a contenere in linea generale i costi dovuti alla produzione dei vaccini (la marginalità resta sopra il 60%), nonostante l’aumento (scontato) delle spese di ricerca e sviluppo del vaccino.
Gli utili per azione quasi quadruplicati, non ritengo tuttavia siano da prendere come certezza per gli anni a venire in quanto l’effetto così importante dovrebbe essere temporaneo.
Certo è che anche nei prossimi 2-3 trimestri, potremmo assistere ad un exploit nei conti che potrebbe dare un po' di slancio al titolo.
Le valutazioni
Al momento il titolo risulterebbe sottovalutato, con un margine rispetto al fair value del 47%. Tuttavia ripeto le valutazioni a mio giudizio incorporano anche la situazione attuale che potrebbe non essere strutturale, ecco perché mi terrei più prudenziale nel dare un target di 74 Usd ad azione.
L’ideale sarebbe, visto che come tutto il mercato azionario da inizio anno siamo in fase di correzione, che il titolo tornasse in zona 42 Usd per diventare decisamente appetibile. Allora in virtù di quanto detto sopra, sicuramente il margine sarebbe ottimo per un valutare un possibile ingresso.
Ad oggi, potrebbe giù essere un buon titolo in logica di cassettista, mentre più nel breve il trend risulta debole con rischi di ulteriori ribassi, ecco perché potrebbe essere utile operare o in logiche di ingressi frazionati, oppure attendendo appunto livelli più bassi.
Alla prossima!
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