Un saluto a tutti e ben tornati in questa rubrica dedicata alle mie analisi dei titoli azionari. Come richiesto da voi lettori l’analisi odierna riguarderà una società operante nel settore farmaceutico: Pfizer Inc (NYSE:PFE). Nonostante sia stata dichiarata ufficialmente dall’OMS finita la pandemia legata al virus Covid-19, molti investitori continuano a chiedersi cosa ne sarà di Pfizer e dell’intero comparto, ora che le acque si sono nuovamente calmate. In questa sede cercheremo di dare alcune risposte. Prima di entrare nel vivo dell’analisi come al solito vi ricordo che qualora aveste delle domande o semplicemente un’opinione da esprimere potete usare la sezione sottostante dei commenti, in cui possiamo interagire più attivamente. Potete anche sfruttare quello spazio per richiedere un’analisi su un titolo di vostro interesse qualora vi apprezziate il mio approccio all’analisi dei titoli (per non perdervi le mie analisi cliccando il pulsante “segui” riceverete una notifica nel momento di pubblicazione di un mio nuovo articolo).
Pfizer Inc è una società farmaceutica statunitense fondata del 1849 in quel di New York da due cugini tedeschi. Charles Pfizer e Charles Erhardt iniziarono la loro attività producendo e commerciando prodotti chimici, come la santonina (un antiparassitario) e l’acido citrico. Furono entrambi dei successi commerciali e permisero alla società di espandere il suo laboratorio e le sue proprietà. La società si specializzò soprattutto nel settore della fermentazione, con applicazioni nel campo degli antibiotici (la penicillina). Durante la seconda guerra mondiale infatti l’antibiotico fu prodotto in serie per fornirlo ai soldati al fronte. Piccola curiosità: si stima che la maggior parte della penicillina usata dalle truppe nel D-Day (lo sbarco in Normandia) fu prodotta dei laboratori Pfizer. Nel corso del tempo poi l’azienda ha proseguito il suo sviluppo in ambito di ricerca e si è espansa ulteriormente acquisendo anche altre compagnie operanti nel settore farmaceutico e delle biotecnologie, facendo diventare Pfizer la più grande società al mondo operante nel settore della ricerca, produzione e commercializzazione di farmaci.
Come ben noto a tutti la società, dopo anni di disguidi tra 2010 e 2011 ha trovato nuova linfa vitale dalla pandemia globale di Covid-19 del 2020. Infatti il 9 novembre 2020 la società finalizzò lo studio di un vaccino a mRNA con un risultato di efficacia in 94 casi su 100 e nei due mesi successivi iniziò la produzione in serie e la distribuzione a livello mondiale. Quello stesso giorno, all’apertura dei mercati il titolo segnò un +16% (anche se le prese di profitto furono molte e la seduta si chiuse con “solo” +7,7%). L’azienda come detto ha beneficiato del fenomeno pandemico e della vendita dei vaccini, ma dopo il superamento della malattia i numeri straordinari pian piano iniziano a sparire e si torna con i piedi per terra. Le quotazioni confermano questo andamento:
Come potete vedere dai grafici, ci stiamo riportando a dei livelli che non si vedevano dal 2018, poi solo superati grazie alla spinta del virus. L’emergenza rientra e i prezzi seguono a ruota. C’è da sottolineare inoltre come la soglia dei 37$ per azione sia molto importante ai fini supportivi per le quotazioni del titolo: perdere con forza tale livello sarebbe un movimento pesante per Pfizer con ulteriori conseguenze ribassiste anche fino ai 32$ costituendo un calo del -13%. Questa soglia rappresenta il cuore della sfida tra compratori e venditori. Se dal punto di vista della price action non abbiamo alcuno spunto rialzista, l’oscillatore Rsi ci offre invece una divergenza al rialzo, indicando un possibile cambio di trend, disegnando dei minimi crescenti. Tuttavia, come più volte detto, l’Rsi non ci fornisce un’informazione sul timing e da solo non costituisce un segnale per entrare al rialzo sullo strumento. Proviamo a vedere cosa indica invece la stagionalità del titolo, qualora ci fornisse un dato rialzista:
in effetti un dato positivo per i prossimi due mesi effettivamente è presente. Secondo queste stime, che sono costruite in base ai dati mensili storici dal 2012 ad oggi, la performance media realizzata nel mese di giugno è pari al +0,3%, mentre a luglio è del +2,76% e rappresenta il secondo migliore mese per Pfizer dopo novembre. Quindi unendo queste informazioni con il segnale rialzista dell’oscillatore Rsi, i dati a favore di un movimento verso l’alto sono già due, manca quindi una conferma anche da parte dei prezzi, che in ultima analisi sono il driver fondamentale. Ribadisco quindi l’importanza di monitorare la tenuta o meno dei 37$ per prendere delle decisioni operative.
Per questa analisi è tutto, vi auguro un buon proseguimento di giornata e buon trading!
Disclaimer: il presente articolo non ha alcuna finalità di consulenza finanziaria e non rappresenta un consiglio su come investire o disinvestire i propri soldi. La consapevole valutazione dell'investitore non può essere in alcun modo sostituita, alla luce del personale profilo di rischio e della possibilità di perdere il proprio denaro.