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Piazza Affari Best: Eni sarà favorita dalla guerra fredda tra Russia e Usa?

Pubblicato 31.01.2022, 08:31
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Il titolo più interessante di questa settimana è sicuramente Eni (MI:ENI), il cui bilancio resta fortemente correlato alle quotazioni del petrolio. Attualmente, sta beneficiando del rialzo di quest'ultimo che è proiettato verso i 100 dollari (ricordo che nelle scorse settimane c'è stato un attacco di droni alle autocisterne petrolifere negli EAU e un'esplosione in una condotta tra l'Iraq e la Turchia).

Inoltre ha un'esposizione importante sui contratti Ttf (un mercato di scambio del gas naturale) e ogni variazione di prezzo aumenta il flusso di cassa (3% in un anno).

Eni-brent-gas

L'OPEC, che sta apprezzando i prezzi alti di questi giorni, si riunirà il 2 febbraio per valutare il mercato e la politica di "produzione" per il mese di marzo. Per ora si prevede che aumenti la sua produzione "totale" di 400 mila barili al giorno (forse con altri 40 mila al giorno), un livello troppo basso (come ha inziato dall'estate del 2021). E l'American Petroleum Institute ha riportato un calo settimanale di 875 mila barili nelle scorte Usa, è l’ottavo ribasso nelle ultime nove settimane.

I prezzi di Brent e WTI sono stati scambiati, nei giorni scorsi, ai loro livelli più alti da più di "sette anni" (superato il loro livello di ottobre 2014) spinti dalle interruzioni dell'offerta (in Libia, Nigeria, Angola, Ecuador e in Canada a causa del freddo) e dalle tensioni geopolitiche.

Gli occhi sono "puntati" sulla minaccia di un'invasione russa dell'Ucraina.

Quella tra Ucraina e Russia non è una crisi scoppiata nelle ultime settimane ma dalla Rivoluzione di Euromaidan del 2014 (la caduta di Yanukovich) in cui Kiev è passata da "alleata" della Russia ad essere "ostile" ed voler affermare la sua autonomia (dopo, Mosca ha invaso la penisola di Crimea).

Infatti un conflitto a seguito di un'invasione russa farebbe balzare i prezzi, anche "oltre" i 100 dollari, perché è il terzo produttore al mondo (e il secondo di gas) ed eventuali sanzioni potrebbero togliere dal mercato una grande quantità di greggio.

Purtroppo è palese che le vendite, dell'energia russa, all’Europa siano troppo importanti non solo per l'Occidente, ma anche per l’economia di Putin e il pericolo di un'invasione resta marginale, per ora (e speriamo che resti tale perchè l'UE non è "pronta" ad una risposta militare senza il supporto americano).

È uno scenario da Guerra Fredda.

Gli Usa, che sono anche un Paese "esportatore" di energia sicuramente vogliono "vendere" (in zona Euro), questo ostruzionismo da parte della NATO vuole limitare la "dipendenza" del Vecchio Continente da Mosca? Tuttavia, la Russia continuerebbe comunque a vendere alla Cina.

Intanto Eni ha registrato, nel terzo trimestre del 2021, un utile netto adjusted pari a 1,4 miliardi di euro in miglioramento rispetto ai dati negativi dell'anno precedente e in aumento del 55% rispetto al secondo trimestre del 2021. Mentre nei primi nove mesi del 2021 si attesta a 2,63 miliardi di euro. L'EBIT adjusted di gruppo è stato di 2,49 miliardi di euro nel terzo trimestre 2021 (con un incremento di 4,4 miliardi di euro sui nove mesi 2020, +315%). Il flusso di cassa operativo è stato di circa 3 miliardi di euro con capex netti a 1,1 miliardi di euro. Nei nove mesi 2021 ha realizzato un flusso di cassa di 8,1 miliardi di euro e un free cash flow di oltre 4 miliardi di euro.

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dati

Inoltre Eni ha ospitato la presentazione del World Energy Outlook 2021 (WEO), il report annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), in cui ha analizzato il Net Zero Emissions by 2050 Scenario (NZE) per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette di CO2 entro il 2050 poi l'Announced Pledges Scenario (APS) sul rispetto degli impegni assunti dai governi per contrastare il problema climatico e lo Stated Policies Scenario (STEPS).

Il gruppo è vicino a un accordo di vendita del 49% di Enipower (uno dei principali produttori italiani di energia elettrica) alla società americana Sixth Street Partners. Il prezzo si aggirerebbe sugli 1,2 miliardi di euro ma ci sono in gioco altre tre offerte, una da Sixt Street, l’altra da BlackRock (NYSE:BLK) e la terza da Eig Global Energy Partners.

Ma il "principale" impegno restano le energie rinnovabili, rappresentato dalla partecipazione del 20% nel progetto Dogger Bank che ha come obiettivo la costruzione del più grande "impianto eolico off-shore" della Gran Bretagna, da 3,6 GW a 6 GW. E ha avviato una collaborazione con la francese Holcim per lo sviluppo di una tecnologia innovativa per l’utilizzo della CO2 nella formulazione di cementi.

Infine ad accrescere l'appeal è il dividendo, 0,86 euro per azione (fissa la propria politica di remunerazione degli azionisti sulla base del prezzo medio del greggio di anno in anno), più del doppio del dividendo 2020 ritornando a livelli pre-COVID e mentre il 50% del dividendo pagato come acconto a settembre, il restante 50% come saldo a maggio 2022 e un buyback di 800 milioni di euro.

Alla multinazionale italiana, Hsbc ha alzato il target price da 13,9 euro a 14,4 euro, Equita la valuta un buy con obiettivo a 15 euro e Goldman Sachs (NYSE:GS) a 17 euro, infine Jp Morgan (NYSE:JPM) aumenta il prezzo target di Eni a 19 euro.

Eni

Il titolo (di maggior peso del listino milanese) da novembre 2020 ha visto crescere il suo valore più del 100%, arrivando a 13,57 euro. Nel corso del 2021 ha guadagnato oltre il 40%.

A livello settimanale la tendenza è rialzista (dopo la rottura della resistenza in area 11,3 euro), infatti diversi mesi dopo le quotazioni sono riescite a superare anche la resistenza in area 12,50 euro - 12,55 euro, proiettandosi verso i 14 euro.

Ecco un range di possibili valutazioni secondo diversi modelli:

valutazioni Eni fonte InvestingPRO

Il fair value medio sembra essere intorno ai 15,39 euro ipotizzando un rialzo del 13,38% dal valore attuale.

Ora il prezzo si trova vicino alll'area "psicologica" dei 14 euro che potrebbe fungere da supporto (da trampolino) per i 15 euro, se ci sarà una chiusura trimestrale superiore ai 13,56 euro.

L'operatività dovrebbe essere di medio periodo, visto che il titolo ha un forte appeal anche per le diverse "news" e per il livello dei volumi (vol. 21.025.116 mentre vol. medio 16.135.719). Inoltre nel breve, potrebbe esserci "volatilità" in seguito alle notizie sull'asse Ucraina-Russia vista la precarietà delle scorte energetiche europee e per il suo valore Beta di 1,07.



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