Buongiorno ai lettori di Investing.com,
Introdotti nell’ultima legge di stabilita’, il 9 Gennaio 2017 ha debuttato sul mercato italiano il primo PIR (Piano individuale di Risparmio): Anima (MI:ANIM) Crescita Italia, un fondo bilanciato che investe il 40% in azioni -15% in small cap- ed il restante in obbligazioni. Allora mi sono chiesto se questo nuovo strumento possa rappresentare una grande opportunita’ d’investimento per i piccoli risparmiatori come me. E come in ogni cosa ho trovato degli aspetti positivi, ma mi sono sorti anche molti dubbi.
Intanto iniziamo a capire cosa sono i PIR. Sono uno strumento dedicato all’investimento con una soglia massima individuale di 30 mila euro annui per un massimo di 5 anni (il totale non puo’ superare i 150 mila euro).
Qualora l’investimento venga mantenuto per 5 anni, lo Stato offre in cambio alcune agevolazioni: la detassazione di tutto il carico fiscale, ovvero non si pagheranno tasse sul capital gain, dividendi, successioni e donazioni.
Di primo acchito sono rimasto esterrefatto. Ma piu’ riflettevo, piu’ mi sembrava un regalo di Babbo Natale e cosi’ mi sono posto una domanda: ma sara’ mai possibile che il Governo detassi tutto il carico fiscale semplicemente per farci un regalo? E di strumenti finanziari non ce ne sono gia’ a dismisura?
Allora mi sono convinto che una ragione poteva essere quella del “buon proposito”: dare una mano anche alle Imprese di piccole dimensioni della nostra Penisola per poter crescere con profitto e sostenibilita’.
Perche’, ricapitolando: il 21% dell’investimento complessivo, ovvero il 30% del 70% riservato alle azioni e/o obbligazioni di aziende Italiane o Europee ma con stabile organizzazione in Italia, e’ destinato alle Imprese di Piccole dimensioni, mentre il restante 30% puo’ essere destinato ad altri strumenti finanziari!?!
Ma dando per confermato "il buon proposito" ancora una volta mi sono posto un quesito.
Come se la passa la Borsa meneghina nel suo complesso?
FTSE MIB- la cosa principale, senza addentrarci in piu’ approfondite analisi macro-economiche e fondamentali ed in paragoni con Germania, Francia, UK e USA, e’ che per il momento sul settore bancario incombe ancora l’ombra nera degli NPL.
Un problema apparentemente risolto ma che forse necessita ancora di tempo per poter tirare un bel respiro di sollievo.
Oltre al settore bancario, per molte delle altre Aziende le quotazioni, allo stato attuale, sembrerebbero o sopravvalutate o con eventuali spazi di crescita nel lungo periodo abbastanza risicati (al di la’ di ulteriori ed anche corposi spunti rialzisti di breve-medio periodo -al momento il quadro tecnico lo consentirebbe-).
AZIENDE DI PICCOLE DIMENSIONI-
A parte qualche ottima Azienda con prospettive di crescita, le dolenti note riempiono tutti i comparti con motivi diversi.
Se guardiamo il FTSE AIM ITALIA vediamo che le circa 80 Societa’ del listino non solo a fine 2016 avevano scambi medi giornalieri su base mensile di 1.3 Milioni di Euro (se volessimo fare una media, ne risulterebbe 16 mila euro ad Azienda –praticamente inesistenti-), ma anche le performance su base annua erano quasi tutte rosse.
Poi invece dal 02-12-2016 sembra che la situazione sia leggermente cambiata e l’indice ha messo a segno, ad oggi 12-05-2017, un discreto +24% (a mio parere una performance modesta visti i volumi e rapportandolo al FTSE MIB che nello stesso periodo ha chiuso con un +26%).
E se prendiamo le MID & SMALL CAP, anche se le cose sono leggermente diverse, non ci sarebbe molto da essere felici.
Troppi settori soffrono e parecchie delle azioni “buone” o sono sopravvalutate o lo spazio di crescita, anche in questo caso, sembrerebbe non cosi’ ampio.
In conclusione, io non so se alla fine dei 5 anni arriverà Babbo Natale con i doni o la Befana col carbone, ma una cosa su cui ho una delle rarissime certezze e’ che al momento vige ancora la normativa sul “bail-in”, sperando ovviamente non venga mai utilizzata.
E mi pongo un’ ultima domanda: non e’ che magari il Governo abbia trovato un altro modo gentile per veicolare il denaro dei risparmiatori in aiuto di molte Aziende in difficoltà?
Come al solito non ho una risposta se non quella che e’ sempre meglio investire nella piena consapevolezza onde evitare che il tutto possa poi trasformarsi in qualcosa di totalmente inaspettato.
Ma nel frattempo mi sorge un ulteriore dubbio: ma era cosi’ necessario vincolare tale strumento finanziario per 5 anni?