Rassegna giornaliera sul mercato forex, 10 dicembre 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
L’euro ha ripreso a salire contro il dollaro USA dopo la decisione della Banca Centrale Europea di aumentare gli acquisti di asset. La decisione era attesa dai mercati in quanto la BCE aveva già esplicitamente parlato di questi piani già ad ottobre. Nell’articolo di ieri, avevano rilevato che a meno che non ci fossero state delle azioni più aggressive, il cambio EUR/USD avrebbe potuto vedere un rally post-BCE.
Il cambio EUR/USD è in salita, ma i rialzi sono stati contenuti. La Banca Centrale ha aumentato il PEPP di 500 miliardi di dollari, esattamente a metà delle stime del mercati di 400-600 miliardi di dollari. Inoltre, ha prolungato il programma fino a marzo 2022 dalla metà del 2021. Molti si aspettavano una proroga fino alla fine del 2021 o fino al 2022. La banca centrale ha abbassato le previsioni di crescita per il 2021 ma ha alzato le previsioni per il 2020 ed il 2022. Per quanto riguarda l’inflazione, ha tagliato le proiezioni per quest’anno e per il 2022. Questi piccole ma importanti revisioni ci dicono che la BCE è meno pessimista ma intende tenere la politica monetaria allentata a lungo. Inoltre, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che potrebbe non essere necessario utilizzare l’intero PEPP.
La coppia EUR/USD ha interrotto un ribasso che durava da quattro giorni per salire a 1,2159, poco al di sotto del 50% del ritracciamento di Fibonacci del calo da maggio 2014 a gennaio 2017. Se dovesse superare 1,2170, la prossima tappa potrebbe essere il massimo di aprile di 1,2414. Tra l’ottimismo della BCE, dati positivi, calo dei contagi e debolezza del dollaro USA, il cambio EUR/USD ha un supporto fondamentale per ulteriori rialzi.
Intanto, gli investitori continuano a vendere dollari dopo l’aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione a 853.000. Si è trattato del massimo dal 19 settembre e indica gli effetti dei recenti lockdown. I prezzi al consumo sono saliti dello 0,2%, un aumento maggiore del previsto, ma, come avevamo evidenziato, l’inflazione è molto bassa ed un piccolo rialzo non toccherà la politica della Federal Reserve. Per domani sono attesi i prezzi alla produzione e l’indice dell’Università del Michigan sul sentimento dei consumatori. L’aumento dei contagi potrebbe pesare sul sentimento, ma si tratterebbe di lievi ribassi considerando le notizie positive sul vaccino.
La sterlina è andata in forte selloff dopo che la cena tra il Primo Ministro Boris Johnson e la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen non ha prodotto sviluppi determinanti. I dialoghi tra le parti continueranno durante il fine settimana, ma tutti si stanno preparando ad un “no-deal”. Johnson ha dichiarato giovedì che è probabile che i negoziati falliscano. C’è ancora una speranza che si riesca a raggiungere un accordo prima della fine dell’anno, ma si comincia ad affievolire.
Tutte e tre le valute legate alle materie prime sono salite. La Nuova Zelanda ha riportato forti dati PMI manifatturieri giovedì sera. L’indice è salito da 51,7 a 55,3, il massimo da luglio. Non sono stati rilasciati dati in Canada, ma l’andamento dell’azionario e la debolezza del dollaro hanno fatto salire il CAD e l’AUD.