Ricevi uno sconto del 40%
🚨 Mercati volatili? Trovare le gemme nascoste per ottenere una seria sovraperformance
Trova subito azioni

Quanto sono affidabili le promesse sul commercio e sul taglio del greggio?

Pubblicato 03.12.2018, 13:02
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Promesse e altre promesse: il G20 si è chiuso sabato con il Presidente USA Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping che hanno deciso di concordare, più in là, su un patto commerciale USA-Cina che risparmierebbe immediatamente a Pechino altri dazi da parte di Washington, mentre Arabia Saudita e Russia concordano sulla necessità di tagli alla produzione di greggio. Questi sviluppi, almeno a prima vista, sembrano buoni per le materie prime.

Ma guardando sotto la superficie emergono molte domande.

Che certezza abbiamo che gli Stati Uniti non alzino i dazi sulle importazioni cinesi fra tre mesi, se Pechino non dovesse aprire i suoi mercati come promesso? Trump certamente minaccia di portare l’attuale tasso del 10% dei dazi cinesi al 25% “se il tentativo di negoziare nei prossimi 90 giorni dovesse fallire”.

E la Cina comprerà “una quantità sostanziale di prodotti agricoli, energetici, industriali e altro dagli Stati Uniti per ridurre lo squilibrio commerciale”, come ha annunciato la Casa Bianca dopo la cena svoltasi a margine del G20 tra Trump e Xi? È una domanda importante in quanto la Cina, nella sua dichiarazione, non fa menzione di prodotti specifici, di un’agenda o della quantità di dollari dei cosiddetti impegni citati dagli Stati Uniti (di seguito riportiamo un confronto tra le parole degli Stati Uniti e quelle della Cina).

G20 Statements from China and the US

Xi farà quello che si aspetta Trump?

Scott Kennedy, esperto della Cina del Centro per gli studi strategici ed internazionali, in un’analisi del weekend pubblicata su Politico afferma che il presidente cinese potrebbe fare meno rispetto a quanto si aspetta Trump per quanto riguarda un accordo commerciale. Dice Kennedy:

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

“Se il passato di Xi ci insegna qualcosa, vedremo sempre lo stesso atteggiamento senza alcun cambio sostanziale”.

Gli analisti affermano che il miglior compromesso che si possa immaginare da parte della Cina è che il paese diventi di nuovo la principale destinazione internazionale della soia USA, una posizione danneggiata brevemente dall’applicazione di Pechino di dazi sui prodotti agricoli americani all’inizio dell’anno.

La soia potrebbe schizzare nonostante tutto

Le aspettative di un aumento degli acquisti cinesi sicuramente potrebbero aiutare i prezzi della soia ad ottenere offerte. I future della soia sul Chicago Mercantile Exchange hanno visto una ripresa ultimamente tra le speculazioni che un esito di successo delle trattative Trump-Xi aprano le porte alle importazioni della materia prima dall’America.

Soybeans 300-Min Chart

La soia CME ha registrato l’aumento maggiore in quattro mesi a novembre (poco meno del 5%) sebbene resti in calo del 7% sull’anno in corso.

Gli analisti tecnici di Investing.com valutano già il contratto di riferimento di gennaio della soia sul CME, che venerdì si è attestato a 8,94 dollari al bushel, come “Strong Buy”, senza mettere in conto la possibilità di un’ulteriore domanda da parte della Cina. In base al pattern tecnico di Woodie, la resistenza col potenziale maggiore per il contratto è prevista a 9,06 dollari al bushel, implicando quindi un rimbalzo di 12 centesimi al bushel, o dell’1,3%, rispetto ai livelli attuali.

Mohammed bin Salman e Putin fanno la loro parte per il greggio

E il greggio? Durante il G20 si è svolto anche un vertice minore (ma altrettanto importante per il greggio come le discussioni tra Trump e Xi lo sono state per il commercio) tra l’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman, e il Presidente russo Vladimir Putin.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale saudita, i due leader hanno parlato di un riequilibrio del mercato del greggio mondiale. Putin ha poi riferito ai giornalisti che la Russia ha raggiunto “un patto per estendere i nostri accordi” con l’Arabia Saudita. Esaminando le dichiarazioni, si tratta della stessa cosa: Mosca appoggerà Riad nel suo tentativo di annunciare dei tagli alla produzione durante l’incontro dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) del 6 e 7 dicembre.

Dopo aver segnato il massimo di quattro anni esattamente due mesi fa, sia il greggio USA West Texas Intermediate che il britannico Brent hanno perso circa un terzo del proprio valore nei timori per l’eccesso di scorte. Tra i due, il WTI si trova in una posizione peggiore, toccando il minimo di 13 mesi sotto i 50 dollari al barile venerdì.

Anche se la Russia non è membro dell’OPEC, il fatto di essere il terzo principale produttore di greggio (la prima e la seconda posizione sono occupate, rispettivamente, da Stati Uniti ed Arabia Saudita), ha reso Mosca un operatore interessato al cosiddetto riequilibrio del mercato del cartello di 15 membri dal 2016. È stata la collaborazione tra Russia ed Arabia Saudita che ha fatto risalire il WTI dai minimi di quasi 25 dollari al barile nel 2016 durante un altro esubero scatenato dallo scisto USA. Gli Stati Uniti non hanno una compagnia petrolifera nazionale e non collaborano con l’OPEC.

La ripresa del greggio non durerà senza tagli significativi

Quest’anno, i russi hanno esitato a dare a Riad un appoggio netto per i tagli, anche se Putin ha continuano a mostrare un atteggiamento amichevole nei confronti del principe ereditario MbS al G20, malgrado i leader mondiali abbiano ostracizzato il giovane leader arabo per il suo presunto coinvolgimento nell’omicidio di un suo critico, il giornalista Jamal Khashoggi. Ma anche allora, Putin ha detto ai giornalisti che “non c’è un accordo finale sui volumi” da tagliare.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Le notizie dei media di venerdì suggeriscono che l’OPEC sta lavorando ad una riduzione di 1,3 milioni di barili al giorno rispetto alla sua produzione di ottobre di 32,9 milioni di barili.

WTI Weekly Chart

Il WTI venerdì si è attestato a 50,93 dollari al barile. Le prospettive tecniche giornaliere di Investing.com indicano “Strong Sell”, con il supporto di livello 3 di Woodie al minimo di 47,73 dollari, ai livelli del settembre 2017. Il Brent è stato scambiato al minimo di 58,25 dollari prima del fine settimana, ottenendo anch’esso uno “Strong Sell”. Il supporto di livello 3 per il mercato del greggio britannico si attesta a 55,20 dollari, un minimo dell’ottobre 2017.

Senza dei tagli solidi, potrebbe essere difficile sostenere eventuali impennate, afferma Dominick Chirichella, direttore del rischio del trading dell’Energy Management Institute di New York.

“A meno che l’OPEC e i suoi partner non-OPEC non riducano la produzione di un milione di barili al giorno o più al vertice del 6 dicembre, il mercato si annoierà al vertice e probabilmente i prezzi scenderanno”.

Nel frattempo, la provincia di Alberta in Canada potrebbe aver fatto un favore ai sauditi in vista del vertice OPEC, annunciando ieri un taglio della produzione petrolifera di 325.000 barili al giorno a partire da gennaio, per cercare di invertire una storica discesa dei prezzi che ha costretto il greggio canadese ad essere venduto ad un prezzo significativamente inferiore rispetto al WTI.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.