- Il titolo UPST è passato da 29 dollari a 400 per poi tornare a 25
- Pesano i timori di una recessione, ma il problema principale è la fine della crescita aziendale
- Nel 2021 gli investitori credevano che Upstart fosse una svolta del settore. UPST non registrerà un rally finché gli investitori non riavranno quella fiducia
Negli ultimi due anni, diversi titoli hanno visto un’impennata e poi sono crollati. Pochi hanno realizzato un volo più spettacolare di Upstart Holdings Inc (NASDAQ:UPST).
L’azienda Upstart è stata quotata in borsa nel dicembre 2020 con un prezzo iniziale di 20 dollari. Il titolo ha chiuso la prima giornata di scambi a 29,47 dollari. Dieci mesi più tardi il titolo ha registrato un massimo intraday di 400 dollari. Nove mesi dopo, il titolo UPST è tornato a 25 dollari. Per farla breve, in meno di due anni il titolo è schizzato del 1.900% e poi è crollato di quasi il 94%.
Ovviamente c’entra la volatilità del mercato e c’entrano anche i timori di una recessione che potrebbero portare ulteriori perdite sui prestiti generati da Upstart.
Tuttavia, il fattore maggiore ci sembra alquanto semplice: gli investitori credevano che Upstart fosse unico, e ora non lo credono più. Perché UPST trovi un bottom e poi si rialzi sarà necessario prima riconquistare la fiducia degli investitori.
La ruota gira
Quando Upstart è stato quotato in borsa, l’azienda si è posizionata come una vera innovazione. Nelle previsioni aziendali, l’AD Dave Girouard ha scritto che il “settore del credito è in difficoltà” e l’”intelligenza artificiale è la soluzione.”
Ovviamente, i mercati se la sono bevuta e i dati finanziari di Upstart sembravano supportare la dichiarazione di Girouard. Nel 2021 il fatturato di Upstart è schizzato del 264% su base annua. L’EBITDA rivisto (utili al netto di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento) è schizzato di oltre il 600%; i margini EBITDA rettificati hanno raggiunto il 27%.
Ma con l’aumento dei tassi di interesse e dei timori economici, la crescita di Upstart si è arrestata. Dopo il primo trimestre le previsioni sugli utili hanno suggerito un calo dei ricavi su base annua per gli ultimi tre trimestri dell’anno, con margini EBITDA previsti solo al 15%.
Queste previsioni hanno portato il titolo UPST a crollare del 56% in un solo giorno. Incredibilmente, le notizie sono peggiorate. La scorsa settimana, Upstart ha annunciato l’arrivo di dati deludenti per il secondo trimestre, ben al di sotto delle previsioni iniziali. Upstart prevede una perdita netta piuttosto consistente nel trimestre.
Un prodotto diverso o una diversa immagine?
Dall’improvviso blocco della crescita sorge una domanda importante. Upstart si è posizionata come un’azienda innovativa, persino trasformativa, la cui analisi dei dati potrebbe persino sostituire l’onnipresente credit score.
Ora non sembra più così. Piuttosto, Upstart assomiglia alle aziende di prestito che spuntano in ogni periodo di bassi tassi di interesse, quando le banche e altri investitori istituzionali sono alla ricerca di rendimento. Proprio come le banche erano felici di acquistare quasi tutti i mutui durante la bolla immobiliare degli anni 2000, Upstart non ha avuto problemi a confezionare e vendere i prestiti fatti nel 2021 e nella prima parte di quest’anno.
Tutto questo è finito in fretta. Nel primo trimestre, Upstart ha mantenuto i prestiti in bilancio. Ma uno dei motivi che hanno portato a risultati deludenti nel secondo trimestre è che ha dovuto vendere i prestiti in perdita; la rapida impennata dei tassi di interesse ha fatto sì che gli acquirenti pagassero un prezzo molto più basso per i prestiti già emessi.
Inoltre, Upstart prevede che i suoi prestiti avranno un andamento molto peggiore di quello che credeva in precedenza:
Source: Upstart press release
La domanda ovvia è: il processo di selezione dei prestiti di Upstart è davvero un passo avanti evolutivo? Oppure, la combinazione di bassa disoccupazione e stimoli governativi ha semplicemente creato il miglior ambiente possibile?
Il grande rally di Upstart dello scorso anno è stato guidato non solo dalla crescita, ma anche dai piani di espansione al di là dei prestiti personali (in particolare verso i prestiti per le auto).
Probabilmente questi piani sono stati accantonati, visti i potenziali problemi di bilancio. Alla fine della fiera, ciò che rimane è un’azienda che improvvisamente assomiglia molto a tutte le altre aziende di prestiti personali in circolazione.
Gli investitori non danno un premio a queste aziende quando fanno soldi. Upstart non sta facendo nemmeno questo al momento. Finché questo non cambierà in modo consistente e Upstart non dimostrerà di essere in grado di gestire un ambiente difficile, è improbabile che la direzione delle azioni Upstart cambi.
Nota: Al momento della scrittura, Vince Martin non ha posizioni in nessuno dei titoli menzionati nel presente articolo.