I mercati finanziari rimangono in preda al panico, panico testimoniato dalla riapertura delle borse asiatiche e in virtù della crescente diffusione della pandemia c'è poco spazio per l'ottimismo. La Germania è diventata l'ultima grande economia a mettere in piedi ferre regole di isolamento sociale, chiudendo tutte le attività non essenziali e vietando contatti tra più di due persone. La stessa Merkel si è auto isolata che il suo medico è risultato positivo al coronavirus.
Negli Stati Uniti, nel frattempo, in assenza di un blocco a livello nazionale è stato lasciato ai singoli Stati l'onere di prendere le decisioni opportune e al momento è stato ordinato a uno su tre americani di restare a casa. La mancanza di un approccio federale coordinato è alquanto preoccupante, poiché aumenta le probabilità che i virus contagino gli Stati che finora non hanno risentito dei contagi. Ancora più preoccupante, però, è ciò che sta accadendo a Capitol Hill.
Il tanto atteso pacchetto di spesa non è riuscito a passare al Senato, animando le preoccupazioni che si possa accendere una battaglia politica in un momento in cui non sarebbe minimanente necessario. I negoziati tra democratici e repubblicani continueranno oggi, ma più tempo richiederà questo processo, meno efficace sarà il pacchetto volto a proteggere un'economia che sta per essere colpita da licenziamenti di massa.
In questo senso, il dato economico più importante di questa settimana saranno le richieste di disoccupazione di giovedì. Sarà il primo dato a rispecchiare davvero l'impatto del virus e gli operatori saranno ansiosi di vedere se il consumo è già in calo.
Ormai una recessione globale, lo dicono gli economisti, è facilmente ipotizzabile e più resteranno chiuse le attività peggio sarà. Nei mercati finanziari, nonostante il crollo stia già avvenendo, le cose potrebbero peggiorare una volta che i dati ufficiali di marzo riveleranno la reale entità del danno.
Nell'arena valutaria, lo yen giapponese continua a sovraperformare e i tagli dei tassi globali rendono lo yen più appetibile. Il franco svizzero sta risentendo delle manovre della banca centrale, che continua a intervenire con forza nel mercato per indebolire la propria valuta.
Continuano a soffrire le valute legate alle materie prime, in particolare il kiwi dopo che la RBNZ ha annunciato durante la notte che lancerà un enorme programma di Quantitative Easing per abbassare i tassi di interesse a lungo termine e stimolare l'economia domestica in difficoltà.
Il dollaro USA rimane vicino ai massimi recenti, nonostante la FED stia facendo di tutto per indebolirlo attraverso l'apertura di miliardi di linee di scambio con banche centrali estere, attraverso il taglio dei tassi e tramite l'incremento degli acquisti di obbligazioni. Si parla molto dell'intervento sul mercato valutario per indebolire il biglietto verde, ma è anche vero che per il momento la situazione non è così grave da giustificare misure ancora più drastiche. Almeno per ora.