Tappa decisiva per l'approvazione del Recovery Fund da 750 miliardi.
Le trattative tra gli Stati membri procedono ininterrottamente ma sembrerebbero, almeno da parte di alcuni stati, non esserci passi in avanti. Il 17 e 18 luglio il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, convocherà un Consiglio europeo straordinario e ci sarà il bilancio pluriennale dell'Unione Europea.
Per la prima volta i leader che compongono i due schieramenti si ritroveranno faccia a faccia.
Paesi Bassi. Austria, Danimarca, Svezia, Ungheria e Repubblica Ceca sono lo schieramento "pro-prestiti" , scettici della proposta di Bruxelles e con l'intento di far ridurre la somma totale, dall'altra parte i paesi più colpiti, tra cui l'Italia, a dover far valere le loro motivazioni per ottenere le risorse necessarie a ripartire.
Situazione delicata, sul filo di un rasoio, data la grande opposizione dell'Austria e dei Paesi Bassi fin dall'inizio.
Conte dovrà farsi sentire e far rispettare la proposta dei 172 miliardi necessari, fondamentali per ripartire. Se ci sarà ancora un rinvio, strategia possibile da parte degli scettici, il Ricovery Fund sarebbe sfruttato solamente a recessione in essere, portando ad una instabilità sul mercato.
L'incontro Marcon-Merkel rafforza l'asse franco-tedesco e spinge, anche a favore dell'italia, il dafarsi sul Recovery Fund. Entrambi sarebbero disposti a sacrificare 250 miliardi dei 750 iniziali, pur di arrivare ad una conclusione.
L'incidenza del COVID-19 sul mercato globale sta facendo crollare il PIL mondiale a -4,9% mentre per l'Europa si stima un -10% nel 2020 e un recupero del 6% nel 2021.
L'italia avrà il calo maggiore rispetto a tutta l'eurozona, si parla di un -12% con un rialzo del 6% nel 2021.
La conclusione di questa vicenda, accantonando le divergenze, sarà decisiva anche per la futura esistenza di un Europa "unita".