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Ritorni a lungo termine del Global Market Index in calo a dicembre

Pubblicato 05.01.2023, 11:33
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Il rendimento previsto nel lungo termine del Global Market Index (GMI) è sceso a dicembre, sotto il 6% annualizzato, in base alla previsione media di tre modelli. La stima odierna è all’incirca in linea con il rendimento a 10 anni del GMI, un portafoglio non gestito e ponderato per il valore di mercato che detiene tutte le principali classi di asset (tranne la liquidità).

Secondo le proiezioni, il GMI dovrebbe ottenere un rendimento annualizzato del 5,9% nel lungo termine, sulla base dei dati fino a dicembre 2022. La stima, che riflette la media di un trio di modelli (definiti di seguito), è leggermente inferiore a quella del mese scorso.

Da notare che tutti i componenti sottostanti del GMI stanno registrando previsioni relativamente forti per le stime future di lungo periodo, definite come previsioni superiori all’attuale rendimento a 10 anni. Le previsioni in questa categoria sono indicate dai riquadri verdi nella colonna all’estrema destra della tabella sottostante. Le eccezioni: Le azioni statunitensi, per le quali si prevede un rendimento sostanzialmente inferiore rispetto alla performance dell’ultimo decennio. Anche la previsione del GMI è inferiore alla sua performance decennale, anche se di poco.

Expected Annualized Total Returns Vs. Trailing Annualized Returns

Il GMI rappresenta un benchmark teorico del portafoglio ottimale per un investitore medio con un orizzonte temporale infinito. Su questa base, il GMI è utile come punto di partenza per la ricerca sull’asset allocation e la progettazione del portafoglio. La storia del GMI suggerisce che la performance di questo benchmark passivo è complessivamente competitiva con la maggior parte delle strategie attive di asset allocation, soprattutto dopo aver aggiustato il rischio, i costi di negoziazione e le tasse.

Da tenere presente che tutte le previsioni di cui sopra saranno probabilmente in qualche misura errate, anche se le proiezioni di GMI dovrebbero essere più affidabili rispetto alle stime per le singole classi di attività riportate nella tabella precedente. Al contrario, le previsioni per le specifiche componenti del mercato (azioni statunitensi, materie prime, ecc.) sono soggette a una maggiore volatilità e a un errore di tracciamento rispetto all’aggregazione delle previsioni nella stima di GMI, un processo che può ridurre alcuni degli errori nel tempo.

Consideriamo il track record del benchmark su base annua a 10 anni per avere una visione storica sull’evoluzione del rendimento totale realizzato del GMI. Il grafico che segue confronta la performance di GMI rispetto all’equivalente delle azioni e delle obbligazioni statunitensi fino al mese scorso. L’attuale rendimento del GMI a 10 anni (linea rossa) è un solido 6,0%. Si tratta di un calo sostanziale rispetto ai livelli recenti ed è leggermente superiore all’attuale proiezione di lungo periodo.

Rolling 10-Year Annualized Risk Premia

Ecco un breve riassunto di come vengono generate le previsioni:

BB: Il modello Building Block utilizza i rendimenti storici come proxy per stimare il futuro. Il periodo campione utilizzato parte dal gennaio 1998 (la prima data disponibile per tutte le classi di asset sopra elencate). La procedura consiste nel calcolare il premio per il rischio per ciascuna classe di asset, calcolare il rendimento annualizzato e quindi aggiungere un tasso privo di rischio atteso per generare una previsione di rendimento totale. Per il tasso privo di rischio previsto, utilizziamo l’ultimo rendimento del Treasury Inflation Protected Security (TIPS) a 10 anni. Questo rendimento è considerato una stima di mercato del rendimento reale (aggiustato per l’inflazione) privo di rischio per un asset “sicuro”. Questo tasso “privo di rischio” viene utilizzato anche per tutti i modelli descritti di seguito. Da notare che il modello BB qui utilizzato si basa (vagamente) su una metodologia originariamente delineata da Ibbotson Associates (una divisione di Morningstar).

EQ: Il modello Equilibrium inverte il rendimento atteso in funzione del rischio. Piuttosto che cercare di prevedere direttamente il rendimento, questo modello si basa sul quadro, in qualche modo più affidabile, dell’utilizzo di metriche di rischio per stimare la performance futura. Il processo è relativamente robusto, nel senso che prevedere il rischio è leggermente più facile che prevedere il rendimento. I tre input:

  1. Una stima del prezzo di mercato atteso del rischio del portafoglio complessivo, definito come Sharpe ratio, ovvero il rapporto tra i premi al rischio e la volatilità (deviazione standard). Nota: qui e in tutto il testo il “portafoglio” è definito come GMI.
  2. La volatilità attesa (deviazione standard) di ogni asset (componenti di mercato del GMI)
  3. La correlazione attesa per ogni asset rispetto al portafoglio (GMI).

ADJ: Questa metodologia è identica al modello Equilibrium (EQ) descritto in precedenza , con un’unica eccezione: le previsioni vengono corrette in base ai fattori di momentum a breve termine e di mean reversion a lungo termine. La formula per l’aggiustamento consiste semplicemente nel prendere l’inverso della media del prezzo corrente rispetto alle due medie mobili. Ad esempio, se il prezzo attuale di un asset class è superiore del 10% alla sua media mobile a 12 mesi e del 20% alla sua media mobile a 60 mesi, la previsione non corretta viene ridotta del 15%.

Avg: Questa colonna rappresenta la media semplice delle tre previsioni per ogni riga (classe di asset)

Ritorno a 10 anni: Per una prospettiva sui rendimenti effettivi, questa colonna mostra il rendimento totale annualizzato a 10 anni per le classi di attività fino al mese target corrente.

Spread: Previsione media del modello meno il rendimento a 10 anni.

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Questo modello di stima dei rendimenti di equilibrio è stato inizialmente delineato in un articolo del 1974 del professor Bill Sharpe. Per una sintesi, si veda la spiegazione di Gary Brinson nel Capitolo 3 di The Portable MBA in Investment. Ho esaminato il modello anche nel mio libro Dynamic Asset Allocation. Si noti che questa metodologia stima inizialmente un premio di rischio e poi aggiunge un tasso privo di rischio atteso per ottenere previsioni di rendimento totale. Il tasso privo di rischio atteso è illustrato nel precedente paragrafo BB.

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