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Shutdown sul dollaro?

Pubblicato 01.10.2013, 13:30
Aggiornato 01.01.2017, 08:20
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Si muove il mercato in queste sedute, parallelamente alle turbolenze in politica.

Indubbiamente vediamo una marcata debolezza di dollaro statunitense, dopo il mancato raggiungimento di un accordo sul budget da parte del congresso americano. Molti uffici federali, nel primo shutdown del governo in quasi vent'anni, saranno in gran parte chiusi a partire da questa mattina per la mancanza di fondi. Almeno 800.000 lavoratori federali cominceranno a essere lasciati temporaneamente a casa, musei e parchi nazionali vedranno porte e cancelli sbarrate. Una paralisi che rischia di costare miliardi di dollari al giorno in danni economici (alcune stime parlano di 300 milioni di dollari al giorno, mentre addirittura si sale a 55 miliardi se durerà tre o quattro settimane, almeno stando a sentire Moody's). Lo scontro, inoltre, solleva anche un altro spettro che spaventa i mercati finanziaria: quello di una battaglia altrettanto drammatica in Congresso fra due settimane sull'innalzamento del tetto del debito federale, per evitare che gli Stati Uniti rischino un default dal 17 ottobre.

Ma i mercati stanno sperimentando anche una relativa debolezza di euro, dopo i dati misti della mattinata, con le statistiche occupazionali tedesche peggiorclsi delle attese: i disoccupati tedeschi sono saliti a settembre di 25K unità, contro un consensus che prevedeva un calo di 5k unità e con il tasso di disoccupazione aumentato marginalmente al 6.9% (ma rimasto stabile nell’area euro nel suo complesso al 12.0% contro attese di un aumento del 12.1%). Anche il PMI manifatturiero tedesco (sempre di settembre) ha deluso, scendendo a 51.1 dal precedente a 51.8 (consensus a 51.3).
Nel pomeriggio ricordiamo di prestare attenzione all’Ism manifatturiero statunitense di settembre, oltre alle spese per le costruzioni del mese di agosto: ricordiamo l’alta incidenza del settore edile sull’economia americana.

Scendendo nel dettaglio, vediamo una rapida carrellata dei cambi più “caldi”.

A livello tecnico, interessanti sono stati i movimenti su eurusd questa mattina, con il cambio che ha ritoccato nuovi massimi di periodo (era da inizio febbraio che non si toccava soglia 1.3580): nonostante il clima di risk off, i dati non brillanti europei e la crisi di governo italiana, per la giornata odierna la view rimane moderatamente rialzista su questo cambio, almeno a livello tecnico, con la media mobile di breve periodo a sostenere la moneta unica dopo il ritracciamento in mattinata dai massimi prima citati (al momento ha funto da perfetto supporto e da trampolino per il rimbalzo della moneta unica che sembra voler - se non ritestare i massimi di giornata - tornare verso gli intorni di area 1.357). Va prestata comunque molta attenzione alle notizie in arrivo dal congresso in queste ore, anche considerando i livelli di ipercomprato sui quali sta scambiando al momento il cambio in questione. Il cambio è anche tornato sopra soglia 50% dei ritracciamenti di Fibonacci, su chart weekly, se consideriamo i massimi/minimi di maggio 2011 e giugno 2012.

Interessante poi la configurazione su Eurchf, dopo il tonfo delle ultime sedute, per un rimbalzo, sulla tenuta della media mobile di medio termine proprio su chart weekly. Su grafico H4, nel caso di una rottura al rialzo della media mobile di breve periodo, vediamo un interessante segnale long con stop loss appena sotto i minimi registrati ieri, e target di medio periodo in area 1.24 figura (anche in considerazione del probabile andamento dei tassi e delle posizioni di forza prese della Banca Centrale Svizzera).

La debolezza del dollaro statunitense crea interessanti opportunità soprattutto su valute che negli ultimi mesi avevano sofferto in particolar modo contro il green back, come il dollaro australiano (con l’aussie che si riporta stabilmente sopra la media mobile di breve periodo su chart weekly, e sembra puntare le altre due medie di medio e lungo periodo in area 99.50).

Su livelli chiave il cambio usdjpy, che dopo i recenti cali sta testando con insistenza la media mobile di lungo periodo e la trendline rialzista nata dai minimi del 13 giugno, da allora mai violata e che ha sostenuto fino ad adesso le sorti del biglietto verde contro la divisa nipponica. Possibile accelerazione delle quotazioni del cambio, a seconda o meno di una tenuta di tale livello: fondamentali saranno in questo caso gli sviluppi sulla questione dello shutdown statunitense.

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