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Soia USA: tutti in attesa degli acquisti cinesi

Pubblicato 12.12.2018, 15:20
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Tre mesi consecutivi di impennate e tutto ciò che hanno in mano i trader della soia sono le speranze che la Cina riprenda a comprare enormi quantità del prodotto coltivato negli Stati Uniti. Queste speranze si basano sulle voci secondo cui le due superpotenze economiche stiano facendo di nuovo progressi nella risoluzione del loro scontro commerciale, almeno in base agli ultimi tweet del Presidente Donald Trump.

Mentre niente di quello che afferma il Presidente USA può essere preso con assoluta certezza, ciò che è incerto è anche quanto ancora i prezzi della soia possano continuare a salire in questo modo tra le scorte in salita.

US Soybeans Daily Chart

L’esperto di cereali dell’International Futures Group Tom Fritz ha spiegato in modo semplice la situazione delle scorte globali della soia in una nota pubblicata ieri:

“Alle esportazioni di soia USA mancano 45 milioni di bushel per segnare il miliardo. Le esportazioni mondiali continuano a crescere. Le coltivazioni di soia sudamericane sembrano essere buone. Considerato tutto questo, si potrebbe pensare che i prezzi siano sulla difensiva; e invece no!”.

Gli scambi sono sospesi nelle speranze di acquisti da parte della Cina

Aggiunge Fritz:

“Gli scambi ripongono le loro speranze nell’idea che la Cina comprerà la soia USA e la quantità che ne comprerà farà la differenza”.

Dan Hueber, altro veterano dei mercati agricoli ed autore dello Hueber Report a St Charles, in Illinois, ha espresso un avvertimento simile ieri:

“È cambiato poco sul mercato della soia, mentre aspettiamo qualcosa da Washington, che sia nella forma di un report sulle scorte/domanda o delle trattative con la Cina”.

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La soia è l’esportazione numero uno degli Stati Uniti verso la Cina, con 12,4 miliardi di dollari di vendite lo scorso anno. Dall’inizio di luglio, tuttavia, la Cina ha imposto dazi del 25% sulla soia USA, limitando in modo drastico la quantità insieme ad altri prodotti USA, in risposta a dazi simili imposti da Washington su 34 miliardi di dollari di importazioni dalla nazione asiatica.

La soia, e il prodotto associato, i pannelli di soia, vengono usati dai cinesi come foraggio per i maiali. Se dovesse restare irrisolta, la faida commerciale potrebbe costare circa 4,6 miliardi di dollari di esportazioni di soia USA alla Cina quest’anno, pesando su centinaia di migliaia di coltivatori, soprattutto negli stati repubblicani, che hanno votato per Trump nel 2016.

L’importanza della soia potrebbe essere il motivo per mettere fine allo scontro commerciale

Più degli altri prodotti intrappolati nella battaglia dei dazi, la soia potrebbe essere quello che spingerà entrambe le parti a smettere. Questo spiega la ripresa di quasi il 5% del mercato nelle ultime tre settimane, dopo che il Presidente USA e il leader cinese Xi Jinping hanno tenuto delle trattative a margine del summit del G20. Mentre Trump ha minacciato di introdurre altri dazi sulla Cina se il paese non dovesse rispettare le richieste commerciali di Washington entro 90 giorni, il governo di Xi si è espresso di meno sui tre mesi di tregua.

E stuzzicando i mercati Trump ieri ha twittato: “Conversazioni molto produttive in corso con la Cina! Aspettatevi importanti annunci!”

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Ma il mercato della soia ha atteso, riducendo la maggior parte del crollo del 20% avvenuto tra maggio e settembre, prima che la notizia delle imminenti tratattive Trump-Xi portasse ad una ripresa.

Soia USA ancora considerata “Strong Buy”

Con l’attestazione di ieri di 9,15 dollari al bushel, la soia con consegna a gennaio scambiata a Chicago segna comunque un crollo di quasi il 5% sull’anno in corso. Gli analisti tecnici di Investing.com considerano ancora “Strong Buy” la soia con consegna a gennaio e fissano la resistenza al massimo di 9,31 dollari al bushel, il che significa che il contratto potrebbe salire di altri 16 centesimi.

E sebbene i prezzi siano saliti di nuovo ieri, gli analisti non sono sicuri a proposito di quanto possa durare il trend in salita senza una voluminosa domanda cinese che arrivi a bilanciare l’impennata delle scorte di soia USA. Fritz afferma che le stime sulle scorte di soia sono salite ogni settimana, attestandosi a 8 milioni di tonnellate metriche.

Riguardo alle speculazioni sugli acquisti cinesi, scrive:

“Si pensa che gli acquisti si divideranno tra il vecchio e il nuovo raccolto. Se si dovesse trattare di una quantità minore e dovessero essere divisi, si parla di circa 92 milioni di bushel ciascuno. Se le nostre esportazioni attuali sono di 955 milioni di bushel e ne vendiamo 92 milioni, allora ne restano 863 milioni. Devo credere che questa cifra sia rialzista?”

Aggiunge:

“Come per il granturco, devo chiedermi se il trading sta già aspettando il report sulla produzione di gennaio. Ci sono molte voci in circolazione sulla quantità di soia rimasta”.

“Non so cosa o se succederà, ma considerato che ogni tentativo di selloff dal 3 dicembre è stato comprato, ho l’impressione che il mercato si stia preparando ad una mossa esaustiva al rialzo simile ad una situazione di ‘compra sulle voci, vendi sui fatti’“.

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Argentina pronta ad accaparrarsi il bottino della guerra commerciale USA-Cina

Hueber fa notare che, mentre i coltivatori di soia USA aspettano la manna delle nuove importazioni da Pechino, i coltivatori concorrenti in Argentina stanno agendo aggressivamente per accaparrarsi il bottino della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Hueber si riferisce in particolare ai commenti di Emilce Terre, capo analista della Rosario Exchange in Argentina, che ha previsto 14 milioni di tonnellate metriche di esportazioni di soia quest’anno, il doppio rispetto all’anno scorso, superando il record del 2009/10 di 13,3 milioni di tonnellate metriche.

Spiega Hueber:

“Attualmente il 95% delle loro esportazioni di soia è diretto in Cina. Ovviamente, questo si basa sul fatto che l’Argentina sta producendo un raccolto migliore quest’anno mentre l’anno scorso il raccolto era stato rovinato dal maltempo”.

Aggiunge:

“L’ironia al momento però è che, per via della carenza, hanno avuto bisogno di importare soia dagli Stati Uniti ed effettivamente nel mese di ottobre l’Argentina è stato il principale mercato di esportazione della soia USA, con un totale di 566.272 tonnellate metriche”.

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